Il retroscena

I giorni della Santa entrano nel vivo. E dentro FdI c'è chi pensa Foti ministro

Simone Canettieri

Oggi la prima udienza per il rinvio a giudizia della ministra, la prossima settimana la seconda. Nel partito di Meloni in caso di processo si fa largo l'ipotesi del capogruppo alla Camera

I giorni della “Santa” sono preceduti, come vuole la liturgia, dal mistero. In caso di rinvio a giudizio della titolare del Turismo come si comporterà Giorgia Meloni? E se la premier dovesse optare per le dimissioni, soprattutto in caso di processo per truffa all’Inps durante il Covid, chi arriverà? In un partito, Fratelli d’Italia, dove la linea la dà una persona e l’intendenza segue senza dibattito adesso spunta la suggestione Tommaso Foti. E’ il capogruppo dei meloniani alla Camera. “Gli vogliono bene tutti”. Si immola per la causa, ma senza eccessi di realismo. Per lui sarebbe una sorta di “premio” alla carriera. “Le sue quotazioni sono in ascesa”, dicono da Via della Scrofa, senza i classici doppi giochi di chi tira fuori un nome solo per bruciarlo. Sarebbe una scelta con effetto domino, ma meglio procedere con calma.

 
Anche perché Daniela Santanchè da quanto dichiara e da come si muove sembra essere a conoscenza di almeno due cose: che non sarà rinviata a giudizio in nessuno dei due procedimenti che la riguardano o che la premier chiuderà un occhio spostando l’asticella a un’ipotetica e lontana condanna (vista anche la vicenda, seppur molto diversa, di Matteo Salvini per il quale la procura ha chiesto sei anni per il processo Open Arms). La “Pitonessa” anche ieri si è come comportata se niente fosse (giustamente). In sequenza ha parlato di crociere (“l’Italia punta a 14 milioni di passeggeri”), di click day per turismo e immigrazione “sicura”, di rendite catastali, ha partecipato al Consiglio dei ministri, ovviamente, ma anche alle celebrazioni in Senato per i cento anni della radio (difesa dall’amico e presidente del Senato Ignazio La Russa: “Non sono d’accordo con la ghigliottina automatica”). Insomma, come cantava Claudio Baglioni: “Io sono vivo e sono quiiiii”. Ieri era la vigilia di una giornata particolare: oggi a Milano prende il via l’udienza preliminare per l’accusa di falso in bilancio. Fanno fede queste dichiarazioni per nulla timorose dei verdetti del gup: “Non mi pare ci sia qualcuno che abbia mai fatto un appunto sulla mia funzione di ministro”. Ecco perché dopo l’udienza milanese volerà a Brucoli, in Sicilia, per l’iniziativa di Fratelli d’Italia (dove potrebbe anche far capolino, domenica, Giorgia Meloni: quotazioni al 50 per cento). La settimana prossima Santanchè sarà alle prese con un’altra udienza preliminare: quella che riguarda la truffa ai danni dell’Inps, dunque dello stato, per la cassa Covid ai dipendenti delle sue società.  E’ considerato, questo, il passaggio più ostico.  Meloni ufficialmente non si è mai espressa. Da quanto trapela Palazzo Chigi è per la linea dura: dimissioni, ma sono così tante le variabili, anche umorali, che tutto può succedere. “Lo scalpo” politico della Santa concesso alle opposizioni,  nel bel mezzo della campagna elettorale per la Liguria e dopo l’addio di Gennaro Sangiuliano, sarebbe un colpo difficile da digerire per la premier. E quindi? “Vediamo”. “Aspettiamo”. Mi sto occupando di altro, delle guerra per esempio”. Chi la conosce molto bene racconta: “Giorgia non ha ancora messo la testa sulla vicenda Santanchè, ma appena accadrà un fatto in dieci minuti troverà la soluzione”. In caso di dimissioni ecco dunque che spunta l’ipotesi Foti: veterano, capelli bianchi d’esperienza, sobrio e alla sesta legislatura, ultime due con FdI (regola aurea adottata per entrare nel governo e nel sottogoverno). Avrebbe la meglio su Gianluca Caramanna, deputato e consigliere della Santa, per i realisti detrattori una sorta di ministro ombra per capacità, rapporti e conoscenza dei dossier. Se è vera l’ipotesi Foti, come fonti di primo piano dicono a questo giornale, allora si creerebbe il tema del suo successore nel ruolo di capogruppo. Anche qui si fanno due nomi, entrambi generazione Atreju: Carolina Varchi e Manlio Messina, attuale vice di Foti, metà uomo e metà dichiarazione ai tg. Di sicuro, il capogruppo naturale di Fratelli d’Italia, gruppo che risente della fase un po’ così di Francesco Lollobrigida, sarebbe Giovanni Donzelli. Tuttavia il “Donze” è  il motore del partito, con Arianna Meloni, colui che si occupa dell’organizzazione di Fratelli d’Italia. A suo modo è insostituibile, anche perché il vice è Massimo Milani, deputato romano considerato molto vicino a Fabio Rampelli. Che incastri, che panchina corta. Sono tutte valutazioni che Meloni ha ben presente: conosce FdI meglio del giardino della sua nuova casa ecco perché prende tempo e attende gli eventi giudiziari. Si parla e si fanno congetture in Trasatlantico e in Via della Scrofa con un’unica sicurezza: “Se Giorgia chiama nessuno può  dirle di no”.  La chiamano “modalità Garibaldi a Teano”: obbedisco.

  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.