(foto LaPresse)

Il colloquio

Furio Colombo: “Bene il no alle piazze pro Pal. Schlein ambigua su Israele”

Luca Roberto

L'ex parlamentare e direttore dell'Unità: "Ha fatto bene Piantedosi a vietare le manifestazioni il 5 ottobre. La sinistra continua a confondere governo israeliano e popolo ebraico"

“Il Viminale ha fatto bene a vietare le manifestazioni del 5 ottobre. Il rischio di sbandate, in una situazione già fuori controllo, era troppo grande. Sono assolutamente d’accordo con Giuliano Ferrara quando dice che va bene manifestare per la Palestina, ma uno stato democratico non può dare libero sfogo alle ostilità antiebraiche”. Furio Colombo la materia la conosce bene. Ex deputato e senatore eletto con il Pds e poi con l’Ulivo, storico direttore dell’Unità, da anni è uno degli animatori del gruppo “Sinistra per Israele”. E’ dallo scorso 7 ottobre che osserva con preoccupazione quel che avviene alle nostre latitudini, con un sovrappiù di inquietudine rivolto al suo campo: la sinistra. “Gli attacchi a Liliana Segre sono una follia, una bestemmia, sono offensivi anche solo a leggerli. Ma il problema è più grave, costante e pericoloso: mette la sinistra in un angolo di incoscienza e incapacità nel capire davvero cosa sta succedendo nel mondo”, ragiona Colombo col Foglio. “Anche il Pd potrebbe fare molto di più, è evidente. C’è un vacillare continuo nella linea che meriterebbe una revisione radicale”. Vuole dire che nemmeno la segretaria Elly Schlein la sta convincendo? “Nonostante le speranze riposte in lei, la sinistra continua ad avere una posizione ambigua e sbagliata non sulle singole operazioni militari di Israele, questo sarebbe legittimo. Il problema è che si continua a far ricadere sull’intero popolo ebraico delle responsabilità che evidentemente appartengono solo al governo d’Israele”.

 

Anche i reiterati doppi standard operati, per esempio, da Giuseppe Conte, da Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, sempre pronti a denunciare le illegalità di Israele ma mai tenendo conto del fatto che dall’altra parte ci sono organizzazioni terroristiche, aggravano il quadro? “Sono dei passi indietro e io mi dissocio da queste posizioni che, lo ripeto, rischiano di equiparare la politica di Netanyahu, verso cui uno può esprimere tutte le sue legittime critiche e preoccupazioni, alle responsabilità del popolo israeliano. Finendo col mettere a repentaglio l’identità e l’esistenza stessa di Israele”. Anche perché, alimentando certe posizioni da piazza, il rischio è sempre quello di prestare il fianco a chi urla “Palestina libera dal Giordano al Mediterraneo”, e  invoca la cancellazione dello stato ebraico. “Ecco perché nonostante vietare manifestazioni sia sempre difficile, in questo caso il ministro Piantedosi ha fatto bene. Il rischio che si trasformassero in un veicolo di apologia del terrorismo era troppo grande”, aggiunge ancora il giornalista, tra i fondatori del Fatto Quotidiano.

 

Colombo da sinistra mette nel mirino delle sue critiche anche le università, che nell’ultimo anno, a suo giudizio, non hanno dato granché prova di equilibrio, con un clima che settimana dopo settimana si è fatto sempre più inospitale per gli studenti di religione ebraica. “Le scene che abbiamo visto meritano una riflessione allarmata. Purtroppo è vero: gli atenei hanno avuto dei cedimenti colpevoli. E nei luoghi in cui bisognerebbe diffondere la conoscenza, la scusa di non aver capito i termini di queste derive antisemite non può essere invocata in alcun modo”.

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  • Luca Roberto
  • Pugliese, ha iniziato facendo vari stage in radio (prima a Controradio Firenze, poi a Radio Rai). Dopo aver studiato alla scuola di giornalismo della Luiss è arrivato al Foglio nel 2019. Si occupa di politica. Scrive anche di tennis, quando capita.