Viaggio nel vivaio dei leader di domani
Piccoli leader crescono. I giovani che fanno politica
A destra, a sinistra o al centro, credono nella politica come scelta. Hanno dai venti ai trent’anni: chi è impegnato nella vita di partito, chi ha già un ruolo nelle istituzioni. Mappa delle “nuove proposte” per il futuro governo della cosa pubblica
Andarsi a prendere il futuro a venti o trent’anni, ritrovarsi ad averlo già afferrato senza aspettare che ti cada addosso, determinarlo prima che assuma contorni disegnati da altri. Chi sono i ragazzi e le ragazze, i giovani uomini e le giovane donne che stanno emergendo sulla scena politica? Chi si sta allenando per poter diventare un possibile leader di domani? Senza pretesa di (impossibile) completezza, abbiamo individuato un nucleo di “nuove proposte” in viaggio per il governo della cosa pubblica. Tratto comune, da destra a sinistra al centro: credono nella politica come scelta. Non necessariamente diversi dagli adulti, ma capaci di guardare le cose in modo diverso. Ecco una piccola e arbitraria mappa, partito per partito (per fair play iniziamo dal principale partito dell’opposizione).
Partito democratico
Federico Lobuono, 24 anni, fondatore dell’associazione “La giovane Roma”, è membro della direzione dem locale e del Gabinetto del sindaco Roberto Gualtieri. La sua associazione è editrice di un magazine, “Politica”, che ha 170 mila follower sui social e che qualche settimana fa ha organizzato, alla Link, un incontro da generazione a generazione. Presenti, tra gli altri, erano infatti i “senior” Roberto Gualtieri, Goffredo Bettini, Francesco Rutelli, Pier Ferdinando Casini, Roberta Angelilli, Rita Dalla Chiesa e monsignor Rino Fisichella, oltre a sessanta giovani under 30 che, “con il proprio impegno”, si leggeva sul manifesto dell’evento, “stanno cambiando il panorama nazionale”. L’intento, spiega Lobuono, non era “di raccogliere selfie, ma storie”. Argomenti: amministrative, Pa, comuni, digitale, diritti civili, elezioni, formazione, impresa, lavoro, partiti, sviluppo, tecnologia, territorio, università. “Siamo il futuro, vogliamo il presente”, dice Lobuono.
Rachele Scarpa, 27 anni. Deputata dem, eletta nel 2022 in terra (in teoria) leghista (Treviso), Scarpa ha iniziato a fare politica in prima superiore, racconta, per poi proseguire nelle associazioni studentesche universitarie. A 22 anni, già nota tra le “sardine”, Rachele sperimenta quello che nessuno vorrebbe sperimentare: il trovarsi a un passo dalla morte per un’ischemia cerebrale, dovuta a una mutazione genetica sconosciuta. Dopo i mesi di stop, la ripresa veloce e le 4.700 preferenze prese alle regionali (non eletta), è arrivata la sorpresa, sotto forma di inserimento nelle liste per le politiche ai tempi della segreteria di Enrico Letta. Rachele non aveva incontrato personalmente l’allora segretario per parlarne, dice, ed è stata scelta “in un momento in cui il Pd voleva dimostrare di essere in grado di valorizzare anche la nuovissima generazione”, nonostante i malumori nel partito locale. Ora che è in Parlamento, si occupa di salute mentale, scuola ed educazione.
Paky Tiani, 28 anni, è stato eletto segretario dei Giovani democratici locali nell’aprile scorso a Bologna, città della segretaria Elly Schlein, ma questo non significa che lui aderisca criticamente alla linea dei vertici. Nato a Bari, Tiani ha frequentato nel capoluogo pugliese il liceo classico, ma, come tanti, è stato “orgogliosamente fuorisede” a Bologna. Esperto di start-up, si è avvicinato alla politica e ai dem durante gli studi di Scienze politiche. Dopo aver frequentato, negli anni della laurea specialistica, il corso di alta formazione annuale della Scuola di Politiche, decide, con un gruppo di amici, di fondare un’associazione per “formare e riformare”: formare sé stessi e riformare l’ambiente intorno. Eletto consigliere di municipio, sostenitore di Stefano Bonaccini al congresso pd in cui è stata poi eletta Elly Schlein, e sostenitore sul campo del sindaco dem Matteo Lepore, al momento di candidarsi segretario a Bologna Tiani ha scelto, racconta, di presentarsi “con una mozione larga” e di “non rinchiudersi in schemi prestabiliti”, parlando “ai bolognesi e ai bolognesi acquisiti”. L’obiettivo è dare un contributo sia al partito nazionale (Tiani siede nell’assemblea pd) sia all’ala giovanile. “Vola alto, sapendo dove stai andando”, è la sua idea guida, oltre a “senza paura”, titolo della sua mozione e frase-talismano in un momento in cui, dice, “è difficile non soltanto governare ma anche spiegare la complessità, specie in politica estera. Appena provi a spiegare, a entrare nella complessità, ti danno di ‘troppo moderato’”.
