il racconto

Triste Pontida. Gente poca, Vannacci superstar. Orban: “Salvini eroe. Bruxelles va occupata, presa”

Carmelo Caruso e Alessandro Luna

Tra odore di salamelle, video di Salvini sotto processo e ampi spazi vuoti, ecco la prima Pontida punkofascia. Il verde Lega è solo un ricordo. Il vicepremier dal palco: "Ritiriamo la cittadinanza agli stranieri che delinquono"

Pontida. Gente poca, fango tanto. Forse pioggia. Si apre Pontida e l’attesa non è per Salvini ma per Orban che ieri sera ha mangiato la tinca. Gli stand pieni sono quelli del meridione, Calabria e Campania. Il generale stivalone Vannacci viene inseguito dall’inviato spiritato delle Iene e dice che forse si prende la tessera. C’è odore di salamelle. Video di Salvini sotto processo. Riccardo Molinari è l’unico che parla di autonomia. Max Romeo sogna la segreteria della Lombardia. Un militante urla “sventolare” per coprire i buchi. Si attende il discorso di Giorgetti il “signor sacrifici”. Si Apre Pontida la prima punkofascia ma il popolo dov’è ? Domina il colore scuro, il nero. Il verde è un ricordo.

Il governatore Attilio Fontana è il più rispettato, “galantuomo”, Calderoli avvisa che i bergamaschi “non sono coglioni” e difende la sua autonomia ma è Vannacci che straparla. Dice: “La nostra italia non vogliamo cambiarla con nessuno altro”; “non vogliamo cedere sovranità alla istituzioni europee”; “noi non svenderemo la cittadinanza perché è una eredità che gli italiani si sono guadagnati sul Carso”. Urla. Bravo. Il Generale si è calato nella parte. “Il Marocco mi da la cittadinanza? La Nigeria?”. E in coro: “No!!!!”. “Non c’è motivo di regalarla agli altri”; “siamo con Salvini”; “noi oggi siamo qui pronti a difenderlo”. Si è montato la testa: “Siamo qui per il nuovo corso della Lega. Siamo qui per onore”. E se la prende con i “voltagabbani”. Ma Vannacci è pure lo storico: “A Lepanto abbiamo sconfitto gli ottomani. Consacrato la supremazia dell’Europa”. E promette: “Io sono qua nella Lega, io credo nella parola data”. Giorgetti, attaccato per la sua intervista a Bloomberg, si difende e promette invece: “Io so fare distinzioni. So chi può fare i sacrifici. Sono figlio di un pescatore e di un operaio tessile”. Stanno per arrivare i punkofasci.

 

Il delegato ceco, il primo, si genuflette: “Incredibile che un ministro come Salvini sia a processo”. Poi è il turno dell’altro delegato, Petr Macinka, che i leghisti lo prendono in giro “Milka?”, e attacca: “Salvini è la persona più coraggiosa d’Europa. Ci sono leader che hanno a cuore la sicurezza dei cittadini, che non vogliono l’inondazione. Bisogna fare delle statue a queste persone”. Prima del raduno punk, Luca Zaia ricorda che in democrazia lui ha preso il 77 per cento (il bandierione del Veneto si imbroglia e srotolarlo è una fatica, ma Super Zaia intrattiene: “Olà!”). Fedriga onora le vittime di Israele ma il più trombone di tutti è il ministro dell’Istruzione, Valditara che insolentisce la sinistra e “L’egualitarismo grigio che massimizza le diseguaglianze”. 

Quando arriva Marlene Svazek, la vicepresidente austriaca di Fpo, parla in italiano, un invasato grida un “bravaaaaaaa”, un brava che si sente fino a Olgiate Olona. “È questa l’Europa che vogliamo? No! Con ‘coraccio’ come ha fatto Salvini. Un’Europa dove si può ascoltare musica popolare e non penso a Gigi D’Agostino”. Abbiamo anche il sosia del capitano, il portavoce di Vox, Fuster e addirittura paragona “la sinistra ai golpisti”. Bum, bum.

Il sosia di Salvini continua con frasi tipo “Unione di molti forma dighe di contenimento; abbiamo combattuto contro la tirannia nel territorio di Maria. Abbiamo scoperto l’America. Adelante”. Uno spasso. Bolsonaro spedisce invece la cartolina saudade: “Salvini, in bocca a lupo. Io la mia parte l’ho fatta. A casa nostra entra solo chi vogliamo noi”. Acciaccato. 

Il premio vestito meglio lo vince Andrea Ventura leader portoghese di Chega: “Ci sono tanti motivi per stare qui. Il nostro amico Salvini è perseguitato nel suo paese e non per un motivo qualsiasi, ma per difendere le vostre frontiere. Abbiamo bisogno di più Matteo Salvini. Noi siamo con Israele. Salvini vincerai tu”.  Era vestito meglio ma prima dell’arrivo, virtuale, videocollegato, di Jordan Bardella (che i “giochi di palazzo hanno tenuto lontano dal governo”, dice lo speaker che non è più l’indomabile Daniele Belotti) e che esordisce con “Matteo è perseguitato dalla sinistra. Sul banco degli imputati devono andarci quelli delle ong”. 

Sono i magnifici perdenti, dopo Bardella Gert Wilders, l’olandese mesciato, che la spara: “Matteo io ti amo”. Smack. “La prossima settimana tu sarai il nostro eroe. Non sarai mai solo”. Smack. “Tommaso d’Aquino ha detto che il patriottismo è una virtù e voi siete uomini virtuosi”. Manca solo il rosario da esibire. 

Alle 13,20, il clou: Orban, panza e presenza. Viene presentato come l’uomo che terrorizza la sinistra. Parte il coro “Orban” e lui, il magiaro crasso, con il traduttore di fianco, inizia: “In Ungheria festeggiamo Salvini come un eroe. Vergogna per la sinistra e per l’Europa. La libertà è insita nel sangue di tutti e due i popoli, italiani e ungheresi, e noi siamo i loro eredi. L’Italia è degli italiani , l’Ungheria è degli ungheresi e i comunisti”. Poi si domanda: “Cosa mai potrò darvi io a voi? Una cosa sola: posso raccontarvi le mie esperienze. L'Europa è invasa dalle politiche di sinistra, viviamo sull’oceano dell’ egemonia di sinistra”. Un leghista: “Riprenditi la Salis”. Orban: “La madre è donna e il padre è padre. Nel nostro paese entra solo chi ha il nostro permesso. In Ungheria il numero dei migranti è zero! I burocrati di Bruxelles puniscono l’Ungheria. Ogni giorno sborsiamo un milione di euro perché non facciamo entrare i migranti. È una vergogna di Bruxelles. Se ci puniscono trasporteremo i migranti e li deponiamo a Bruxelles”. Brividi. Di paura. Prende i soldi dall’Europa ma sputa sull’Europa: “Europa è un posto peggiore rispetto ad anni fa. Noi ci preoccupiamo per il futuro dei nostri figli. Fa paura pensare come sarà Europa tra dieci anni”. La parola spaventosa: Bruxelles va occupata, presa. Ci riprenderemo Varsavia”. In pratica è per invadere la Polonia. 

Il finale è per Salvini, un lord a confronto: “Revochiamo la cittadinanza per chi delinque. Nessuno fermerà la santa alleanza dei popoli Europei”. Il Cielo ci pensi.

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