Festa dell'ottimismo 2024

Mantovano: "Italia in Europa, con più concretezza e meno ideologia"

"Serve un linguaggio comune sulle migrazioni e meno burocrazia. L'Europa deve puntare su scelte concrete, non su automatismi politici o ideologici", dice il sottosegretario alla presidenza del Consiglio alla Festa del Foglio

"È il momento di occuparsi più di questioni concrete che di suggestioni ideologiche, provando a far prevalere le scelte politiche su automatismi." Con questa affermazione Alfredo Mantovano, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, offre uno sguardo lucido sulle sfide che attendono l’Italia e l’Europa nei prossimi anni. Intervistato dal direttore Claudio Cerasa alla Festa del Foglio, Mantovano delinea la visione di un’Europa chiamata a ritrovare il proprio ruolo in un contesto internazionale sempre più complesso, in particolare sui fronti delle crisi in Ucraina e medio oriente.

La necessità di una nuova stagione politica per l’Unione europea è uno dei punti centrali del discorso. Mantovano sottolinea come la macchina burocratica europea abbia finora dimostrato lentezze e inefficienze, frenando la capacità di risposta a emergenze e priorità strategiche. Per l’Italia, dunque, la sfida è doppia: contare di più in Europa e spingere per un'Unione capace di agire in maniera più incisiva. Secondo Mantovano, per ottenere risultati concreti, Bruxelles deve mettere da parte i giochi di potere delle élite burocratiche e concentrarsi su problemi reali, come l'immigrazione e la demografia, questioni che richiedono decisioni coordinate tra tutti gli stati membri.

Un tema cruciale sollevato nell’intervista è proprio quello dell'immigrazione. Mantovano insiste sulla necessità di un approccio comune a livello europeo, affinché i paesi membri parlino una "lingua unica" e trovino soluzioni condivise per gestire i flussi migratori, non solo regolando gli ingressi, ma anche creando opportunità di lavoro nei Paesi di origine. Un esempio concreto di questo impegno è il recente accordo tra Italia, Algeria e Cirenaica, che prevede la coltivazione di terreni locali e l'impiego di manodopera locale, evitando così che l'emigrazione diventi l'unica via percorribile per migliaia di persone. L'obiettivo è anche quello di incentivare una migrazione legale e ordinata, attraverso il decreto flussi che, come spiega Mantovano, prevede un numero significativo di ingressi regolari nei prossimi anni.

Nonostante ciò, il sottosegretario non nasconde che il percorso verso una gestione coordinata dell'immigrazione sia tutt'altro che semplice. I rapporti con paesi chiave come Germania e Francia sono spesso segnati da richieste di restituzione di migranti, ma senza un dialogo profondo con i paesi di partenza, non si può costruire una strategia efficace. Mantovano sposa così la visione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha proposto un super decreto flussi europeo, in cui la selezione della manodopera non sarebbe più una prerogativa dei singoli stati, ma un progetto comune dell’Ue.

Il tema dell'ottimismo, al centro dell'evento, è legato anche alla capacità dell’Europa di preservare la propria identità e autonomia rispetto alle dinamiche geopolitiche globali. Mantovano affronta in modo diretto la questione dell'influenza delle elezioni americane sul futuro dell'Europa, in particolare in caso di una possibile vittoria di Donald Trump. Tuttavia, il sottosegretario invita a non farsi condizionare troppo dalle scelte altrui: "Sarebbe molto provinciale dover adattare un tema come la difesa dell’Ucraina a quello che succederà in America." L’Europa, spiega, deve essere in grado di agire in base ai propri interessi, confidando nelle proprie potenzialità, piuttosto che dipendere dalle decisioni di altre potenze.

Un altro ambito dove l'Italia può giocare un ruolo significativo è quello dell'intelligence. Mantovano, che ha la delega per la sicurezza, spiega come oggi l’intelligence non sia più solo legata alla difesa militare, ma abbia un ruolo cruciale nell’economia. Il concetto di "intelligence economica" è fondamentale per tutelare gli interessi strategici del paese, vigilando su potenziali minacce economiche, facilitando l'espansione delle aziende italiane su nuovi mercati e monitorando il rispetto delle sanzioni internazionali.

L’attenzione verso la sicurezza cyber è uno dei temi centrali nell’attività dei servizi segreti italiani, soprattutto alla luce dell'aumento degli attacchi informatici legati alla guerra in Ucraina e alla crisi in medio oriente. Mantovano conferma che tali attacchi, spesso riconducibili a soggetti legati alla Russia o simpatizzanti, sono cresciuti in modo esponenziale, rendendo necessario un potenziamento delle misure di difesa cibernetica del paese.

Infine, Mantovano affronta la questione del golden power, lo strumento che permette allo stato di proteggere i settori strategici dell’economia da influenze esterne. I numeri forniti sono rassicuranti: nel 2023 sono stati avviati 727 procedimenti, ma solo in due casi è stato esercitato il veto, segno che il governo italiano è in grado di tutelare i propri interessi senza compromettere la competitività del mercato.

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