Festa dell'Ottimismo

Calenda: "Su Stellantis Landini non ha mai detto una parola. Aspetto ancora la sua querela"

Il segretario di Azione: "Il green deal? Un disastro, non è una transizione giusta. Urso non ha un'idea di politica industriale. Siamo pronti a collaborare con il governo per l'interesse comune, siamo al centro per questo. Non faccio il cespuglio della sinistra come Renzi"

"La transizione verde? Non è un problema, è un disastro". Lo ha detto il segretario di Azione Carlo Calenda alla Festa dell'Ottimismo. Intervistato da Luciano Capone, l'ex ministro dello Sviluppo economico ha affrontato il tema della transizione verde: "La Commissione ha costruito un piano, che è il green deal, che nasce dalla volotnà di ridurre le emissioni entro il 2050. La realtà è che senza alcuna analisi di impatto credibile ha messo dei target che in nessun modo sono fattibili. La conseguenza di queste scelte non è banale". E si riflette anche sul piano industriale: "Ieri ho fatto l'audizione con Ceo di Stellantis. I veicoli elettrici non si stanno vendendo e questo fatto genera disoccupazione. Ma oltre all'automotive, questa situazione si riflette anche sul packaging, sui mix per le energie rinnovabili. Altro che problemi in Sardegna", ha detto.
 

La transizione in questi termini "distrugge l'economia e i posti di lavoro e provoca una frattura profondissima", spiega Calenda. "Risulta difficile da spiegare a un cittadino che ha un potere d'acquisto compresso, da anni, che deve prendere una macchina non disponibile, che costa tanto che ha poca autonomia. Noi come Europa emettiamo il 9 per cento di emissioni globali. Quando chiude una acciaieria cosa succede? La si sposta in un paese dove costa la meno tassa sulle emissioni di Co2 e dove costa meno la manodopera. Succede, quindi, che hai un aumento di emissioni, un aumento di disoccupazione e riduzione della crescita complessiva. Non penso che si tratti una transizione giusta, ecco".
 

La transizione green è un tema che è sempre dentro ai programmi della sinistra, ma nel concreto le idee sono sempre più complicate: "La concretezza non c'entra nulla con la raccolta del consenso, altrimenti avremmo un paese che cresce. Non frega nulla a nessuno di far accadere qualcosa. Abbiamo una sfida tra influencer, non tra politici. È un problema di tutto l'Occidente. Il risultato? Non succede mai niente e tutto rimane immobile ai cambiamenti. Il punto sul discorso ambientale è che è complesso, molto. Ci sono argomenti di una complessità tecnica che un volta la gente diceva 'magari ci crediamo, a chi ha le competenze per parlarne'. Oggi non ci si riesce più", spiega. "Le democrazie – aggiunge – non stanno funzionando proprio per questa ragione. Per quello che concerne ad Azione non c'è nessuna transizione green senza la riapertura delle centrali nucleari in Italia. I meccanismi sono complessi e chiunque li semplifica sta prendendo in giro gli elettori. La nostra è una posizione maggioritaria? No per ora questa concessione vale il tre per cento".
 

Il segretario di Azione vira poi su Stellantis e sulla politica industriale italiana. "Stellantis e politica. Qual è la politica industriale italiana? Quello che è andato in scena ieri è stato uno spettacolo abominevole. Urso non ha un'idea di politica industriale. Ma al di là di questo, sulla questione Stellantis sta accedendo qualcosa di più profondo", ha spiegato Calenda. "Ho avuto a che fare con Marchionne. Era un uomo durissimo. Ma era un uomo che ti diceva quello che pensava. Quello che è successo dopo la morte di Marchionne è stata una deliberata deindustrializzazione di questo paese raccontata sotto forma di palle agli italiani, dal primo secondo. Quando Elkann chiede di vendere Magneti Marelli e io chiedo al governo di usare il golden power, governo Conte II, e il governo non lo usa, Elkann promette che non si perderà un posto di lavoro: Marelli sta chiudendo dappertutto. Quando c'è la fusione Stellantis noi diamo 6 miliardi di garanzia, che di fatto consentono di pagarsi un dividendo da due miliardi e nove e vendere l'azienda, che infatti oggi è francese! La cassa integrazione di Stellantis è costata ai cittadini 703 milioni di euro e le fabbriche oggi sono praticamente chiuse. Mirafiori ha un crollo produttivo dell'83 per cento", attacca Calenda.
 

"Per moltissimi anni non è stata detta una parola: Landini sulla questione di Elkann non ha detto una parola! Ancora sto aspettando la querela. C'è quindi un punto, anche per i liberali. Essere liberali non significa che chi ha il capitale vince e chi fa l'operaio se lo piglia in saccoccia. Questo ragionamento ha una profonda ingiustizia. Quindi sì, siamo pronti con le altre opposizioni,  con un piano di politica industriale che spiega tutto. Il problema qual è? A Meloni l'ho detto: lavoriamo insieme. Non c'è mai una risposta. Così tutto diventa un gioco".
 

Un metodo di fare politica che però può essere disorientante per gli elettori: "Penso che c'è un pezzo di Italia che si è stancata di votare per ideologie. Ho votato un piano strutturale di bilancio che non avrebbe fatto neanche Monti per quanto è austero. Era più restrittivo di quanto chiesto dalla Commissione europea", dice ancora Calenda. Che esclude una volta ancora un'intesa strutturale con Pd e M5s.. "Cosa faccio? Il cespuglio della sinistra come Matteo?", si chiede.
 

Calenda conclude: "I cittadini ci hanno messo al centro per fare un lavoro di merito. Anche per entrare nella complessità delle cose. Quanto ci vuole? Il tempo che ci vuole. Quante volte falliremo? Quelle volte che serviranno. Il 50 per cento dei cittadini non vota più. La democrazia americana crolla, l'Europa sta finendo, e lo dice Draghi, l'Italia dovrà trovare il modo di pagare le pensioni entro 5 anni. Noi vogliamo continuare a giocare al giochino di società? Viviamo in un'epoca straordinaria, non ordinaria. Con la crisi del bipolarismo non si salverà nessuno e serve una forza che rimetta insieme la proposta politica con la realtà. Prima o poi succederà e nel frattempo bisogna avere la forza di avere lo sguardo alto e di ricominciare. Sono contento del nostro percorso nonostante i fallimenti e andrò avanti così".
 

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