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Medio oriente, Unifil, migranti. Le comunicazioni di Meloni in vista del Consiglio europeo

La presidente del Consiglio in Senato per comunicare la posizione dell'Italia in Europa. Nel pomeriggio l'intervento alla Camera. I temi

Dal medio oriente all'Ucraina, fino al Green deal e Fitto commissario europeo e ai migranti. Le premier Meloni  - che ha confermato che andrà in Libano settimana prossima -   interviene in Senato in vista del Consiglio europeo.  “Le recenti elezioni europee hanno a mio avviso segnato un punto di non ritorno, e ci hanno dato un'indicazione chiara da seguire. L'Europa di domani non può essere più uguale a quella di ieri e di oggi. Deve cambiare, ripensare completamente le sue priorità, il suo approccio, la sua postura”. Parte da qui la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nelle sue comunicazioni  sul prossimo vertice europeo. “Possiamo scegliere di continuare ad essere ciò che siamo stati finora, ovvero un gigante burocratico che appesantisce cittadini e imprese con una selva di regole, molte delle quali senza senso e autolesioniste” aggiunge, "oppure possiamo invertire radicalmente questa tendenza, concentrandoci sulla visione e sugli strumenti necessari a realizzare quella visione. È quello che i cittadini ci hanno chiesto con il loro voto, e fedeli come siamo alla sovranità popolare intendiamo dare seguito a questa indicazione”.

 

"Tutti sostengano Fitto"

"Ci sono momenti in cui l’interesse nazionale deve prevalere su quello di parte e mi auguro sinceramente che questo momento sia uno di quelli, senza distinguo e senza tentennamenti" perché "quelle attribuite a Raffaele Fitto" in qualità di vicepresidente esecutivo della Commissione Ue "sono deleghe di primissimo ordine", ha detto la premier, invitando tutte le forze politiche all'unità. 
 

"Green Deal disastroso"

"L'approccio ideologico che ha accompagnato la nascita e ha sostenuto finora lo sviluppo del Green deal europeo ha creato effetti disastrosi. È una posizione  – continua la premier parlando ai senatori – che noi abbiamo sostenuto fin dall’inizio, spesso in splendida solitudine, e che oggi, finalmente, è diventata invece patrimonio comune. Perché non è vero che per difendere l’ambiente e la natura l’unica strada percorribile sia quella tracciata da una minoranza palesemente ideologizzata: non c'è nulla di verde in un deserto”.



"In Italia un antisemitismo montante che, credo, debba preoccuparci tutti"

"Ricordare e condannare con forza ciò che è accaduto il 7 ottobre 2023 è il presupposto di ogni azione politica che dobbiamo condurre per riportare la pace in Medio Oriente, perché sempre più le pur legittime critiche a Israele si mescolano con un giustificazionismo verso organizzazioni come Hamas ed Hezbollah, e questo, piaccia o no, tradisce altro. Tradisce un antisemitismo montante che, credo, debba preoccuparci tutti. E le manifestazioni di piazza di questi giorni lo hanno, purtroppo, dimostrato senza timore di smentita". 


"Ribadiamo il sostegno all'Ucraina”

Il prossimo Consiglio europeo "ribadirà il proprio sostegno alla causa ucraina, perché l'obiettivo di tutti rimane sempre lo stesso: costruire le condizioni per una pace giusta e duratura e aiutare l'Ucraina a guardare al futuro, un futuro di prosperità e benessere". La scorsa settimana, ha ricordato Meloni, "ho ricevuto a Roma il presidente Zelensky e in quell'occasione ho ribadito ancora una volta che difendere l'Ucraina è nell'interesse dell'Italia e dell'Europa, perché significa tutelare quel sistema internazionale di regole che tiene insieme la comunità internazionale e protegge ogni nazione". Motivo per cui “l'Italia ha firmato l'accordo di sicurezza e siamo arrivati al nono pacchetto di aiuti militari, concentrandoci ancora sui sistemi di difesa aerea per proteggere la popolazione e le infrastrutture civili”.


