Passeggiate romane
Schlein ha un'idea proporzionale per rendere il campo ancora più largo
La segretaria dem pensa di sfruttare la legge elettorale per superare le divergenze. Come? I nomi più discussi sarebbero presenti nella parte proporzionale di ogni partito, sotto le insegne della formazione politica di appartenenza. Nella quota maggioritaria, invece, andrebbero solo i candidati non divisivi. Intanto Gualtieri punta al bis da sindaco
Alcuni maggiorenti del Partito democratico avevano suggerito a Elly Schlein (non in via diretta, perché la leader del Pd, si sa, non ama parlare volentieri con i capicorrente, ma tramite i suoi fedelissimi) di convocare un vertice con il Movimento 5 stelle e Avs per dirimere la difficile situazione che si è venuta a creare sul fronte delle elezioni regionali. Però la segretaria alla fine ha deciso di non convocare nessuno. Niente tavoli. L’idea della leader dem è che certe alchimie politiche farebbero solo perdere consensi. E poi, comunque, a quel tavolo non avrebbe potuto convocare Matteo Renzi, visti i rapporti con Giuseppe Conte, e invece Schlein giudica imprescindibile anche l’apporto dei moderati, tanto da dichiarare che “Pd, M5S e Avs da soli non bastano”. Meglio allora cassare il vertice e parlare di scuola e sanità. “Questi sono i problemi che interessano ai cittadini”, fanno trapelare al Nazareno.
Come pensa allora Elly Schlein di riunire la coalizione di centrosinistra in vista delle prossime elezioni politiche? Utilizzando quella quota di proporzionale presente nell’attuale legge elettorale. I nomi più discussi (quello di Matteo Renzi, per esempio, sempre che il senatore di Scandicci decida di continuare la sua esperienza in politica) sarebbero presenti nella parte proporzionale di ogni partito, sotto le insegne della formazione politica di appartenenza. O, meglio ancora, sotto le insegne di una futura formazione di centro. Nella quota maggioritaria, invece, andrebbero solo i candidati non divisivi. Basterà questo espediente per riuscire e mettere insieme Renzi, Calenda, Conte e Fratoianni? Questo lo dirà solo il tempo. Nella sua campagna personale per conquistare Palazzo Chigi, Schlein ha deciso di giocare “a specchio” con Giorgia Meloni. In altri termini, la segretaria del Partito democratico intende marcare stretta la presidente del Consiglio, concentrandosi solo su di lei. Così, mentre la settimana scorsa la premier ha incontrato a palazzo Chigi Larry Fink, l’ad del fondo statunitense BlackRock, la leader del Pd ha incontrato a Milano, insieme ad altri esponenti del mondo della finanza e imprenditori, Bruno Rovelli, managing director e chief investment strategist di BlackRock . Poi dopo qualche giorno ecco che Elly e Giorgia si sentono a fanno il punto sulla situazione mediorientale.
Sandro Ruotolo e Marco Sarracino, gli emissari di Elly Schlein in Campania, avevano fatto sapere già qualche giorno fa a Enzo De Luca che non vi era nessuno spazio per aspirare al terzo mandato. E la reazione del presidente della Campania è stata quasi immediata: si ricandiderà con o senza l’appoggio del Partito democratico. Intanto i 5 stelle insistono per avere il candidato alla guida di quella regione in nome del fatto che finora hanno la sola Sardegna, mentre in tutti gli altri casi hanno appoggiato candidati del Partito democratico o civici. La situazione in Campania si è fatta esplosiva e anche se le elezioni non sono dietro l’angolo al Pd sono preoccupati per la piega che potrebbero prendere gli eventi. Sempre a proposito di regionali: al Partito democratico masticano amaro perché in Umbria la candidata Stefania Proietti sembra non sfondare, mentre la candidata del centrodestra, l’uscente Donatella Tesei, ha stretto l’accordo con il sindaco di Terni Stefano Bandecchi molto discusso, ma macchina da guerra dei consensi in tutta la provincia ternana.
Qualcuno si è stupito quando, qualche giorno fa, nel pieno del braccio di ferro tra Pd e 5 stelle, mentre la tensione aumentava, Roberto Gualtieri ha avuto parole di apprezzamento nei confronti di Giuseppe Conte, lodandone la “svolta coraggiosa”. I maligni hanno interpretato quell’uscita come il tentativo da parte del sindaco di Roma di ingraziarsi il leader dei 5 stelle per ottenere l’appoggio del M5S quando di affronterà la questione della sua ricandidatura, visto che il sostegno del Pd non è poi tanto granitico.