il racconto
Vannacci snobba Salvini e va da Rizzo. Cronaca di un carnevale
Al teatro Rossini di Roma il confronto tra il generale e il comunista leader di Democrazia sovrana popolare, uniti contro il politicamente corretto. Mentre a Palermo va in scena il processo al leader leghista. L'evento è "overbooking", il rosso e il bruno si elogiano a vicenda. In sala le note fluide di Annalisa, e c'è anche Castellino
A Salvini, che rischia 6 anni di galera, ha mandato messaggio. Da Marco Rizzo è andato di persona. Ecco “l’impegno personale”, ecco perché oggi non era a Palermo. “Ma col cuore sono lì”. Per il generale Vannacci, al Teatro Rossini di Roma, c’è il tutto esaurito. Alle spalle del Pantheon va in scena un piccolo grande carnevale. Sembra quasi una puntata della Zanzara. Possiamo accreditarci? “Ci dispiace, c’è l’overbooking”. Ma come? “Overbooking!”.
E’ il congresso di “Meritocrazia Italia”, associazione che si dice post ideologica e che ha nel suo organigramma un presidente e i ministri, pure un capo di gabinetto – che fa di tutto per farsi intervistare. Hanno messo insieme i due campioni della lotta al politicamente corretto, il rosso e bruno, Rizzo e Vannacci. Opposti che si attraggono. “Per la prima volta si confrontano su un palco”, dicono orgogliosi gli organizzatori. L’eurodeputato eletto con la Lega, che non vuole prendere la tessera della Lega, è la vera star. Una signora gli si butta al collo appena lo vede arrivare. Ci sono gli aficionados: “E’ il numero uno, lo seguiamo sempre”. E ammiratori con felpa dei paracadutisti e copia de Il mondo al contrario alla mano. Vannacci si concede ai fotografi, sorrisoni e abbracci, al suo fianco uno degli ultimi dei comunisti, che "detesta" la sinistra dei pride e oggi è leader di Democrazia sovrana e popolare. Segue foto di rito. Vannacci tiene in mano una maglia con su scritto: “Io sto con Rizzo”. Scusi generale, e Salvini? Con chi sta Vannacci? “Sto sempre con lui, l’ho dimostrato tante volte”, ci risponde. Intanto Rizzo: “La lotta di classe l’abbiamo persa. Ma ora non si tratta più di destra e sinistra, è elite contro popolo”.
Si entra in sala sulle note fluide di Annalisa: “Ho visto lei che bacia lui...”. C’è anche Giuliano Castellino, neofascista ma pure lui post ideologico. Dall’assalto alla Cgil al sovranismo popolare. “Questa è l’unica risposta contro la grande finanza, che vuole la guerra mondiale. Rizzo è il nostro Orbán, il nostro Putin”. Alè. E Vannacci? “Speriamo si unisca alla nostra prospettiva. Ora è depotenziato, quello della Lega è sovranismo di cartone”. Il confronto può iniziare, va avanti per mezz’ora tra complimenti ed elogi reciproci, difesa dei confini e dittature delle minoranze. Un copione già visto. Contro il politicamente corretto, Rizzo e Vannacci parlano praticamente all’unisono: dietro ci sono gli interessi delle multinazionali e l’obiettivo è distruggere la società occidentale, concordano dal palco. “Ma non è che domani facciamo un partito, lo dico ai giornalisti”, assicura Rizzo. I due hanno visioni simili anche sui conflitti, e soprattutto sulla pace da raggiungere al più presto. “Conosco la guerra e so quanto è schifosa. Se si può, si deve evitare”, dice il generale. “L’Ucraina? Dopo due anni e mezzo, quando gli obiettivi previsti non arrivano bisogna dire basta, bisogna cambiare strategia”. La platea apprezza, applausi. Al termine dell’incontro, Vannacci si ferma con i giornalisti, ribadisce il sostegno a Salvini. La sintesi migliore allora la fa un ragazzo, che passa per caso in motorino davanti al teatro. “Che succede, ma che è sta folla? Ah, si parla di politica. E chi se ne frega! Buona fortuna”.