Elly non ama il sindaco
Gualtieri: “Mi ricandido”. Ma il collettivo del Nazareno pensa a Di Biase
Il primo cittadino nel mirino della fedelissima della segretaria Marta Bonafoni si affretta ricordare che anche nel 2026 il candidato sarà lui. C'è però chi lavora a un piano diverso. E intanto Schlein apre al dialogo con i comitati che non voglio il termovalorizzatore
Roberto Gualtieri guarda la telecamera e scandisce il concetto senza esitazioni: “Certo che mi ricandido: abbiamo un progetto di trasformazione di Roma per il quale serve un ciclo di almeno dieci anni”. La sua intenzione era già nota, ma non è un caso che il sindaco della capitale l’abbia voluto ribadire con forza proprio ieri. Da due giorni un pezzo di Pd lo attacca senza sosta. Per cosa? Il sindaco ha fatto installare una cancellata per evitare che alcune persone senza fissa dimora possano montare le loro tende davanti al tratto di mura aureliane che si trovano a un passo dalla stazione Termini. Una scelta, spiegava ieri, “non per punire le persone con fragilità che saranno accolte e assistite”, ma un intervento “per tutelare il monumento”. Al di là della polemica sono i nomi di chi l’ha alimentata a mandare un piccolo messaggio d’allarme in direzione palazzo Senatorio. Non si tratta esponenti di secondo piano. Ad aprire l’offensiva contro il sindaco è stata Marta Bonafoni, consigliera regionale del Pd, ma soprattutto coordinatrice del Pd di Elly Schlein. Di norma attentissima nel dosare le parole per evitare problemi alla segretaria Bonafoni c’è andata giù durissima: “E’ avvenuto fatto grave e allarmante. Non possono essere gli sgomberi improvvisi, possibili cancellate di difesa, tentativi di cancellazione degli esseri umani più fragili gli strumenti di fronte alla marginalità e al disagio crescente. La speranza è quella che operazioni come quella di questa mattina non si ripetano”. A seguire a ruota Bonafoni ci ha pensato Emanuela Droghei, consigliera regionale del Pd, ma soprattutto già fedelissima collaboratrice nel corso della precedente consiliatura di Michela Di Biase, oggi deputata e moglie dell’ex ministro dem Dario Franceschi. Insieme a Bonafoni Di Biase è stata la principale sponsor romana di Schlein alle primarie del 2023. Non solo. E’ stata lei a convincere il potente marito, il più abile manovratore del partito, a sostenere la segretaria contro Stefano Bonaccini. Non è un segreto che c’è un pezzo di Pd romano che al posto di Gualtieri immagina per il futuro della capitale proprio lei.
Insomma queste dichiarazioni sono state osservate con grande attenzione in Campidoglio dove sembrano aver capito l’antifona. Da ambienti vicini al sindaco spiegano: “Gualtieri è già in campo per il futuro, dovrebbero saperlo tutti, chi lo attacca non gli fa cambiare idea, ma fa solo un favore alla destra”. Al 2026, quando i romani torneranno al voto, mancano ancora due anni e un Giubileo, ma qualcosa comincia già a muoversi e passa anche dalla contestazione che un pezzo di sinistra fa Gualtieri sulla scelta più importante e coraggiosa presa dal sindaco dall’inizio del suo mandato: quella di realizzare un nuovo termovalorizzatore per risolvere l’eterna emergenza rifiuti. Non è un segreto che quella decisione non sia mai piaciuta a Elly Schlein che l’ha subita solo perché presa “quando non ero al Nazareno”. Negli scorsi giorni la segretaria, che partecipava alla festa dell’Unità di Genzano, paese dei Castelli romani non lontano dall’area che dovrebbe ospitare il futuro impianto, ha persino aperto a un confronto con i comitati per il No all’inceneritore. D’altronde un’altra donna di Elly, Annalisa Corrado, l’ingegnera responsabile Ambiente dem e oggi eurodeputata, ogni volta che sente parlare di termovalorizzatore ha un mancamento. Più che a quella di Gualtieri la sua opinione in merito somiglia a quella del suo nuovo collega a Strasburgo, l’ex sindaco Ignazio Marino, uno dei più accaniti nemici del futuro impianto. Le acque agitate del Pd romano sono state notate negli scorsi giorni dal quotidiano il Tempo che in un articolo pubblicato il 13 settembre sottolineava le tensioni sull’asse Nazareno-Campidoglio. Schlein e Gualtieri si sono affrettati a smentire, facendo filtrare un colloquio telefonico in cui i due avrebbe riso dei retroscena “totalmente privi di fondamento”, sottolineando come la segretaria del Pd e il sindaco di Roma “si sentono molto spesso e la piena sintonia e la totale collaborazione è una consuetudine ormai da tempo”. Ma al di là del messaggio alla quale la segretaria tiene più di ogni altra cosa: sembrare unitari a partire dalle anime del partito, il Pd è sempre il solito litigioso coacervo di correnti e sotto correnti. Soprattutto a Roma.