Altro che regionali
Conte in Liguria: la campagna elettorale per Orlando si trasforma nella resa dei conti con Grillo
Mentre il capo del M5s gira da Levante a Ponente arriva la notizia: dal prossimo anno il comico genovese rimarrà senza i 300 mila euro. A Conte più delle regionali interessa prendersi definitivamente il Movimento
Giuseppe Conte, l’avvocato di Apulia, è arrivato in Liguria, terra di Beppe Grillo, il fondatore. Dovrebbe essere il giorno della riscossa del M5s che a Genova e dintorni pochi mesi a fa, alle elezioni europee, ha preso più del 10 per cento. E domenica Conte può essere determinante per la vittoria alle regionali dell’ex ministro dem Andrea Orlando. Può dimostrare al Pd che aveva ragione lui. Di Renzi e dei suoi non c’è alcun bisogno. Mettere a tacere i riformisti, fuori, ma perché no, anche dentro il Pd. Oggi al comizio di chiusura della campagna elettorale – sposato dalla piazza al teatro causa pioggia – ci saranno Elly Schlein, Fratoianni e Bonelli, i leader del campo che ha scelto Conte. Ma Conte è in Liguria per un altro motivo: silurare Beppe Grillo. Più di vincere qui al fondatore interessa prendersi definitivamente il Movimento. Va in scena l’ennesima battaglia dell’ormai lunga guerra tra il nuovo capo e il vecchio garante per le vestigia del movimento. Forse quella finale.
Lo squillo di trombe arriva in maniera inedita. Dalle anticipazioni della nuova fatica letteraria di Bruno Vespa. Dopo aver messo in discussione la figura del garante, pronta a essere stracciata dalla prossima assemblea costituente, Conte a Vespa dice che: “Beppe Grillo è responsabile di una controcomunicazione che fa venire meno le ragioni di una collaborazione contrattuale” che il fondatore “sta portando avanti atti di sabotaggio”. Bum. Da gennaio stop al rinnovo del compenso di 300mila euro per il comico. Dallo staff del comico genovese si affrettano a smentire: “Non ci risulta”. Ma da via di Campo Marzio “fonti del M5s” ci tengono eccome a confermare: “non è più possibile rinnovarlo in queste condizioni”. La bufera si scatena a pochi giorni dal voto ligure (unico posto in cui conta ancora ciò che dice Grillo), ma anche dal confronto deliberativo sulla revisione codice etico del Movimento che ci sarà sabato. I 300 iscritti, 30 non iscritti e 30 giovani estratti a sorte decideranno se mantenere come “limite identitaria” il vincolo dei due mandati o se, in forme più o meno sfumate, superare questa regola tanto cara a Grillo. Sul voto in Liguria lo scontro potrebbe non avere effetti positivi. La ricerca di un endorsment del comico da parte di Andrea Orlando non ha avuto frutti negli scorsi giorni, figuriamoci adesso. E con Grillo che tace, a parlare ci pensa Nicola Morra, ex grillino, ancora in buoni rapporti con il fondatore, e candidato governatore a sinistra di Pd e 5 stelle: “La revoca del contratto a Grillo rende evidente la trasformazione del M5s nel partito personale di Conte, nuovo cespuglietto triste del Pd”.