Elly Schlein e Andrea Orlando (foto LaPresse)

La Situa

Il modello di centrosinistra di Schlein alle prese con le urne

Claudio Cerasa

Si vota in Liguria, poi toccherà a Umbria ed Emilia-Romagna. Cosa c'è in ballo per la segretaria del Pd nelle tre regioni chiamate al voto

Sono due anni di governo Meloni, lo sappiamo, ma sono anche diciotto mesi di modello Schlein, a sinistra, e per provare a trarre un bilancio dell'esperienza della segretaria bisognerà aspettare ancora qualche mese e qualche elezione regionale. In questo fine settimana, lo sapete, si vota in Liguria. Il diciassette novembre si voterà in Umbria e in Emilia Romagna. E il numero di regioni che il centrosinistra riuscirà a portare a casa ci dirà molto su quello che è lo stato di salute dell'alternativa. Quello che si può provare a dire già oggi è che i tre test regionali saranno importanti per varie ragioni, a sinistra.

 


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Domanda numero uno: la scelta dettata da Giuseppe Conte di restringere il campo largo, in Liguria, darà o no i suoi frutti? Dovesse darli, per Conte sarebbe un punto. Non dovesse darli, per il campo allargato sarebbe un punto importante e non è difficile immaginare che uno come Renzi, per dire, sia pronto a non stracciarsi le vesti in caso di sconfitta di Orlando. L'Umbria e l'Emilia Romagna saranno ugualmente significative, per il centrosinistra, ma per altre ragioni. Da una parte, in Umbria, storico feudo rosso della sinistra, oggi in mano al centrodestra, si gioca la capacità del modello Schlein di tornare a parlare a quel pezzo di elettorato che negli ultimi anni si è sentito tradito e perdere in Umbria significherebbe perdere un pezzo della propria credibilità nell'essere un'alternativa convincente. L'Emilia-Romagna, invece, è per Schlein un test diverso. È un test sulla regione, su uno degli ultimi fortini della sinistra, e la vittoria di Michele De Pascale viene data per scontata da molti, ma è anche un test sulla capacità di Schlein di saper scommettere su una classe dirigente nuova (De Pascale ha votato per il vecchio rivale di Schlein alle primarie) non allineata al verbo della nuova segreteria. Il tema, dalla Liguria all'Emilia-Romagna, è sempre lo stesso: allargare o chiudersi? L'alternativa, anche a sinistra, passa dalla risposta giusta a questa domanda. Auguri.

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  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.