Il racconto

Grasso e Franceschini lunedì presentano i rispettivi libri alla stessa ora. Panico nella Ztl: "Da chi vado?"

Simone Canettieri

Il portavoce del presidente della Repubblica sarà all'Auditorium, il senatore del Pd alla libreria Sette in centro. Due romanzi e un parterre diviso

Sarà il lunedì dello scisma. Mezza Roma, una certa Roma, da giorni si arrovella. Chiede consigli, fa calcoli personali. Dilemmi amletici. Non si tratta di essere o non essere. Ma di dove essere: da Dario Franceschini o da Giovanni Grasso? Dall’eternità di foresta del Pd e riserva della repubblica o dal “figlio” del Quirinale? C’entra la letteratura, secondo lavoro e passione di entrambi i protagonisti di questo campo stretto della copertina. Il fatto è semplice: lunedì alle 18.30 il senatore del Pd Franceschini presenterà la sua ultima fatica “Aqua e tera” (Nave di Teseo) alla libreria Spazio Sette in via dei Barbieri. In contemporanea, all’Auditorium di Santa Cecilia, il portavoce del capo dello stato alzerà il velo sul suo ultimo romanzo “L’amore non lo vede nessuno” (Rizzoli). Cinque chilometri dividono i due appuntamenti. Trenta minuti in auto, cinquantadue con i mezzi, ventisette in bici. Quarantacinque minuti a piedi. Sì, ma che fare? Da chi andare? 


Certe presentazioni letterarie nella capitale – e queste rientrano nel catalogo a pieno titolo – sono nuvole, vapori e profumi da respirare, ma che non si devono bere. Conta il parterre, più della fila al firmacopie. Il chi c’era. Ma questo tra Franceschini (da sempre l’uomo dem che parla con Sergio Mattarella a nome della ditta) e Grasso (il giornalista che da quasi dieci anni è voce e hombre vertical del presidente della Repubblica) è un derby  spassoso. Questo sì letterario. Da agile guida ai Palazzi. Due dotte barbe con la penna.

Lunedì i due, cresciuti nella sinistra Dc, si contenderanno i grandi lettori, che sono meglio degli elettori. L’ex ministro della Cultura, l’onorevole scrittore, ha sfornato un tributo  à la Bassani per la sua Ferrara. Con un amore arcobaleno tra due ragazze al tempo della guerra che rientra benissimo, per i maliziosi alla ricerca di forzosi appigli contemporanei, nel nuovo corso del Pd schleiniano. Romanzo storico e famigliare, che tanto piace alle lettrici con un pizzico di realismo magico. Grasso, invece, questa volta tira fuori una storia, con tinte gialle, per indagare su amore e tradimento, caduta e riscatto, tolleranza e perdono. L’ombra di Mattarella, che per prassi poco commenta e al massimo osserva, è scrittore dalla mano veloce e dal riconoscimento continuo. Così tanti premi che, messi insieme, sono alti come un corazziere munito di elmetto: “Opera italiana”, “Artis Suavitas”, “Amalago”, “Buone notizie”, solo per citare gli ultimissimi, meritatissimi. 
Lunedì si sfidano, ma i due si vogliono bene e sono amici, due cultori del potere della parola traversa. Sono accomunati da una prassi curiosa. Per lavoro, seppur diverso, parlano poco e niente in pubblico. Tuttavia quando lo fanno è subito epifania: notizie con le stellette. Franceschini è il politico dell’intervista definitiva, rara come un Gronchi rosa. Grasso tutto sa, ma smussa e armonizza, sempre in forma impersonale, dall’alto del Colle. Al massimo un sì o un no. Entrambi, a modo loro, tracciano la linea, senza farsi vedere con la matita in mano, e poi però di notte scrivono e forse si sfogano così. 

E quindi: che dilemma lunedì per la mejo Ztl di Roma. Anche il formato dei duellanti, con ambizioni da Strega e da film e da teatro, è molto simile. Perché ormai se partorisci un libro ma poi non hai un attore al tuo fianco insomma non va bene: è serie B, è subito Colle Oppio. Franceschini potrà contare su mister Mixer Giovanni Minoli, taccuino della Repubblica, e sull’interprete Anna Foglietta. Grasso sarà sostenuto dalla giornalista Agnese Pini e dal duo Greta Scarano-Cesare Bocci, insieme nella fiction zingarettiana (nel senso di Luca) del “Commissario Montalbano”. Più il quintetto jazz di Stefano Di Battista ad allietare gli ospiti. Ingresso libero di qua e di là, all’Auditorium e nella libreria nei pressi del Teatro Argentina. Ma che baco, che assillo:  dove andare? E sarà possibile fare la spola, cambiandosi giacca e cravatta per farsi vedere e salutare entrambi anche solo con un cenno della manina: “Ciao, Dario”. “Eccomi, Giovanni”. Non saranno ammessi franchi tiratori, ma al massimo sinceri lettori-adulatori.

Di più su questi argomenti:
  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.