Il caso

L'altra Schlein: il 30 settembre l'incontro segreto a Milano con finanza e imprese

Simone Canettieri

Riunione a porte chiuse della segretaria del Pd. Così cerca di rompere lo scetticismo di mondi che la vedono in trincea solo per i diritti sociali e civili

Appuntamento con “l’imprevista”. Lunedì 30 settembre Elly Schlein incontrerà a Milano rappresentanti dell’economia e dell’impresa manifatturiera. La lista degli invitati è top secret. Così come il “dove”, per il momento. L’anno scorso era stato annunciato un “tour nelle fabbriche” per incontrare gli operai.  Questo è per incontrare i manager. La riunione è stata organizzata dalla segretaria del Pd nel giorno in cui presenterà a Milano “L’imprevista”, la sua fatica letteraria scritta con la giornalista Susanna Turco. Ad accompagnare la leader ci sarà  Antonio Misiani, responsabile economico del Nazareno e già viceministro dell’Economia nel governo Conte II. “Non è il primo incontro a porte chiuse di questo tenore per Elly. A Milano è già successo” dicono dal Pd. 

C’è curiosità intorno a questa versione di Schlein, che finora  si è caratterizzata nel dibattito pubblico per le battaglie sull’antifascismo militante e sul salario minimo. Invece  il 30 a Milano parlerà di investimenti e sviluppo. Di imprese e mercato. Di credito e banche. Una voce informata del Pd: “Tra gli interlocutori non ci saranno emanazioni della famiglia Berlusconi”.  

Schlein cerca dunque il dialogo con il Nord produttivo. E lo fa lontano dalle telecamere. In pubblico invece si è già mossa in due occasioni importanti. Il 31 maggio ha partecipato all’assemblea dei giovani di Confindustria a Rapallo, a pochi giorni dalle europee. E poi  i primi di settembre eccola a Cernobbio, al cinquantesimo Forum Ambrosetti alla prova di manager e imprenditori e nella veste di federatrice del Campo largo, quindi di pretendente  alla poltrona più importante di Palazzo Chigi quando ci saranno le elezioni. Un intervento che, ad ascoltare i commenti dei presenti, è riuscito a fare breccia nel muro di diffidenza che certi mondi nutrono nei confronti della segretaria arcobaleno. A Cernobbio Schlein non è stata apocalittica né integrata. Ma il cuore del suo discorso è stato: “Non siamo qui ad abbracciare il trionfalismo del governo, né a dipingere un quadro più fosco di quanto non sia: non bisogna accontentarci del dato di crescita dell’1 per cento, tre quarti di crescita è spinta dal Pnrr”. 

Quella del Forum è stata un’occasione per mostrarsi sotto una luce diversa, senza perdersi però. Non a caso è tornata a parlare in quell’occasione dell’esigenza di introdurre subito il salario minimo. E allora se Giuseppe Conte riceve a casa Maurizio Landini della Cgil e poi ci va anche a pranzo insieme, Schlein va a Milano che resta vicino all’Europa. La segretaria si è messa in testa che può farcela, che un’alternativa a Giorgia Meloni esiste ed è lei. Nonostante lo scetticismo di Romano Prodi, espresso anche ieri    sulle colonne della Stampa. Nella liturgia dei leader che sognano il governo, la tappa milanese è quasi un cliché. Lo sa bene anche Meloni che da leader dell’opposizione e vincitrice in pectore delle ultime elezioni organizzò, quando a Palazzo Chigi ancora c’era Mario Draghi, la conferenza programmatica del suo partito proprio da quelle parti. 

Schlein è convinta di poter fare breccia  in un tessuto economico-finanziario  che storicamente, con banche e fondazioni, guarda a un centrosinistra molto più moderato del suo. Ma con quali parole e con quali programmi? Dal Pd, alle prese con la lista top secret degli invitati, per il momento non si sbottonano  perché l’evento  è in costruzione. E si limitano a svelare che la segretaria batterà forte sulle cinque priorità del suo “Progetto per l’Italia”. Ovvero: sanità pubblica, istruzione e ricerca, lavoro e salari, politica industriale per la conversione ecologica, diritti sociali e civili. Basteranno ad ammaliare una platea così selezionata e diffidente?

 

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.