Paolo Romano, 28 anni. Consigliere regionale in Lombardia, nato a Roma ma arrivato a Milano piccolissimo, non figlio d’arte (“mia madre votava centro-destra, mio padre non si occupava di politica”, dice), Paolo si è avvicinato alla vita che fa oggi negli anni delle superiori. Poi, a cavallo degli studi in Scienze sociali, fa di tutto: segretario di circolo dem, segretario del Pd milanese. A diciannove anni viene eletto nell’VIII municipio, dove diventerà assessore e verrà rieletto nel 2021. E’ durante il suo mandato che i Giovani democratici lanciano la campagna (poi citata da Elly Schlein”) “lo stage non è lavoro”, contro lo sfruttamento e a favore del potenziamento dei contratti di apprendistato. La campagna entra sotto forma di mozione in decine di consigli comunali, e poi, attraverso la deputata dem Chiara Gribaudo, anche in Parlamento. Nel 2022 Romano viene candidato in un collegio a perdere (Lombardia 01 – U03, dove Romano non ha mai abitato). Non viene eletto, ma la sua campagna fa in qualche modo storia: da candidato, racconta lui stesso, si trasferisce con una brandina in uno spazio spoglio da cui ogni mattina alle 6 parte con volontari e banchetti alla volta di – nell’ordine – stazioni di treni e bus, scuole, mercati e poi, via via che si arrivava a sera, pub e luoghi di aggregazione, per finire con gli ospedali, per intercettare i lavoratori del turno di notte. Il risultato si vede, ma a scoppio ritardato: alle regionali del 2023 Romano diventa consigliere, primo degli eletti con 9.266 preferenze. Il consigliere dem pensa che Elly Schlein abbia “avvicinato il Pd alla nuova generazione”, e che abbia eliminato la cesura tra “partito dei grandi” e “partito dei giovani”. Non gli piace sentire nei cortei cori pro Hamas che inneggiano alla “resistenza” nell’anniversario del 7 ottobre, ma dice, “non si possono avallare crimini di guerra come bombardamenti sui civili a Gaza. Ma non per questo voglio sentirmi dare di antisemita: io non sono antisemita, sono anti Netahyahu”.
Gaia Romani, 28 anni. Assessora al Decentramento e Partecipazione nella giunta Sala, e ancora prima consigliera nello stesso Municipio VII, ha co-fondato Onde Rosa, un collettivo di giovani under 30 che combatte le disuguaglianze tra i sessi. Nel 2021 si candida alle elezioni amministrative di Milano con il programma “Generazione Milano”, scritto da 500 ragazze e ragazzi, e viene eletta con 2.201 preferenze, terza donna più votata in città. Laureata in Giurisprudenza, ha animato il “Forum della partecipazione” per “contrastare la narrazione negativa di una Milano che esclude” e procedure più snelle per i “patti di collaborazione” nei quartieri, con l’obiettivo di una rete cittadina di solidarietà.
