Il caso

La maggioranza inguaia Fitto sulle concessioni ai circoli sportivi lungo mare, fiumi e laghi

Simone Canettieri

Emendamento di Fratelli d'Italia al decreto Salva Infrazioni in conversione in Parlamento. Anche il ministro Abodi si muove contro la mediazione trovata dal futuro commissario Ue. Tutti contro tutti

C’è un ministro, Raffaele Fitto, che si prepara – studio matto e disperatissimo – a sottoporsi alla graticola di Bruxelles.  Audizione con i Socialisti agguerriti pronti a chiedergli, per esempio, dei balneari e delle concessioni, della direttiva Bolkestein e dei ritardi dell’Italia nell’applicarla. Poi c’è un decreto in conversione in Parlamento, si chiama “Salva infrazioni” che rischia di essere smontato come un Lego dalla maggioranza, nonostante l’accordo trovato in Consiglio dei ministri. Il cavallo di Troia è rappresentato da quel mondo dei circoli sportivi dilettanti che si trovano nei pressi dei corsi d’acqua. Mare, laghi e fiumi. A Roma sono salotti  con vista sul Tevere dove l’unico vero sport praticato è l’esercizio imperituro delle relazioni di potere. Se non ne fai parte, non esisti.

 

In tutto, va detto, ci sono circa 900 realtà interessate su 2.000 esistenti, le più disparate, che da nord a sud passando per le isole sono coinvolte da questo riordino delle concessioni demaniali. Comprese piccole società di volontariato che si occupano di bambini amanti della canoa o della vela. E però questo assalto del mondo dei circoli parte da Roma. E non solo da quello dell’Aniene di Giovanni Malagò, che ha una concessione lontana dallo scadere, ma un po’ tutti stanno facendo pressioni. Canottieri Roma, Canottieri Lazio, Circolo dei magistrati, Canottieri Remo: basta farsi un giro lungo le sponde del biondo Tevere. La pressione di questo mondo di sporti dilettantistico, ma che come una matrioska racchiude anche altro, rischia di essere un problema per lo studioso Fitto. Che se riaprirà questa faccenda si troverà a dover dar conto anche all’inverso dei balneari, terreno di voti di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Intanto il ministro dello Sport Andrea Abodi, socio dell’Aniene, si muove. E in maniera non si sa quanto coordinata con Fitto ha promosso per oggi al Circolo del tennis del Foro italico la conferenza “Sport di base e Bolkestein”. Con lui ci saranno il capo di gabinetto del ministero Massimiliano Atelli (in predicato di passare alla Covisoc), Donato Marzano (Lega navale), Francesco Ettorre (Federazione vela) e Diego Nepi (ad di Sport e salute). Più giuristi e docenti universitari. Questa spinta fa il paio con l’emendamento “salva circoli” preparato dal deputato capitolino di Fratelli d’Italia Luciano Ciocchetti. Il testo mira a distinguere, con esclusivo riferimento al regime concessorio e non a quello di determinazione dei canoni, “le attività tipiche, svolte anche attraverso concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali, da federazioni sportive, discipline sportive associate ed enti di promozione sportiva, anche paralimpici, nonché da associazioni e società sportive dilettantistiche, le quali perseguano esclusivamente o prevalentemente finalità sociali, ricreative e di promozione del benessere psicofisico, e comunque non economiche, da quelle che, viceversa costituiscono un’attività economica ai sensi del diritto comunitario”. In mezzo, per sineddoche, ci finisce il circolo Canottieri Aniene (anche se non interessato nell’immediato dalla scadenza della concessione): emblema della Roma eterna che si dà forza e decide. Il salva circoli sta a cuore anche all’opposizione. Debora Serracchiani del Pd chiede, per esempio, che “siano salvaguardate tutte quelle realtà che potrebbero essere scalzate” da grandi società. Proprio Abodi ha parlato in chiaro di questa faccenda da Trieste all’indomani della conclusione della 56ª edizione della Barcolana: “Restando nella cornice disegnata dalla direttiva Bolkestein, anche per quanto riguarda le situazioni che fuoriescono dal suo ambito di applicazione, dobbiamo fare lo sforzo, in Parlamento, di tenere distinti i differenti profili: quello commerciale che rientra nel perimetro della direttiva e della legislazione nazionale, e quello sociale e ricreativo, che dovrebbe essere escluso”. Per Fitto, il ministro indicato come commissario Ue nonché vicepresidente esecutivo, che deve presentarsi con le carte in regola è la classica gatta da pelare. 

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.