Il caso

Grillo sogna il ritorno in tv e teme la mannaia di Conte. Ecco perché non gli interessa di Orlando in Liguria

Simone Canettieri

A fine anno scade il suo contratto da 300 mila con il M5s, Conte non vuole rinnovarglielo. Intanto il comico-guru ha sondato la rete Nove, senza successi. Le regionali nella sua terra non lo appassionano

Andrea Orlando lo fa cercare affinché dica anche una mezza parola per lui. Ma per il momento nisba: a Beppe Grillo delle elezioni regionali in Liguria, la sua Liguria, non interessa un fico secco. E’ concentrato più che altro, questo sì, su una complicata battaglia di sopravvivenza politica, economica e anche artistica.  Io suoi spettacoli, e da tempo, non riempiono più nemmeno i teatri di provincia. A Lamezia lo scorso anno, davanti a una sala semivuota, ci fu chi provò a regalare dei biglietti omaggio ai parlamentari calabresi affinché portassero gente. 


A fine anno scade il contratto annuale del consulente Grillo con il M5s di Giuseppe Conte: 300mila euro che l’ex premier sembra intenzionato a non rinnovargli. Glielo ha messo anche per iscritto nei carteggi pubblicati dal Foglio nelle settimane scorse. Conte, contattato da questo giornale, si limita a dire: “Non posso dire che non verrà rinnovato perché appunto la scadenza è a fine anno e le valutazioni verranno fatte a tempo debito: si valuterà nell’interesse del Movimento”.

Fraseggio elegante e morbido che si spiega da solo. Anche perché con questi chiari di luna, il comico-guru già sembra non farci più affidamento. Nel documento che discuteranno i 300 saggi del Movimento, in vista dell’assemblea costituente, è stato inserito il punto sull’eliminazione del ruolo del garante o comunque sulla possibilità di limitarne i poteri. Grillo ancora non ha deciso come muoversi: si volta indietro e non ha truppe, usa il suo blog che fece la storia di  questo paese negli anni ‘10, ma i like scarseggiano. Vorrebbe tornare in televisione, questo sì. Ma è complicato.

Nei giorni scorsi ci sono stati sondaggi informali con la rete Nove che tocca grandi picchi di ascolti con “Che tempo che fa” di Fabio Fazio, gestito da Beppe Caschetto e prodotto da Endemol. L’ospitata dello scorso anno finì senza brividi. Grillo, che non è più quel Grillo, sognerebbe cinque puntate su Nove. Tuttavia i vertici di Endemol, presieduti da Marco Bassetti marito della senatrice di Forza Italia Stefania Craxi, non paiono interessati all’idea. Il fondatore del M5s vuole rilanciarsi e in tempi veloci: ha bisogno di una tribuna, sogna un ritorno al passato che però è troppo difficile.  Ecco perché è stato molto sbrigativo nei giorni scorsi quando gli hanno chiesto di esprimersi per Orlando alle regionali. In quella testa piena di ricci argentati ci sono ben altri pensieri.  Primum vivere, deinde philosophari.
                  

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.