Fratelli d’Italia
Francesco Todde, 33 anni, presidente di Gioventù nazionale Roma. “La mia militanza ha segnato tutta la mia vita”, dice, “spinto da spirito critico” rispetto al “dilagare di un malcontento generalizzato nei confronti del mondo della politica”. Non ancora maggiorenne, Andrea decide di entrare in Azione giovani, racconta, “proseguendo poi l’attività politica fino ad arrivare oggi a essere presidente romano di GN – che considero la mia casa politica naturale. Nel mio operato, ho cercato sempre di trasmettere, soprattutto ai ragazzi più giovani, l’importanza di occuparsi della cosa pubblica, a prescindere dai ruoli organici ricoperti, perché considero la politica, indipendentemente dagli incarichi, servizio verso la patria e i cittadini”. Tra i momenti che Todde ricorda ci sono quelli che segnano “per GN, il passaggio dall’essere movimento giovanile di una forza politica di minoranza al diventare contenitore politico giovanile del primo partito italiano, Fratelli d’Italia. Questo, però, non ha scalfito il mio modo di concepire la politica e, in ogni azione quotidiana, cerco sempre di promuovere uno spirito militante sano, incentrato sull’altruismo, il rispetto e l’aiuto alle persone più bisognose e sofferenti”. Quali i temi in cima all’agenda? “Le nostre storiche battaglie per riqualificare gli spazi abbandonati e il problema della denatalità. Riqualificare e rigenerare vuol dire anche dare nuovi punti di aggregazione per i giovani o, perché no, per i più anziani. Penso, ad esempio, a parchi, giardinetti oppure a opere pubbliche non utilizzate e diventate cattedrali nel deserto. Ma la madre di tutte le battaglie per me è la denatalità. Una nazione che non ha un importante ricambio generazionale è destinata a invecchiare e a diventare sempre più povera”.
Andrea Catalini, 21 anni. Ha iniziato a fare politica a 15 anni, partecipando ad Atreju 2017, dice, e in seguito con l’attività militante nelle scuole (Azione studentesca): “Il sindacalismo studentesco”, dice, “le proposte per migliorare la scuola italiana, la battaglia per i nostri ideali quali patria, famiglia, rispetto per l’ambiente – queste attività erano il pane quotidiano durante il liceo”. Diventato poi responsabile di Azione studentesca Roma, Catalini, oggi, apprezza di Gioventù Nazionale la possibilità che gli dà “di fare la differenza per la società in cui vivo”. Laureato in Relazioni internazionali, si interessa di questo tema anche all’interno del partito, “grazie all’ufficio relazioni internazionali di GN, di cui faccio parte, e alla rete dei conservatori europei ECR”. Che cosa cambierebbe, rispetto al modo di far politica dei “grandi”? “Le questioni che la politica non tratta con sufficiente coraggio e puntualità”, dice Catalini, “sono quelle della tutela dell’ambiente, dell’intelligenza artificiale – per i rischi che comporta se usata durante l’apprendimento – e del ruolo italiano ed europeo nel nuovo assetto globale, per evitare di finire ai margini dello scacchiere internazionale. A tal proposito, mi ha dato grande speranza il discorso della premier Giorgia Meloni durante il ritiro del premio conferitole dal think tank di Elon Musk a New York”. Quando Catalini ha scelto FdI, FdI era un partito al 4 per cento. “La verità è che non ho scelto semplicemente un partito”, dice, “ma un ideale e un insieme di persone in cui credevo e continuo a credere fermamente. Non mi spaventano i momenti bui e non mi abbagliano i momenti positivi che stiamo vivendo. So che la politica è governata da cicli, ma fin da subito ho visto in FdI persone oneste, competenti e con una forte cultura politica e dello stato”.
Fabio Roscani , classe 1990, deputato di Fratelli d’Italia e presidente di GN. Ha iniziato a fare politica al liceo, a 16 anni. “Con i ragazzi del movimento giovanile, allora guidato da Giorgia Meloni”, racconta, “mi sono appassionato alla militanza, alla politica, al confronto delle idee diverse tra loro, partecipando alle diverse edizioni di Atreju. Dal primo giorno ho aderisco a FdI, contribuendo a far crescere GN fino ad arrivare a guidarla, nel 2017, da sempre impegnato per favorire la partecipazione dei giovani alla politica, missione civile per cambiare in meglio il presente e il futuro”. Tra gli obiettivi raggiunti, Roscani mette il voto per i fuorisede: “E’ stato il primo grande passo per combattere l’astensionismo giovanile”. E il lavoro? “La disoccupazione giovanile che scende”, dice Roscani, “dimostra che anche sulle politiche per il lavoro siamo sulla strada giusta”. Prossimo punto in agenda: “Mi impegnerò per poter garantire agli studenti che praticano sport a livello agonistico tutti gli strumenti necessari per non costringerli più a dover scegliere tra lo sport e la carriera studentesca”.
Michele Schiavi, 25 anni, consigliere regionale in Lombardia. “Ho iniziato a far politica perché ero scarso nello sport e a 14 anni avevo molto tempo libero”, scherza Schiavi. Fatto sta che si avvicina a FdI. “Il partito era nuovo, c’era bisogno di tutti”. Nel giro di pochissimo, Schiavi contribuisce a fondare il primo circolo nella sua zona, in Val Seriana, per poi essere eletto, nel 2017, membro dell’Assemblea nazionale. A vent’anni decide di candidarsi a sindaco di Onore, paese dov’è nato. L’ascesa è rapida quanto sono lente le scalate alle sue montagne (Schiavi si è occupato anche di turismo nelle sue valli): prima vice presidente provinciale di FdI Bergamo, Schiavi è eletto consigliere regionale con 6.723 preferenze. Di Giorgia Meloni l’ha colpito la dimensione “underdog”: “L’ho conosciuta sui social nel 2014, durante la campagna per le europee. Mi piaceva la forza silente di questa leader giovane, che all’inizio andava poco in tv, e mi ha subito dato l’idea di una persona che avesse molto da esprimere”.
Caterina Funel, classe 1995, bionda come Giorgia Meloni, abitante della Garbatella come la premier da ragazza, è anche detta “l’anima di Atreju” per l’impegno profuso nelle manifestazioni del partito. Quando le dicono “sarai leader”, lei risponde, come ha risposto a Vittorio Macioce che la intervistava per il Giornale, “Ti sbagli. Io sono solo Caterina”. Ha scelto FdI in un periodo in cui, a scuola, si sentiva “fuori dal branco” rispetto ai compagni di sinistra. Caterina si avvicina al partito di Giorgia Meloni sognando di diventare resiliente come l’eroina di “Hunger Games”.
Grazia Di Maggio, 30 anni, eletta deputata nel 2022, laureata in Linguaggi dei Media alla Cattolica. Militante pro-life per autodefinizione, si avvicina alla politica durante gli anni dell’università. Nel 2020 frequenta la Scuola di Formazione politica della Fondazione Alleanza nazionale. Prima candidatura nel 2021, al Comune di Milano, non eletta per pochi voti. Da deputata, fa parte della commissione Cultura e della commissione bicamerale Infanzia e Adolescenza. Capelli lunghi lisci e biondi, look formale, il suo motto è “non bevo, non fumo, faccio politica”. Giornalista pubblicista, ha cominciato la sua azione politica firmando, a un gazebo di FdI, una petizione contro gli accampamenti abusivi dei rom.
Azione
Valerio D’Angeli, 26 anni, coordinatore romano degli under 30 calendiani. Non impegnato in politica negli anni della scuola, D’Angeli sceglie direttamente Carlo Calenda sul campo, nel 2021, nel momento in cui l’ex ministro si candida a sindaco di Roma e D’Angeli, ispirato dagli studi di Scienze politiche e dal liberalismo alla Carlo Rosselli, sente l’esigenza di occuparsi più da vicino della cosa pubblica, specie in tema di politiche sociali, salute mentale, innovazione e sicurezza sul territorio cittadino. Candidato a Roma, nel terzo municipio, D’Angeli ottiene alla prima corsa 226 preferenze. Lo preoccupa, specie riguardo alla politica estera, il fatto che in molti ambienti si sia persa “la capacità di analizzare fenomeni complessi, e che ci si avvii sempre più verso un inesorabile grado di polarizzazione: ti si chiede sempre di essere o di qua o di là, ma la storia non può essere riassunta in poche battute”.
Marco Zannino, 30 anni, responsabile nazionale under 30 di Azione. Visto il compleanno cifra tonda, scherza: ” Sono pronto a lasciare il testimone”. Intanto però è impegnato sul fronte numero chiuso a Medicina (contro la ministra Anna Maria Bernini). Nel partito giovane che è Azione, Marco si afferma prima e dopo la candidatura di Calenda a sindaco di Roma, entrando in Direzione nazionale e ragionando attorno al tema “passaggio di testimone” tra generazioni, e su argomenti che riguardano più da vicino gli under 30: indipendenza abitativa, salute mentale, housing universitario, psicologo scolastico. Nel 2023 è uno degli organizzatori dell’evento “Patto Generazionale per l’Italia”, con l’idea di mettere a sistema una serie di misure per un sorta di rivoluzione generazionale che possa aiutare ad affrontare alcuni mali atavici del paese.
Beatrice Mattei, 24 anni, consigliera nel II municipio a Roma. Diplomata al liceo Tasso di Roma, studi in Giurisprudenza alla Sapienza, ha già qualche esperienza di lavoro alle spalle, oltre all’impegno nel parlamentino locale da parte dell’associazione Nazareno Studenti che svolge attività di assistenza alle famiglie con l’associazione del Banco Alimentare nella distribuzione di generi alimentari primari. Collabora con l’associazione Antigone, come difensore civico che tutela i diritti e le garanzie nel sistema penale.
Leonardo Lotto, 25 anni, già candidato alle Europee nella circoscrizione Italia Nord-occidentale e campione di preferenze in Valle d’Aosta. Così lo ha presentato Carlo Calenda: “Leonardo è un giovane di straordinario talento e caparbietà. Laureato alla Bocconi, ha frequentato un master in Management a Singapore e si è laureato al Cems. È stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana per aver con un messaggio raccontato il suo necessario cambio di vita e l’importanza del valore della libertà e di chi ha lottato per garantirla a seguito di un incidente, avvenuto in Australia – dov’era sempre per un semestre di scambio universitario a Sydney – che lo costringe sulla sedia a rotelle”. Quando si è laureato, Leonardo ha rivolto un appello ai suoi compagni: “Lottate per la libertà che io ho perso”.
Forza Italia
Stefano Benigni, 36, anni, deputato e segretario di Forza Italia Giovani, vicesegretario del partito. Bergamasco, un passato da consulente finanziario, ha fatto tutto il cursus interno azzurro, dal Comune al Parlamento, dove ricopre anche la carica di segretario della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul Covid.
Andrea Di Sorte, sindaco di Bolsena, si dice scherzando “al limite d’età” tra i politici “giovani”, nel senso che ha compiuto 40 anni, ma ha iniziato a far politica a 16, e già al liceo si capiva dove avrebbe scelto di militare. Racconta: “Ero quello che comprava i giornali di centrodestra, forse per ribellione alla maggioranza di professore di sinistra. Di Sorte ha iniziato mandando lettere ad alcuni quotidiani”. Ha fatto poi tutta la gavetta, candidandosi consigliere comunale a 18 anni, per approdare a 23 anni alla Camera come “portaborse”. Non cambierebbe con nulla il suo mestiere di sindaco “maniaco del bello”, ma è presente come coordinatore in Senato e ha anche un’attività privata. Il suo cavallo di battaglia è la lotta all’eccessiva burocrazia, oltre al tema più generazionale del “come” mantenere una famiglia oggi, problema per tanti giovani e no”.
Alberto Villa, 37 anni, sindaco di Pessano con Bornago. Il suo pallino è la scuola, “unico elemento di mobilità sociale”, dice, e mezzo “che ti permette di autodeterminarti”. Altra sua fissazione: la libertà e il suo rapporto con la responsabilità. “Dispiace vedere che questo paese è un paese di eterni adolescenti”. E’ diventato sindaco neanche trentenne, al termine di una campagna elettorale pazzotica, in cui ha dovuto prima “travestirsi da iper-giovane” contro un candidato di mezza età, e poi da iper-maturo, visto il cambio di candidato in corsa (l’avversaria aveva la sua età). “Molti in paese pensavano fossi mio padre, questo è proprio un paese per vecchi”, dice Alberto. A otto anni era capoclasse. Da sindaco di in piccolo comune, ha favorito le giovani famiglie con 400 euro di buoni farmacia diluiti nei primi tre anni di vita dei nuovi nati e con il rimborso del costo dei libri scolastici – che gli vengono poi restituiti a fine anno, in modo da poter essere dati a chi non può neppure anticipare l’acquisto.
Lavinia Pieri, 30 anni, coordinatrice giovani Azzurri di Trieste, una laurea in Architettura e un’esperienza lavorativa nell’ambito dell’amministrazione comunale. Segue in prima persona l’organizzazione degli eventi in cui si coltiva la partecipazione politica da parte dei giovani elettori.
Lega
Luca Toccalini, 34 anni, deputato dal 2018 e dal 2019 segretario federale della Lega giovani. Nato a Milano e residente a Basiglio, studi di Economia e gestione aziendale alla Cattolica, Toccalini è rimasto per così dire folgorato sulla via di Pontida, racconta, grazie a un volantino leghista contro l’ingresso della Turchia in Europa e alle tematiche federaliste. Già a scuola, “circondato da compagni e insegnanti di sinistra”, dice, ha sentito “forse lo stimolo al confronto”. Dopo l’incontro con gli allora coordinatori locali che “ti venivano a incontrare anche a casa”, Toccalini ha iniziato la sua gavetta politica, fino a diventare coordinatore regionale dei giovani padani. Punto di svolta verso il salto in Parlamento, la campagna per il referendum consultivo in Lombardia (2017).
Alberto Stefani, 31 anni, deputato dal 2018, eletto per la prima volta a 25 anni, vicesegretario federale della Lega per Salvini premier e segretario della Liga veneta, anche detto dai colleghi “piccolo genio” per la precocità. Stimato da Luca Zaia, che l’ha definito un “fuoriclasse”, nel 2019 è stato anche eletto sindaco di Borgoricco. Durante l’emergenza pandemica si è fatto promotore della “cordata dei sindaci” per la riapertura in sicurezza di locali di ristorazione, asili nidi e centri estetici. Socio dell’associazione Autismo Onlus per l’integrazione dei bambini autistici, è presidente della Commissione Bicamerale per l’attuazione del federalismo fiscale.
Francesco De Santis, 28 anni, assessore all’Aquila e portavoce della Lega Abruzzo. Già impegnato in politica al liceo, salviniano di ferro, ancora adolescente entra nel consiglio territoriale numero 7, occupandosi dei problemi delle periferie. Il suo motto è “la politica vera si fa in mezzo alle strade”.
Francesca Corso, 32 anni, segretario provinciale di Genova e Assessore a Genova per le Pari opportunità, Giovani, Disagio e Solitudine. Militante leghista da giovanissima, Corso è convinta che la politica si faccia dal basso. “A livello locale si possono dare risposte a quelle che sono le esigenze più concrete dei cittadini”, è il suo motto. Oggi Francesca, neomamma, è candidata alle regionali, nella lista della Lega, in sostegno al candidato Presidente Marco Bucci.
Italia viva
Vittoria Nallo, 27 anni, consigliera regionale in Piemonte, già consigliera comunale a Torino, neomamma, si è candidata alle europee come capolista per gli Stati Uniti d’Europa con il pancione. E’ diplomata alla scuola militare “Nunziatella” di Napoli, ma poi si è laureata al Politecnico di Torino in Architettura per il progetto sostenibile. A 14 anni, racconta, voleva diventare ufficiale degli Alpini “per amore della montagna”. Nel 2019 prende parte alla prima Scuola di formazione politica “Meritare l’Italia”, per poi aderire a Italia viva da nipote d’arte, nel senso che ha una nonna renziana sfegatata.
Sara Tintilla, 24 anni, presidente di Iv per la provincia di Perugia, ora impegnata come candidata nella campagna per le regionali (campo largo ma senza simbolo), nella lista “Civici umbri”, a sostegno di Stefania Proietti. Parla cinque lingue ed è laureata in Scienze internazionali, con diverse esperienze all’estero. Per lei la politica, dice, “è stata una scelta naturale, uno strumento concreto legato al quotidiano, il modo per tradurre in realtà il sogno di cambiare le cose”. Temi prioritari, per Sara, non solo per i giovani (“non è che se sei un politico giovane devi pensare solo ai giovani”), salute mentale e lavoro (“un lavoro che ti soddisfi e non ti sfrutti”).
Luca Di Egidio, 28 anni, consigliere di municipio a Roma, è stato il più giovane candidato alla presidenza di un municipio su Roma ai tempi della candidatura a sindaco di Roberto Giachetti, nel 2016. Fa politica fin dai tempi del liceo e segue Matteo Renzi, dice, “fin dal primo giorno”. La prima domanda che rivolge ai suoi coetanei, fin dall’account X, è “ma l’Italia è un paese per giovani?”, e i suoi temi ricorrenti sono il salario di ingresso, il reddito di formazione, gli incentivi per chi assume, la necessità di arginare la fuga di cervelli all’estero (“rendiamoci conto che più del 40 per cento degli under 30, quelli che lavorano, non guadagnano più di mille euro al mese”). “Ci dicono spesso che noi siamo il futuro del paese”, dice Di Egidio, “ma noi siamo il presente”.
Isabella Alfano, 29 anni, consigliera municipale a Roma, laureata alla Luiss in Relazioni Internazioni, con specializzazione in comunicazione d’impresa, attiva sul fronte della prevenzione della violenza sulle donne, e Manfredi Mumolo, 22 anni, romano, coordinatore territoriale, da tempo attivo sul fronte “riavvicinare giovani” alla politica (si è candidato al VII municipio citando Nelson Mandela: “Il nostro giocare in piccolo non serve al mondo”).
Movimento 5 stelle
Marianna Ricciardi, 30 anni, deputata dal 2022. Napoletana, laureata in Medicina, ha iniziato a lavorare come medico durante la pandemia. Eletta dopo aver partecipato alle parlamentarie del M5s con un programma basato sul contrasto agli sprechi e alle inefficienze in campo Sanità, alla Camera ha presentato proposte di legge per il reperimento di risorse in tema di medicina difensiva. Dell’attuale crisi al vertice del Movimento ha detto, con esercizio d’ottimismo: “Non è uno scontro tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo, entrambi vogliono il bene del M5s”.
Lorenzo Goppa, 27 anni, biologo e assessore all’Ambiente al comune di Pavia. “Essere giovani in politica non è semplice”, ha detto Lorenzo “Ci si deve quotidianamente scontrare con i pregiudizi di una società che fa fatica ad ascoltarci. Il sindaco di Pavia ha fatto una scelta coraggiosa, affidando a me un assessorato chiave come quello dell’ambiente”.
Radicali italiani
Matteo Hallissey, 21 anni, bolognese, più giovane segretario di un partito di sempre, seguitissimo sui social per le battaglie sui taxi e balneari (è stato anche picchiato dai tassisti), sarà ora capolista dei riformisti in Emilia-Romagna a sostegno di Michele De Pascale candidato presidente di regione per il centrosinistra. Studente di Scienze Politiche, durante il lockdown faceva dirette online su economia e politica estera. Nel 2022 si avvicina alla galassia radicale per il referendum sull’eutanasia. E’ stato protagonista del tour “Giovani un cazzo”, viaggio tra quindici università italiane per parlare di pensioni, salute mentale, diritto a non emigrare, psicologo di base.
Alleanza Verdi e Sinistra
Luca Boccoli, 27 anni, co-portavoce dei Giovani europeisti verdi, si è candidato alle ultime europee (non è stato eletto, ma ha preso 14.000 voti). Laureato in Scienze Politiche con una tesi sperimentale “sull’implementazione di metodi innovativi per contrastare la degradazione dei terreni agricoli in Burkina Faso”, già attivista dei Fridays For Future, si autodefinisce “ecosocialista”.
Francesca Cucchiara, 31 anni, co-portavoce dei Giovani europeisti verdi. Laureata in Scienze politiche e Relazioni internazionali con un Master in Sviluppo sostenibile presso l’Università di Graz in Austria, l’Università di Utrecht nei Paesi Bassi e la TERI school of Advanced Studies di New Delhi, in India, dopo uno stage presso l’Oms si è spostata in Ghana per seguire un progetto sul riciclaggio dei rifiuti elettronici. Tornata in Italia, lavora come consulente sulla sostenibilità dei biocarburanti.
Francesco Riommi, Luca Testoni, Valeria De Ruggieri, rispettivamente coordinatore nazionale dei Giovani di Sinistra Italiana, responsabile Territori e responsabile comunicazione per la stessa organizzazione. Riommi era a Budapest nel momento chiave del processo Salis, Testoni è molto attivo sul campo nei territori del Nord a maggioranza centrodestra, De Ruggieri in quello della “lotta transfemminista”.