Simona Agnes - foto Ansa

Verso la nomina del nuovo cda

Simona Agnes, predestinata Rai che segna il ritorno di Gianni Letta

Marianna Rizzini

L'endorsement di Tajani, l'ambiguità del M5s, e la carriera di Agnes tra relazioni istituzionali, strategie di marketing e informazione: chi è la donna che potrebbe avere i voti del centrodestra per diventare presidente in Viale Mazzini (con qualche tormento trasversale)

Cherchez la femme, ma stavolta no: lei non deve essere cercata, perché è lì e non da oggi, e il suo nome ricorre con insistenza in questi giorni di fermento pre-nomina del nuovo cda Rai, come possibile casus belli che potrebbe rendere il pericolante patto della birra Conte-Schlein insidioso in Viale Mazzini, e come segno del ritorno in campo (a destra) di Gianni Letta. E insomma di lei si parla, di Simona Agnes, la donna che il 26 settembre potrebbe avere i voti ma non la predilezione di tutta la maggioranza (più, potenzialmente, un sotterraneo consenso dei Cinque stelle, nonostante le smentite dei medesimi), per volare verso la presidenza della tv di stato in cui suo padre Biagio è stato direttore generale.
 

Giri immensi di nomi che ritornano, ma l’essere figlia d’arte non è indizio rilevante di ciò che è e potrebbe essere, ché Simona Agnes, anche creatrice della Fondazione che porta il nome del genitore, in Rai è presente di suo e da tempo, come componente del cda in quota Forza Italia e come donna che conosce l’azienda dall’interno e dall’esterno, avendo alle spalle una carriera corposa tra relazioni istituzionali e strategie di marketing in aziende simbolo, da Piaggio a Telecom, nonché un percorso parallelo nel settore scientifico e sociale, da organizzatrice di eventi e campagne di sensibilizzazione (Agnes è nel cda della Fondazione Telethon Ets), con competenze di dialogo trasversale maturate all’interno degli organismi da lei creati. E se, nel mondo dell’informazione, Simona Agnes è presente con la Fondazione omonima, e con il Premio internazionale di giornalismo patrocinato dalla Camera dei deputati, dalla Presidenza del consiglio dei ministri e dal Parlamento europeo, la donna che il ministro degli Esteri e vicepremier azzurro Antonio Tajani vorrebbe al vertice Rai è anche attiva sul fronte dei rapporti con il mondo produttivo e delle istituzioni culturali (ha fondato il Forum “Turismo e cultura”).
 

Del padre, demiurgo di quel Tg3 su cui oggi il M5s allunga lo sguardo, Simona Agnes ha sempre ricordato la capacità di restare “paladino convinto del servizio pubblico” nell’Italia che usciva dagli anni di piombo entrando nell’epoca della tv privata. Della sua stima per Gianni Letta, presidente della giuria del Premio Agnes e figura familiare e di riferimento, parlano invece i fatti: la donna che potrebbe diventare presidente Rai si muove, da tempo, intellettualmente all’unisono con l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Sono lontani soltanto sul calendario, infatti, i giorni in cui, dopo la laurea in Giurisprudenza all’Università Luiss e i primi impieghi di prestigio, Simona Agnes faceva tesoro dei consigli di suo padre e di Letta per puntare diretta sul mondo dell’informazione. “Gianni Letta è una specie di Virgilio-guida per lei”, dice un insider di Viale Mazzini — che indica invece nel compianto Piero Angela “il suo nume tutelare”. Intanto, però, Simona Agnes percorreva in parallelo le tappe della propria vita personale, come moglie di Pierluigi Impronta, presidente e amministratore delegato di Mag, azienda leader nel brokeraggio assicurativo per aziende italiane, e come madre di Angelica.
 

Appassionata di musica classica, nel luglio del 2023 Simona Agnes ha assunto la carica di presidente del Conservatorio di Santa Cecilia, su indicazione del Ministro dell’Università e della Ricerca (e con marito e figlia spesso la si vede ai concerti, avvolta in una delle immancabili giacche chiare dal taglio squadrato). È questo l’ultimo (ma non ultimo) tassello di una carriera eclettica che ha nella Rai un punto di snodo. “La Rai è la più importante industria culturale del paese”, diceva Agnes in un’intervista al Messaggero, un anno fa, parlando di un futuro piano industriale che potesse traghettare la tv di stato nel passaggio “da broadcaster tradizionale a digital media company”. Studiava già da presidente?

Di più su questi argomenti:
  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.