"Inaccettabile l'attacco a Unifil"
 

"In questi giorni, per la prima volta in un anno di azioni militari israeliane, le postazioni del contingente militare italiano inquadrato nella missione Unifil delle Nazioni Unite sono state colpite dall'esercito israeliano. Pur se non si sono registrate vittime o danni ingenti, io penso che non si possa considerare accettabile", ha detto la premier definendo "ingiustificato" il comportamento dei militati di Israele.  "E questa è esattamente la posizione che l'Italia ha assunto, con determinazione, a tutti i livelli. È la posizione che io stessa ho ribadito al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu". "Pretendiamo - ha rimarcato Meloni - che venga garantita la sicurezza dei nostri soldati".

 

"In medio oriente necessario rompere questo ciclo di violenze"
 

"L'Italia ha condannato l'attacco iraniano a Israele e ha lanciato un appello alla responsabilità di tutti gli attori regionali, chiedendo di evitare ulteriori degenerazioni. Lo abbiamo ribadito anche il giorno successivo all'attacco, insieme agli altri leader del G7. È necessario rompere questo ciclo di violenza ed essere unanimi nell'invitare con decisione tutte le parti a impegnarsi in modo costruttivo per allentare la tensione", ha detto Giorgia Meloni.

"L'Italia - ha continuato la presidente del Consiglio - è quotidianamente impegnata per un cessate il fuoco immediato a Gaza, per il rilascio degli ostaggi israeliani, per la stabilizzazione del confine israelo-libanese, attraverso la piena applicazione delle risoluzioni delle Nazioni unite". 

 "Difendiamo il diritto di Israele a vivere in pace e in sicurezza, ma ribadiamo la necessità che questo avvenga nel rispetto del diritto internazionale umanitario. Perché - ha aggiunto ancora Meloni - non siamo insensibili di fronte all’enorme tributo di vittime civili innocenti a Gaza, che non a caso sono state dall’inizio al centro del nostro lavoro". 
 

"L'Italia ha dato il buon esempio con la sottoscrizione del Protocollo con Albania”. "Sea watch vergognosa"

Per la premier, "il nostro paese ha dato il buon esempio con la sottoscrizione del Protocollo Italia-Albania, per processare in territorio albanese, ma sotto giurisdizione italiana ed europea, le richieste di asilo. Le due strutture previste dal Protocollo - il centro di Shengjin e il centro di Gjader - sono ora pronte e operative". Meloni esprime quindi soddisfazione sui risultati raggiunti:  "Voglio anche qui ringraziare in particolare i ministri Crosetto, Piantedosi e Nordio, il sottosegretario Mantovano e la nostra ambasciata in Albania, che hanno seguito passo passo l'attuazione del protocollo". La premier ha poi aggiunto: "È una strada nuova, coraggiosa, inedita, ma che rispecchia perfettamente lo spirito europeo e che ha tutte le carte in regola per essere percorsa anche con altre nazioni extra-Ue", ringraziando anche il primo ministro albanese Rama "e tutto il suo governo per aver creduto, con noi, nella bontà e nell'efficacia di questa iniziativa".

Poi la premier ha attaccato le ong impegnate nel mediterraneo: "Considero vergognoso che l’organizzazione non governativa Sea Watch definisca le guardie costiere 'i veri trafficanti di uomini, volendo delegittimare tutte quelle degli stati del nord Africa, e magari anche quella italiana, in modo da dare via libera agli scafisti che questa ong descrive invece come innocenti, che si sarebbero ritrovati casualmente a guidare imbarcazioni piene di immigrati illegali. Sono dichiarazioni indegne, che gettano la maschera sul ruolo giocato da alcune ong e sulle responsabilità di chi le finanzia".

 

 

 

 


L'articolo di Salvatore Merlo sulle comunicazioni della premier 

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