Equilibri di governo

Crescono i parlamentari di FI, che ora guarda alle deleghe di Fitto

Gianluca De Rosa

Il partito di Tajani continua ad accogliere nuovi parlamentari. Sono sei in più rispetto all'inizio della legisaltura. Un rafforzamento che potrebbe essere fatto pesare quando il ministro volerà a Bruxelles. Guardare al Lazio

Un posto in più al governo per Forza Italia? “Alle politiche prenderemo il 20 per cento”, gongolava ieri il vicepremier e presidente di FI Antonio Tajani, annunciando l’ennesima adesione al partito. Quella di Filippo Campiotti, giovane ex coordinatore di Italia viva nella provincia di Milano. Un continuo di arrivi alla corte dello zio Antonio. Da tutti i partiti: M5s, Lega, ma soprattutto da Azione e Iv. E pure da tutti i livelli. Consiglieri comunali, regionali, ma soprattutto parlamentari. Dall’inizio della legislatura FI è il gruppo che ha più beneficiato dei cambi di casacca. Sono sei, tra deputati e senatori, gli onorevoli passati con Tajani. Da ultimo l’arrivo alcuni giorni fa da Iv della deputata Isabella De Monte. Un rinforzo parlamentare che non è detto che il partito non possa in qualche modo far pesare nei prossimi tempi.  Al governo  ci sono diverse questioni aperte. La prima riguarda le deleghe di Raffaele Fitto. Il ministro da novembre sarà a Bruxelles nel suo nuovo ruolo di vicepresidente esecutivo della Commissione europea. Lascerà sul piatto tre importanti deleghe: Pnrr, Affari europei, Coesione e Sud. Tra le ipotesi per sostituirlo c’è anche quella di non mettere tutto nelle mani di una sola persona, ma spacchettare le sue deleghe: con un ministro agli Affari europei e due sottosegretari, uno al Sud e Coesione e l’altro al Pnrr. Ed è su questi incarichi che gli appetiti di FI potrebbero trovare sfogo. Negli scorsi giorni ha cominciato a girare una voce. FI avrebbe chiesto per sé il sottosegretario al Sud e alla Coesione. Una pretesa in particolare dal vulcanico senatore  Claudio Lotito. La questione sarebbe stata inserita nella trattativa tra FdI e FI che da mesi tiene in ostaggio il consiglio regionale del Lazio.

 

E d’altronde proprio questa vicenda è un ottimo esempio di come FI sa far valere la propria ritrovata forza. A via della Pisana il partito del Cav. aveva eletto tre consiglieri come la Lega. Oggi il conto è diventato 7 a 1. Mentre gli assessori in giunta restano 2 a 2. Forza Italia adesso pretende un assessore in più (a danno della Lega), o  la presidenza del Consiglio regionale (in mano a FdI). “La matematica non è un’opinione, nemmeno in politica”, ha detto alcune settimane fa al Foglio  Claudio Fazzone,  coordinatore regionale del partito. Lunedì l’accordo sembrava chiuso. Un’intesa a ribasso per FI che si sarebbe accostata di una delega in più a uno degli suoi due assessori. Anche per questo c’è chi si è convinto che l’accordo potesse comprendere anche una compensazione a livello nazionale. La nomina di un nuovo sottosegretario di FI appunto. L’intesa però all’ultimo è stata smentita dopo una riunione alla quale hanno partecipato anche Tajani e Lotito.


Non ci sono comunque solo le deleghe di Fitto sul piatto. Domani si aprirà al tribunale di Milano l’udienza per falso in bilancio del gruppo Visibilia che vede la ministra del Turismo Daniela Santanchè tra indagati. Con lei sono indagate altre sedici persone. E sono diverse anche le parti civili. E’ improbabile che l’eventuale rinvio a giudizio possa essere deciso in una sola udienza.  Ne serviranno molte di più. Settima prossima però, giovedì 11 ottobre, ci sarà un’altra udienza davanti al Gup milanese. Questa volta sull’altro filone dell’inchiesta Visibilia, quella che riguarda la presunta truffa sulla cassa integrazione Covid. L’inchiesta è più snella e potrebbe arrivare a un rinvio a giudizio in tempi più celeri. Ai piani alti di via della Scrofa sono convinti che qualora l’11 o nelle udienze successive Santanchè fosse rinviata a giudizio sarebbe lei stessa a lasciare. Per sostituirla FdI ha già il nome in tasca: Gianluca Caramanna, deputato, responsabile del Turismo per FdI e già al ministero come consulente. Sul Turismo però aveva già messo gli occhi  anche la Lega che, con Massimo Garavaglia,  guidava il ministero ai tempi del governo Draghi. Le mire di FI e Lega potrebbero diventare una grana complicata per Giorgia Meloni. Come nel caso Sangiuliano però anche  Santanchè e Fitto sono ministri di FdI. La premier insomma potrebbe dire: rappresento il primo partito, quei ministri erano miei, gli equilibri non si cambiano.