Il voto

Si spacca il Pd sul sostegno a Kyiv: Picierno e Gualmini votano sì all'uso di armi in territorio russo

Gianluca De Rosa

Una parte della delegazione dem segue le indicazioni di Nicola Zingaretti e vota contro il paragrafo 8, per togliere la restrizione dell'uso di armi europee in territorio russo: si sfilano in due. Astenuta Lucia Annunziata. Defezione dal no anche in FI e FdI

Come previsto, la risoluzione sul sostegno all'Ucraina al voto questa mattina al Parlamento europeo spacca la delegazione del Pd. Nel suo insieme la risoluzione è stata votata quasi da tutti (fanno eccezione gli indipendenti pacifisti Marco Tarquinio e Cecilia Strada). Ma è su un paragrafo, il numero 8, quello che ribadisce la richiesta di rimuovere le restrizioni all'uso delle armi inviate dall'Ue, affinché possano essere utilizzate anche per colpire obiettivi militari legittimi in territorio russo, che il Pd si è spaccato. Nel voto separato per confermare il paragrafo 8, hanno votato contro gli eurodeputati Brando Benifei, Annalisa Corrado, Nicola Zingaretti, Camilla Laureti, Antonio Decaro, Matteo Ricci, Sandro Ruotolo, Cecilia Strada e Alessandro Zan. Si è astenuta Lucia Annunziata. Mentre Elisabetta Gualmini e la vicepresidente del parlamento europeo Pina Picierno hanno votato a favore. Un ampio gruppo della delegazione -  Stefano Bonaccini, Giuseppe Lupo, Pierfrancesco Maran, Lello Topo, Alessandra Moretti e Irene Tinagli - ha preso invece una decisione pilatesca: votare la risoluzione e non votare sul punto specifico.  Picierno ha  rivendicato qualche minuto prima su X la sua scelta.

 

"Voterò a favore anche dell'articolo 8 che invita gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni all'uso dei sistemi d'arma occidentali consegnati all'Ucraina contro legittimi obiettivi militari sul territorio russo, che ostacolano la capacita' dell'Ucraina di esercitare pienamente il suo diritto all'autodifesa secondo il diritto internazionale. Voterò convintamente in linea col gruppo dei Socialisti e Democratici", ha scritto.

 

E d'altronde il Pd è l'unico partito italiano che ha avuto esponenti favorevoli alla cancellazione della restrizione per l'uso delle armi europee nel conflitto. FdI, Lega e M5s hanno votato come la maggioranza dei dem contro l'eliminazione di questo vincolo. Qualcosa di simile a quanto accaduto alla delegazione dem è avvenuta in Forza Italia e in FdI. Infatti, i forzisti Massimiliano Salini e Marco Falcone hanno votato a favore del paragrafo 8, che invece è stato bocciato da Caterina Chinnici, Salvatore De Meo e Flavio Tosi. Lo stesso vale per Lara Magoni e Ruggero Razza di FdI, anche loro tra i favorevoli alla rimozione dei vincole per l'utilizzo delle armi europee.

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