L'esodo

Con Fitto partirò. La fuga dei boiardi di stato, esperti di Pnrr verso Bruxelles. Si svuota il Mimit di Urso

Carmelo Caruso

Due dirigenti del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, esperti dell'Agenzia di coesione, sono pronti a seguire il nuovo commissario Ue. Le sue deleghe potrebbero essere prese da Cirielli e da Musumeci (che diventa un ministro ciclope con oltre 1500 dipendenti)

Raffaele Fitto è una romanza: con Fitto partirò. Giorgia Meloni perde uno dei suoi ministri più affidabili e rischia di perdere anche direttori generali, consiglieri dell’ex ministro degli Affari europei, indicato vicepresidente esecutivo della Ue.  Esperti di coesione e Pnrr, vogliono fuggire con Fitto, con il giradischi e il vinile di Andrea Bocelli, chiedono di seguirlo su “navi e per mari”, a Bruxelles. Sta per lasciare Roma, Paolo Casalino, dg per la Politica industriale, riconversione, innovazione (ci sono altri tre titoli almeno) del Mimit, il ministero di Adolfo Urso. Un altro è il capo della segreteria tecnica di Fitto, Luigi Lazzari. Chi seguirà il Pnrr e soprattutto chi resta a gestirlo? Con Fitto il burocrate sogna “l’orizzonte e gli mancan le parole”.

 

Le deleghe che rimette Fitto rimangono a Palazzo Chigi ed è probabile che verranno nominati sottosegretari, spostati viceministri, allargate le competenze di Nello Musumeci che senza accorgersene si ingigantisce, si trasforma in un ministro ciclope con oltre 1.500 dipendenti. Un altro candidato a surrogare un pezzo di Fitto, commissario designato alla Coesione e alle riforme, è Edmondo Cirielli, attuale vice degli Esteri, di FdI, che può ricevere la delega di alle Politiche europee. Il sud, altra materia di Fitto, andrebbe invece a Musumeci, che ha appena sbranato l’Emilia-Romagna di sinistra, la regione che era sotto alluvione. Il palombaro Musumeci può cumulare le competenze sul mare, il dipartimento che gli ha donato con decreto Francesco Lollobrigida (ultime da Siracusa, dal suo G7 Agricoltura, il Gatsby con la damigiana si diverte un mondo e ogni mattina, in bermuda, pedala per la città) oltre alla delega sulla Protezione Civile. Con Fitto partirò, e partirà, viene dato per probabile, Patrizio Resta, altro pugliese che ha lavorato  all’Agenzia per la Coesione territoriale. Il fardello Italia è sempre il Pnrr, che non è un dono ma un prestito, denaro da spendere presto e bene. Oggi il coordinamento della struttura tecnica del Pnrr fa capo a Manfredi Selvaggi, magistrato della Corte dei Conti, ma in ogni dicastero ci sono funzionari che hanno lavorato sul Pnrr e che non vedono l’ora di seguire Fitto pure da scalzi. Qui chi resta? E’ una bella ganga di pugliesi, il trullo Fitto, e vuole trasferirsi in blocco ma la fuga non svuota solo il ministero di Fitto, svuota Urso. Il pugliese  Casalino, dg al Mimit (ha retto in passato la sede di Bruxelles della Regione Puglia) è già stato cooptato da Fitto, perché Casalino si sente due Urso e mezzo e intende evadere dal kolchoz Urso. Vuole abbandonare il Mimit anche Amerigo Splendori, altro pugliese, direttore generale per i Servizi territoriali. Sono due uscite pesantissime per un ministero che ha consegnato a un dirigente come Amedeo Teti ben due dipartimenti, quello per le Politiche per le imprese e quello per Mercato e Tutela, ministero, il Mimit, oggi governato dal capo di gabinetto Federico Eichberg, il Colin Firth di via Veneto, un altro che Fitto, se potesse, porterebbe via. Fanno parte del trullo Fitto, l’avvocato Luciano Ancora, leccese, suo consigliere giuridico, così come Francesco Bruni e Piero Gallo. E’ da capire anche il futuro di Ermenegilda Siniscalchi, il capo di gabinetto dell’ex ministro (può sostituire Diana Agosti, capo del dipartimento del personale della Presidenza del Consiglio dei ministri che andrà in pensione) così come è da capire il ruolo di Giosy Romano, nominato ad agosto, sempre da Fitto, coordinatore della Zes unica del Mezzogiorno. Zes unica, coesione sociale, sono  competenze, molle di sviluppo economico, competenze che fanno parte dello stesso recinto di Urso, ma se Urso viene svuotato, se i dirigenti di Urso seguono Fitto, se il ministero del Made in Italy deve affidare due dipartimenti a un solo dirigente, è sviluppo o inviluppo? Musumeci è sovraccaricato di deleghe, quelle di Fitto non sono state  assegnate, il Pnrr resta la solita foresta e Urso sgasa diesel. Con Fitto partirò. Ministro, un posticino, in Puglia class?

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio