Pd spendaccione

Non solo sanità. Schlein prepara una nuova “contromanovra” senza coperture

Gianluca De Rosa


La segretaria vorrebbe più soldi per tutto: casa, sanità, scuola, imprese, comuni, trasporti (l’elenco è solo parziale). All'opposizione il Pd si è dimentica i vincoli europei, il gravoso peso del debito pubblico e pure il buon senso

Chissà che ne pensa Enrico Letta. L’ex segretario del Pd negli scorsi giorni si è lanciato in una proposta giusta, ma, potremmo sbagliarci, non molto popolare: nominare Elsa Fornero senatrice a vita: “Ha salvato l’Italia. La sua riforma è stata accusata di tutte le nefandezze, ma se oggi abbiamo qualche capacità di reggere è grazie a lei”, ha detto. Peccato che chi gli è succeduto alla guida del Nazareno abbia un’idea della finanza pubblica, usiamo un eufemismo, leggermente differente. Nella sua relazione alla direzione del Pd ieri Elly Schlein ha detto: “Questa manovra è deludente, una fotocopia della precedente. E’ debole e senza visione, una manovra di galleggiamento che avrà un effetto espansivo prossimo allo zero e aumenterà la pressione fiscale”. Se per anni il Pd è stato il partito di Vincenzo Visco, Tommaso Padoa Schioppa e Romano Prodi, alfieri dell’avanzo primario di bilancio per risistemare il debito pubblico come necessità strutturale del paese dopo gli sciali degli ultimi governi della prima repubblica, con Schlein responsabilità e senso della realtà sembrano essere stati messi alla porta. 


La segretaria vorrebbe più soldi per tutto: casa, sanità, scuola, imprese, comuni, trasporti (l’elenco è solo parziale). Che quei soldi non ci siano appare un dettaglio. Per anni se dicevi Pd mezza Italia pensava a chi con responsabilità  guidava il paese, mentre l’altra  si faceva incantare dal populismo economico delle destre che promettevano di cancellare la riforma Fornero e tagliare le tasse in deficit. Arrivato all’opposizione, però, il Pd si è trasformato. Immemore dei vincoli europei, del gravoso peso della finanza pubblica e del buon senso, il Nazareno si prepara a varare una nuova contromanovra. Siamo al terzo anno di seguito. Le prime due, scandagliate con feroce puntualità da Luciano Capone su queste colonne, costavano caro. Nel 2022 il Pd – tra aumenti delle pensioni, contrasto alla riduzione del Superbonus, più fondi per caro energia e taglio del cuneo fiscale  – proponeva una manovra che avrebbe prodotto un deficit dell’8 per cento invece che del 4,5 per cento, con buona pace dei vincoli europei, comunque  sospesi quell’anno per via della pandemia. Nel 2023 stesso copione: il Pd avrebbe voluto 22 miliardi aggiuntivi, da finanziare non si sa come. “Noi – diceva ieri il responsabile economico del partito Antonio Misiani – presenteremo numerosi emendamenti,  non certo per fare ostruzionismo. Credo che su alcuni emendamenti particolarmente significativi sia importante una condivisione con le altre forze di opposizione, partendo dalle proposte che abbiamo avanzato insieme su temi cruciali come la sanità, il salario minimo, l’automotive e altro”. Si attendono insomma sorprese. 


Il Pd si era già impegnato sul tema nei giorni scorsi. A radunare le truppe al Senato, segretaria compresa, ci aveva pensato Nicola Zingaretti, con un convegno dal titolo eloquente “Verso la legge di bilancio, rilanciare l’economia, dare valore alle persone”. In platea c’era un folta schiera di parlamentari e dirigenti democratici, ma al di là della necessità di rimettere “le persone al centro” nelle scelte di finanza pubblica non si è capito moltissimo. Una cosa è sicura: Schlein vorrà battere sul tema della sanità. Il governo in manovra ha inserito un aumento di spesa di oltre quattro miliardi in tre anni. “Anche se – dice la segretaria – è un bluff clamoroso perché per il 2024 saranno solo 900 milioni in più, che si aggiungono a un miliardo che era già stato stanziato”. In ogni caso per Schlein non è abbastanza.  Anche l’anno scorso  aveva lanciato una proposta per raggiungere l’obiettivo nominalistico del 7 per cento del pil speso per il servizio sanitario nazionale. Peccato che nel provvedimento presentato dal Pd per raggiungere l’obiettivo mancassero totalmente le coperture finanziarie. 


Con l’aumento stanziato dal governo la spesa sanitaria raggiunge nel 2024 il 6,1 per cento del prodotto interno lordo, per arrivare al livello desiderato da Schlein servirebbe ulteriori 18 miliardi, un’altra mezza manovra. Dove trovare le coperture? Solitamente il Pd per coprire quasi tutte le sue proposte parla della “cancellazione dei sussidi ambientalmente dannosi”, ma ieri abbiamo scoperto che anche questa fonte di risorse non va più bene. La segretaria nella sua relazione ha detto: “Il governo aumenta le accise sul gasolio gravando sulle tasche dei cittadini”. E cosa sono le accise sul diesel se non i sussidi ambientalmente dannosi di cui parla il Pd?

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