Ansa

tv pubblica

Federica Frangi e Roberto Natale eletti dalla Camera al Cda Rai. Il campo largo si spacca

Ruggiero Montenegro

La giornalista del Tg2 indicata da FdI per il centrodestra e l'ex sindacalista sponsorizzato da Avs sono i nuovi consiglieri in Viale Mazzini. Il Senato sceglie  l'ex direttore di Rai2 Antonio Marano, in quota Lega, e riconferma di Alessandro De Majo (M5s). Intanto tra Conte e Boschi volano ancora gli stracci. E Schlein: "Noi coerenti"

Davanti alla Cassazione, mentre sindacati e opposizioni consegnano le firme sui referendum, Conte e Boschi continuano a duellare sulla Rai a colpi di velenose agenzie. Nel frattempo il Parlamento procede alle nomine dei consiglieri per il Cda di Viale Mazzini: la giornalista del tg2 Federica Nardi, indicata dal centrodestra, e Roberto Natale, il candidato di Avs (ex sindacalista Usigrai e presidente della Fnsi, già portavoce di Laura Boldrini), sono stati eletti. La prima ha ottenuto 174 voti, il secondo 45 (ci sono stati anche 3 voti dispersi, 6 schede bianche e 3 nulle)

Tutto più o meno secondo copione, insomma, dopo la movimentata giornata di ieri. Con Pd, Iv e Azione che disertano il voto, mentre i partiti di governo mettono da parte le tensioni delle scorse settimane e trovano la quadra sui propri nomi.

Al Senato il prescelto è Antonio Marano, ex direttore di Rai 2 e già deputato della Lega nord. E' stato il Carroccio ad avanzare la sua nomina, oggi incassa la sua nomina con 97 voti. Sul fronte opposizioni, sempre a Palazzo Madama, arriva la riconferma per Alessandro De Majo, in quota M5s, che raccoglie 27 voti, in un probabile gioco di sponda tra Giuseppe Conte e Alleanza verdi sinistra, che si sono sostenuti a vicenda nelle due camere - venendo meno alla linea unitaria delle opposizioni annunciata nei giorni scorsi. 

"Nessun tradimento, faccio politica, i rapporti con Schlein sono ottimi", ha detto Nicola Fratoianni al Foglio, provando a stemperare il clima. La segretaria del Pd definisce invece quella del suo partito "una scelta di coerenza. Sono altri che hanno cambiato idea". Ed è su questo crinale che si consuma l'ennesima rottura nella sempre più difficile costruzione del campo largo. 

Subito dopo la consegna delle firme contro l'autonomia Conte infatti va all'attacco. "Boschi parla di giravolta? Ma che giravolta, noi siamo stati sempre coerenti. La spaccatura c'è stata da parte del Pd che ha deciso, con Renzi, dopo aver fatto nel 2015 la riforma di questa governance”, dice l'ex premier. Per il M5s, il fatto che siano state incardinate in Commissione, al Senato, le proposte di riforma della governance Rai (lo ha annunciato ieri la maggioranza) rappresenta un passo in avanti, un'apertura da non sprecare. "Era quello che abbiamo chiesto ed è quello che abbiamo ottenuto".

Non è quello che pensa Boschi, che già parlando con il Foglio ha usato questa mattina parole dure sui grilliini. La deputata di Iv risponde e rincara la dose: "Noi abbiamo condiviso la linea Schlein, Se anche il Movimento 5 stelle lo avesse fatto, oggi la maggioranza sarebbe in difficoltà, invece hanno preferito fare accordi con il centrodestra. Smettano di dare lezioni agli altri”. 

La sintesi quindi la fa Carlo Calenda:  "Quello che accaduto oggi certifica che il campo largo non esiste nei fatti. Se ne prenda atto e si lavori per la costruzione di un’alternativa di governo riformista ed europeista".

Tornando in Viale Mazzini, questa mattina sono arrivate anche le indicazioni del Mef. Il ministro Giancarlo Giorgetti ha proposto, come ci si aspettava, Giampaolo Rossi e Simona Agnes per il Cda. Quest'ultima è il profilo su cui da mesi punta Forza Italia. "E' un nome di garanzia, una potenziale eccellente presidente che ha sempre dimostrato doti di grande equilibrio”, ha rilanciato quindi Antonio Tajani. Per eleggerla servono i due terzi in Commissione vigilanza Rai. Al centrodestra mancano due voti, li cercheranno tra le opposizioni, che per ora si negano. Ma chissà che il voto di questa mattina in Parlamento non apra nuovi scenari. 
 

Di più su questi argomenti: