Il Ppe si schiera con Meloni e in Ue boccia l'offensiva della sinistra sul dossier Albania

Pietro Guastamacchia

La sentenza del tribunale di Roma contro i trasferimenti non scalda i cuori degli eurodeputati a Strasburgo. I popolari decidono di fare quadrato attorno al modello italiano di esternalizzazione delle richieste d’asilo. E votano con Ecr e l’estrema destra

Strasburgo. La sentenza del tribunale di Roma contro i trasferimenti dei migranti non scalda i cuori degli eurodeputati a Strasburgo. Al Parlamento europeo infatti torna la maggioranza delle destre unite, ribattezzata dagli addetti ai lavori “la maggioranza Venezuela”, e la richiesta di dibattito presentata dai Verdi europei e supportata dai socialisti sulle “conseguenze della sentenza del tribunale di Roma in merito all’accordo tra Italia e Albania” viene respinta dall’Aula.

 
Dietro il tentativo di portare in Aula la questione dello scontro istituzionale tra governo e magistratura italiana un fronte ampio, che si estendeva dalla Sinistra Ue fino ai liberali di Renew. Progetto che però ha cozzato contro i 320 voti contrari espressi dall’alleanza tra Ppe, Ecr e l’estrema destra.

   
Per la capogruppo dei Verdi, la tedesca Terry Reintke, l’Eurocamera “non può rimanere in silenzio davanti alle accuse di alcuni esponenti del governo ai giudici italiani, e le istituzioni non possono stare ferme a guardare un’altra Ungheria”. Parole che, però, non hanno scalfito le coscienze degli eurodeputati del Ppe, ago della bilancia a Strasburgo, che respingono la proposta di dibattito, definendola “inutile e strumentale”

  
I popolari decidono dunque di fare quadrato attorno a Meloni e al suo modello di esternalizzazione delle richieste d’asilo, che già la scorsa settimana aveva suscitato l’interesse di diversi leader, tra cui la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen.

  
“Le polemiche tra giudici e governo lasciamole al dibattito italiano – spiegano nei corridoi di Strasburgo dal team della presidenza del Ppe – il modello di esternalizzazione della gestione della migrazione è una strada da esplorare, von der Leyen è stata chiara. Se poi quello di Meloni ha un guasto tecnico, amen, ne troveremo di migliori”.

   
Che la mozione non avrebbe trovato il consenso dell’aula si era capito già in tarda mattinata, quando il portavoce dei popolari aveva fatto trapelare che il partito di Weber non aveva alcuna intenzione di sostenere la richiesta. Dal Ppe però sottolineano sornioni che non c’è “alcun coordinamento” con l’estrema destra, ma al contempo ammettono che “se vogliono votare come noi, mica possiamo legargli le mani no?”.


E infatti, i conservatori dell’Ecr, i Patrioti per l’Europa e persino i sovranisti del gruppo dell’AfD votano a mani libere eccome, e si presentano compatti all’appuntamento con un solo scopo: dimostrare alle sinistre che non sono più loro a dettare le carte all’Eurocamera.


Al voto si ripete anche la già vista astensione dei deputati di Renew, che scelgono di non sostenere la modifica proposta dai Verdi, presentando una propria. Un lavoro di maquillage che evita di lasciare un verbale che certifichi nero su bianco la sconfitta. I numeri, però, non lasciano spazio ai dubbi: la proposta ha incassato 164 voti favorevoli e 319 contrari, e i liberali sono meno di 80, e dunque anche questa volta non sarebbe stato possibile ribaltare il risultato.

 
Proteste dai pentastellati: “Fratelli d’Italia, sostenuta da tutte le destre europee, ha votato contro il cambio di agenda al Parlamento europeo e contro la possibilità di tenere un dibattito sull’hotspot in Albania. Ma se era un modello per tutta Europa, perché non parlarne? Di cosa hanno paura?”, si chiede l’eurodeputato M5S Gaetano Pedullà. Gli fa eco anche il dem Zan “Dopo le violazioni ai diritti e gli attacchi alla magistratura, oggi la destra italiana e i suoi alleati in Europa rifiutano di dibattere sull’accordo Italia-Albania al parlamento europeo. Di cosa hanno paura? forse di essere screditati anche a Strasburgo dopo essere stati smascherati in Italia?”.

 
Ma per Pd e compagni il verdetto dell’aula porta un messaggio chiaro,, l’opposizione al modello Meloni è preferibile farla a Roma, visto che a Bruxelles, come a Strasburgo, è un film che riscuote un certo successo.