reato universale
Figli gratis per altri. Regolare la Gpa solidale? Peccato che il numero di donne disponibili tenda allo zero
In Italia, la gestazione per altri è diventata reato universale. Intanto l'avvocata Martina Colomasi chiede che si renda legale portare in grembo un bambino per una coppia omosessuale, ma non c'è nessuna legge che lo impedisca
Sono ormai molti anni che l’avvocata Martina Colomasi, siciliana naturalizzata romana, dice di voler fare un figlio per altri: precisamente per suo fratello, che è gay, e il suo compagno. E magari non solo per loro. Lo ha ribadito ieri sulla Stampa, nel terribile day after dopo l’approvazione della legge sull’utero in affitto “reato universale”: “Perché non dovrei aiutare se posso? Il corpo è mio e non sono una persona economicamente sfruttabile, sono una professionista che lavora”. L’unico modo, dice, è approvare una legge che regoli la Gpa solidale.
Tolto che “il corpo è mio” non è una faccenda tanto semplice, l’art. 5 del Codice civile regola gli atti di disponibilità del proprio corpo, ma lasciamo stare: non si capisce per quale ragione l’avvocata Colomasi abbia bisogno di una legge che introduca la Gpa solidale per dare corso al suo desiderio che oggi e da sempre è praticabilissimo, anzi è meglio che si sbrighi avendo già 35 anni con l’orologio biologico che ticchetta.
Essendoci presumibilmente almeno una decina di donne nel mondo su tre miliardi e passa quante siamo che desiderano rischiare la salute mettendo al mondo figli gratis per altri – a livello globale il numero di maternità solidali tende a zero – vale senz’altro la pena di spiegare come si fa. Caso 1, fare un figlio per una coppia gay: si preleva il seme dell’uno o dell’altro – non è difficile – e ci si autoinsemina con una semplice siringa. Se la buona salute aiuta, dopo qualche tentativo si concepisce. Al termine della gravidanza si partorisce e si chiede di non essere nominate nell’atto di nascita del bambino che all’anagrafe verrà riconosciuto solo dal padre biologico: la legge lo consente. Successivamente il partner del padre potrà affiliare la creatura procedendo all’adozione cosiddetta “in casi particolari” – che riguarda i minori non in stato di abbandono – e diventarne padre legittimo: lo prevede la Cassazione. Non servono nuove leggi, né agenzie, avvocati, biotech riproduttivo: tutto fatto in casa, gratis e senza troppe complicazioni.
Caso 2, fare un figlio per una coppia etero: quasi tutto uguale. Prelievo del seme, autoinseminazione, concepimento, gravidanza, parto, richiesta di non essere nominate nell’atto di nascita, riconoscimento da parte del padre, adozione in casi particolari per la sua partner che diventerà la madre legale. La differenza è che nel primo caso la gestante potrà, a scelta, restare nella vita del bambino assumendo un ruolo pseudo-materno. Capita spesso nelle coppie gay che abbiano fatto ricorso a Gpa: una madre, una sorella, una cara amica che offrano al bambino – la sponda femminile di cui ha certamente bisogno. Nel caso della coppia etero la presenza di una madre legale rende tutto più complicato e psicologicamente meno gestibile. Ma volendo, anche qui c’è l’opzione di non sparire del tutto dalla vita del bambino, una specie di zia o di super tata che partecipi alla vita di famiglia.
Il punto, anzi i due punti, stanno proprio qui: che nei contratti di surrogazione la gestante non è mai madre genetica della creatura, gli ovociti si comprano da qualcun’altra – o più raramente, nel caso di una coppia etero, vengono forniti dall’aspirante madre; e che detti contratti prevedono la sparizione della gestante subito dopo il parto, che non abbia più nulla a pretendere dopo avere incassato il quantum (se non, come talvolta capita per le coppie gay, un Christmas Carol via Skype a Natale).
Insieme al prezioso prodotto-figlio con quei contratti si compra la non meno preziosa cancellazione della madre – ovocita o non ovocita, è lei che il nascituro riconosce come sua madre –, la sua fantasmizzazione, la garanzia che non le salti in mente di restare in qualche modo nella vita del bambino e di mantenere qualche legame con lui-lei. Ma il progetto dell’avvocata Colomasi non prevede alcun contratto, le cose si possono regolare affettuosamente, è tutta una questione di amore e zero soldi, non più di un regalino dopo il parto. Non si vìola alcuna legge, non ne serve una ex novo, si può fare facilmente e subito. E allora, sia consentita la domanda, perché non lo fa?