(foto Ansa)

verso le regionali

L'Orlando avvisato. L'apprensione degli industriali liguri: “Basta ambiguità sulle grandi opere”

Luca Roberto

Nel ceto produttivo c'è preoccupazione per la scarsa attenzione del centrosinistra verso Gronda e diga foranea. Gozzi (Duferco): "Dicano prima delle elezioni le opere che saranno completate". Risso (Confindustria Genova): "Senza infrastrutture difficile fare proposte di sviluppo"

Sulle grandi opere non sono concesse ambiguità da parte della politica. Tutti i candidati devono dirci quali infrastrutture completeranno o meno qualora venissero eletti. I collegamenti e il completamento delle infrastrutture portuali sono troppo importanti per poter uscire dal nostro naturale isolamento”. L’opinione di Antonio Gozzi, patron del colosso siderurgico Duferco, è condivisa dalla generalità degli industriali liguri. Che guardano alla prossima contesa regionale e si augurano che non si imbocchi un inversione nel processo di crescita. “Quello che abbiamo sempre chiesto è una continuità, non tanto politica, ma nella realizzazione delle grandi opere”, spiega al Foglio il presidente di Confindustria Genova Umberto Risso. “E’ ovvio che si deve parlare di sviluppo, di miglioramenti, e ognuno ha la sua ricetta. Ma se non metti a posto le cose di base che possono permetterti un reale sviluppo di una città come Genova che fino a qualche anno fa bocchegguava, tutto il resto rischiano di essere solo parole”.

 

A mezza bocca, nei conciliaboli riservati (ma non solo) hanno destato qualche preoccupazione le uscite di Andrea Orlando, esponente del Pd candidato della coalizione di centrosinistra. Se da una parte, all’inizio della campagna elettorale, Orlando aveva rassicurato Azione e Carlo Calenda dicendo che sulle grandi opere non si sarebbero fatti dei passi indietro, dall’altro, quando s’è trattato di presentare il programma elettorale del centrosinistra, al tema delle grandi opere non è stato concesso granché. La Gronda e la diga foranea, per dire, non compaiono nemmeno nel documento presentato agli elettori. E il perché è presto detto: all’interno della coalizione di centrosinistra i Cinque stelle, ma anche l’ex candidato alla presidenza Ferruccio Sansa, alla Gronda si oppongono da anni. E infatti la formula utilizzata dall’ex ministro Orlando per rassicurare proprio gli industriali, dicendo che “le opere già finanziate saranno portate a termine”, si muove proprio in questo crinale di ambiguità. Per la Gronda sono già stati spesi 4 miliardi di euro ma per l’adeguamento all’inflazione c’è bisogno di reperire nuove risorse. Il ceto produttivo l’importanza strategica della Gronda l’ha espressa in svariate occasioni, da Risso all’omologo presidente di Confindustria Liguria Giovanni Mondini, ma il reperimento di nuovi fondi non si è sbloccato. Complice soprattutto la contrarietà delle opposizioni al sindaco di Genova Marco Bucci (candidato governatore del centrodestra) e all’ex presidente Giovanni Toti. 

 

Ma per quel che riguarda la diga foranea, le apprensioni degli industriali sono ancora più forti. Nell’ottica dello sviluppo di Genova, il completamento dell’opera dovrebbe servire proprio ad ampliare i flussi di arrivi, accogliendo navi più grandi. “E se vince Orlando, che alla diga foranea sembra non interessarsi, cosa succede?”, è la domanda che hanno iniziato a farsi negli ambienti produttivi della regione. Cogliendo le grandi contraddizioni di una coalizione che è finita a litigare sull’ingresso di Italia viva, sotto le pressioni di una sinistra a sinistra del Pd (non solo i Cinque stelle ma anche Alleanza verdi-sinistra) che a queste latitudini le grandi opere le hanno sempre osteggiate. “E’ ovvio che il clima e le prese di posizione pre elettorali lascino un po’ il tempo che trovano”, dice ancora il presidente Risso al Foglio. “Ma quello che come Confindustria ci siamo sempre augurati è la ricostruzione dello spirito del Ponte Morandi, perché ci sono necessità che vanno oltre la destra e la sinistra. Le cose da fare le conosciamo da 30-40 anni. Solo dopo aver fatto le opere uno può fronteggiarsi su modelli di sviluppo diversi”.

 

Alcuni imprenditori, poi, avrebbero gradito una maggiore articolazione delle proposte messe in campo, per esempio quella di Orlando quando ha parlato, con il sostegno della segretaria del Pd di Elly Schlein, di “reindustrializzazione sostenibile”. “Vogliamo capire meglio, nel concreto, di cosa si tratta”, conclude il presidente Gozzi.

  • Luca Roberto
  • Pugliese, ha iniziato facendo vari stage in radio (prima a Controradio Firenze, poi a Radio Rai). Dopo aver studiato alla scuola di giornalismo della Luiss è arrivato al Foglio nel 2019. Si occupa di politica. Scrive anche di tennis, quando capita.