Lollo Sampei

Il pescatore Lollobrigida, il suo piano pesca parte in ritardo, i ristori sono un pasticcio, ma è tutto preso dal G7

Carmelo Caruso

Il Piano Pesca compresso in poche settimane, il decreto per le calamità scritto male, e al ministero ci sono altri movimenti e sostituzioni

In musica, alla Fabrizio De André: all’ombra dell’ultimo sole si è assopito Lollo il pescatore. Il ministro dell’Agricoltura, e delle cerimonie, il ministro che cucina granchi, ha un problema con le vongole. Il suo ministero doveva distribuire il denaro del Piano pesca 2024 (quattro milioni di euro) ma era troppo occupato a organizzare il G7 di Siracusa con Al Bano  e Bruno Vespa. Il decreto che permette di utilizzare i fondi pesca è arrivato a luglio, reso operativo ad agosto, durante le ferie, e le richieste sono state accolte, ma per pochissimi giorni. La beffa è un’altra:  bisogna spendere, presto, entro ottobre, perché i progetti vanno rendicontati prima della fine dell’anno. Chi può farcela? Si può comprimere tutto in due mesi? Ovviamente no. E chi ce la fa, come ce la fa? Ancora. Ai “vongolari”, colpiti da calamità, Lollo Sampei, come l’eroe manga, dice “ci penso io”, ma il decreto è un’altra cozza. Lollo, in fondo al mar, il Lollo e il mare.


Se Meloni osa sostituire il ministro Lollo Sampei, tutti i pesci dell’orbe terracqueo si ribelleranno. Il vero guaio del pescatore Lollo è che ha tanti lilleri, denaro, da spendere e quando i lilleri sono tanti alla fine non si lallera. Ogni anno il ministero vara il piano triennale pesca, sono 4 milioni per il 2024, e altri cento milioni stanno nel fondo della pesca. In questi casi il segreto è iniziare la programmazione a gennaio, fare in fretta, perché le risorse vanno rendicontate entro l’anno corrente. Ma casa Lollo, il ministero, è un albergo. Funzionari che entrano, escono, interpelli, promozioni, sostituzioni. Il capo di gabinetto di Lollobrigida ha smentito che sta per lasciare il ministro pescatore. Il Foglio aveva scritto che voleva tornare a Ismea, dove era stato direttore generale, ruolo oggi ricoperto da Maria Chiara Zaganelli che lascerebbe per andare al Crea. Ma che quanto scritto non fosse una fantasia lo dicono al Crea, dato che Zaganelli avrebbe presentato domanda per il Crea. Il capo della segreteria tecnica di Lollobrigida, Sergio Marchi sta per sbarcare ad Agricat (è il fondo del ministero) mentre dal Mef è appena arrivato Aldo Lamberti (lavorava al fianco dell’ex ragioniere, Mazzotta) come consulente del gabinetto “per potenziare e rafforzare le competenze”. E’ arrivato dopo il singolare ritiro di un ex dirigente più titolato. A proposito, siamo certi che la capa di segreteria dell’ex ministro Sangiuliano, sia stata nominata capo di segreteria su suggerimento della Lega (la Lega lo nega con convinzione) e non su indicazione dei “marinai” d’Italia? La cosa certa è che ha ragione Lollo: è il caso di potenziare. I milioni servono alle associazioni per varare corsi di formazione, ma ad agosto le associazioni erano infuriate perché come si può fare un progetto in pochi giorni e spendere i soldi del progetto in un mese? Lollo Sampei, che è furbo, accarezza i pescatori, dice “risolviamo”. Altro caso è quello dei vongolari colpiti da calamità e dal granchio blu. Esisteva il fondo di solidarietà  per la pesca e bastava mettere il denaro lì ma purtroppo non fa fino, perché non permette di dire “abbiamo istituito un fondo specifico”. Altro fondo significa altre regole, peccato che chi ha scritto il decreto ha anche inserito una percentuale (il trenta per cento) per far scattare il ristoro, una percentuale alta. Non si riesce ad accedere. Sabato, a Siracusa, si apre il G7 Agricoltura, ma il ministero è così "pronto” che continua a ringraziare il sindaco di Ortigia (ma Ortigia è l’isoletta antica di Siracusa, non una città). Vongolari, trattori, stampa, internazionale, amici vicini e lontani sono invitati da Lollo  “un cappello giallo in testa/ sotto il sole e la tempesta, ormai imbattibile tu vai”. Lollo Sampei.

 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio