L'intervista
Valentina Palmisano (M5s): "Fitto commissario Ue? Non lo voto. È inadeguato"
L'eurodeputata grillina è una dei componenti della commissione Sviluppo regionale che audirà l'ex ministro e rappresenterà la Sinistra Ue: "Non capisco come i socialisti, e soprattutto il Pd, possano sopportare di dare il loro voto a una persona spalleggiata da personaggi come Salvini, Le Pen od Orbán"
Bruxelles. "Guardi, glielo anticipo: il mio voto su Raffaele Fitto sarà negativo". Dei 720 eurodeputati, quelli chiamati effettivamente a esprimere il loro voto su Raffaele Fitto saranno, con ogni probabilità, solo 8. E una di loro, l’eurodeputata pugliese del Movimento 5 Stelle, Valentina Palmisano, spiega al Foglio di aver già deciso che voterà contro il candidato commissario del governo italiano.
Raffaele Fitto sarà infatti audito esclusivamente dagli eurodeputati della commissione Sviluppo regionale (Regi) dell’Eurocamera a novembre, un esame al termine del quale solo i coordinatori dei vari gruppi politici della commissione stessa, tra cui Palmisano in rappresentanza della Sinistra Ue, dovranno decidere se promuovere il candidato, richiedere ulteriori informazioni o respingere in toto le aspirazioni europee del ministro italiano. "Ascolterò con grandissima attenzione tutto quello che avrà da dire e spero ci possano essere sorprese, che però al momento non vedo. Per ora non riteniamo assolutamente adeguato il nome di Raffaele Fitto", spiega Palmisano.
Le ragioni della bocciatura pentastellata sono molteplici. "Avevamo già avuto modo di non apprezzarlo e di ritenerlo inadeguato per quanto riguarda la gestione del Pnrr", afferma Palmisano, che sottolinea il paradosso di aver scelto Fitto "poco dopo la sua bocciatura da parte della Corte dei conti, uno strano giochetto politico", secondo l’eurodeputata. Le problematiche, inoltre, non riguardano solo la persona, ma anche l’impianto politico della scelta di avere un commissario di Fratelli d’Italia. Secondo Palmisano, "Fratelli d’Italia si è astenuta sul voto sul Next generation Eu, la più grande riforma europea degli ultimi 50 anni, e ora Fitto pensa di gestire una delega su un tema che il suo partito non ha sostenuto?", chiede l’eurodeputata pugliese. Contraddizioni in Europa come in Italia. "Fitto viene da un partito che sostiene un governo promotore della legge sull’autonomia differenziata. Che tipo di coesione vuole promuovere chi spacchetta il paese?", aggiunge Palmisano.
Ma il fronte favorevole a Fitto a Bruxelles è trasversale, e con l’emergere insistente di una maggioranza alternativa formata dai Popolari e dalle destre del Parlamento europeo, Fitto potrebbe passare con un sostegno che va dai popolari alle destre dei Patrioti. "Non mi sconvolgerebbe", precisa Palmisano. "Del resto Fitto ha un profilo di destra, quindi rientra perfettamente nei canoni della destra europea di Salvini e dei suoi alleati".
A preoccupare l’eurodeputata grillina però è un altro aspetto: "Non capisco come i socialisti, e soprattutto il Pd, possano sopportare di dare il loro voto a una persona spalleggiata da personaggi come Salvini, Le Pen od Orbán". Il primo democratico ad aver aperto le porte al sostegno a Raffaele Fitto è stato il conterraneo Antonio Decaro, una scelta che lascia perplessa Palmisano. "Io Decaro lo apprezzo molto, da pugliese l’ho stimato sia come sindaco di Bari sia come politico. E’ una persona a cui mi sento molto affine, ma proprio per questo mi ha sorpreso il fatto che si sia esposto così tanto", dice ancora l’eurodeputata. "Certo, magari hanno collaborato quando Decaro era sindaco di Bari, però esporsi dà anche un messaggio politico. Insomma, mi ha un po’ stupito questo endorsement, le dico la verità", confessa Palmisano.
D’altronde, i rapporti tra Pd e Movimento 5 Stelle sono ai minimi storici, e la questione Fitto alimenta una spaccatura che si allarga giorno dopo giorno. "Noi non siamo d’accordo con l’Europa dell’austerity, con l’Europa dei patti di stabilità, con l’Europa che vuole l’escalation militare e con l’Europa di guerra. Il Pd invece ha votato per questa visione d’Europa, quindi farà le sue scelte". L’eco del funerale del campo largo arriva, dunque, anche a Bruxelles. "Il Pd vuole a tutti i costi aprire le porte a Renzi – conclude Palmisano – anche a costo di allontanarsi dal Movimento 5 Stelle, e per me questa è una scelta irresponsabile in Italia come in Ue".