il colloquio
Rixi: "In Liguria sulle grandi opere non si torna indietro. Orlando è sotto ricatto”
Il viceministro (genovese) ai Trasporti: "La sinistra mette in discussione non solo ciò che è stato fatto, ma anche tutto quello che è in fase di realizzazione. Sulla Gronda e sulle altre infrastrutture andiamo avanti. Ne va del futuro dei liguri. Il candidato dem non è un leader, si fa dettare la linea da Conte"
“Sulle grandi opere bisogna andare avanti”. Dal Terzo valico alla Gronda, fino ai porti. Edoardo Rixi, viceministro ai Trasporti, gioca all’attacco. Serra le fila della sua coalizione, risponde al Pd. “In Liguria si confronta una visione che è nata qui 8 anni fa, quella di una regione che è tornata a crescere rilanciando le infrastrutture, l’industrializzazione e il sistema turistico, contro i signori del no a tutto. La sinistra mette in discussione non solo ciò che è stato fatto, ma anche tutto quello che è in fase di progettazione e realizzazione. Non possiamo tornare indietro, ne va del futuro dei liguri. Il rischio è di rivivere quello che è successo con il Ponte Morandi”. Rixi, che è genovese, giocherà questa partita in prima fila, guiderà la lista della Lega in regione, dopo essere stato a lungo tra i papabili per il ruolo di candidato presidente. “Ma Marco Bucci, sindaco del fare, è senza dubbio la persona giusta”. E Andrea Orlando? “Non è un leader. Dice delle cose e puntualmente viene smentito dai suoi alleati del M5s e della sinistra. Il Pd non è in grado di decidere su nulla e per questo ha difficoltà ad accettare la nostra sfida su crescita e sviluppo. Questioni fondamentali, che presuppongono la volontà e la capacità di scegliere. Non credo che Orlando sia in queste condizioni”. Secondo Rixi, il candidato del Pd non ha l’autonomia necessaria a guidare una regione come la Liguria. “Si fa dettare la linea da Conte”. E prova ne sarebbe anche il recente strappo che ha messo fuori gioco i renziani. “Le liste di proscrizione non si vedevano da una vita. Le hanno fatte contro chi la pensava diversamente. Ma quando si accetta un ricatto, alla fine si è sempre sotto ricatto”.
Sulla Gronda, l’infrastruttura autostradale che dovrebbe sorgere a nord di Genova, Orlando dice che mancano le coperture, almeno 6 miliardi. E non sarebbe l’unica opera scoperta. Come stanno le cose? “Orlando ricorre a slogan vuoti per attaccarci. Ma noi stiamo lavorando. Sul Terzo valico, per esempio, abbiamo scavato più negli ultimi 3 anni che nei 15 precedenti. Poi ovviamente non basta aprire un cantiere, ma bisogna essere in grado di risolvere i problemi di volta in volta”. E la Gronda? “Anche su questo andiamo avanti. Abbiamo ereditato un progetto vecchio, che sarà migliorato e adeguato ai nuovi standard. Ma non possiamo fermarci. Ci sono già 5 cantieri per 300 milioni di euro e un campo base con 200 lavoratori. Sono state date sostanzialmente tutte le autorizzazioni preliminari e sono stati fatti gli espropri. A differenza di Orlando – continua Rixi – io non ho intenzione di far aumentare i pedaggi autostradali a dismisura, come prevedono le attuali concessioni, mentre l’opera non è ancora conclusa”. Dove si troveranno le risorse? “Spalmeremo il costo dell’infrastruttura nella vita utile della stessa e non solo per la durata limitata della concessione. Abbiamo trovato soluzioni a livello europeo, per fare in modo che non solo la Gronda, ma tutto il sistema autostradale italiano, possa essere rigenerato nei prossimi 15 anni. Pensiamo di investire oltre 60 miliardi”.
Si tratta di progettualità che, spiega il leghista, hanno bisogno di continuità per essere portate a termine. “Con amministrazioni locali il più possibile allineate al governo nazionale. Vale anche per il tema della portualità”. Per il viceministro infatti la situazione geopolitica offre nuove occasioni all’Italia e alla Liguria. “Il paese oggi è molto più appetibile a livello mondiale e i porti liguri saranno fondamentali per la logistica europea, ma vanno collegati con il resto del continente se non vogliamo perdere questa occasione”.
A proposito di porti, il gruppo Spinelli ha scelto due esponenti della sinistra, David Ermini e Mario Sommariva, per incarichi di primo livello. Che idea si è fatto? “E’ la solita doppia morale. Non parlo dei singoli che hanno legittimamente fatto una scelta professionale. Ma la sinistra fino al giorno prima dipingeva il gruppo Spinelli come la fonte di ogni malaffare. E’ evidente che la loro era solo una narrazione giustizialista. Non si può criminalizzare un intero gruppo industriale, quando sono in ballo risorse e posti lavoro”.
Al Foglio l’ex presidente Giovanni Toti ha detto che qualche volta Bucci è stato troppo timido nel rivendicare la sua l’eredità. E’ così? “Toti è stato un bravo presidente, ma è stato colpito duramente su questa vicenda. Il tema del patteggiamento ha avuto anche un impatto sull’elettorato. Ma io non penso che Bucci sia stato timido. Ha detto più volte che negli ultimi 8 anni in regione sono state fatte tante cose buone. L’eredità non riguarda una persona singola, ma un progetto politico. E noi – conclude Rixi – lo rivendichiamo”.