"Fatti di Elly"
“Sta al Pd risolvere i suoi guai in Campania. Noi con De Luca non parliamo. ”. Parla il 5 stelle Costa
Il vicepresidente della Camera e parlamentare grillino commenta il voto con il quale il consiglio regionale campano ha aperto al terzo mandato per il governatore dem: "Con la lite tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte anche noi abbiamo i nostri problemi, ma ognuno deve lavarsi i panni sporchi in casa propria"
“Non nego che anche noi con i terzi mandati in vista della costituente qualche problemino lo abbiamo”. Sergio Costa, ex ministro, vicepresidente della Camera dei Deputati e parlamentare del M5s commenta con una certa dose di ironia la notizia del giorno. Il consiglio regionale campano ha approvato la legge che apre al terzo mandato per il presidente Vincenzo De Luca (che in silenzio in Aula attendeva con tanto di cornetto rosso portafortuna in mano). Con l’eccezione della consigliera Bruna Fiola, il gruppo campano del Pd, infischiandosene delle indicazioni della segretaria nazionale Elly Schlein, ha votato compatto per approvare la legge voluta dal governatore. Una prova di forza. I tre consiglieri regionali del M5s invece hanno votato contro insieme al centrodestra: “Scherzi a parte – dice Costa – un conto sono i mandati da parlamentare, che è legittimo possano essere più di due, un altro sono le cariche monocratiche, come il governatore o il sindaco, dove sono concentrati molti più poteri. Noi in questo caso siamo nettamente contrari, non è una questione di pregiudizio ad personam nei confronti di De Luca, ma è quello che che prevede il nostro portafoglio politico e culturale su questo argomento, varrebbe anche per un governatore del M5s”.
Intanto però il presidente ed europarlamentare del Pd Stefano Bonaccini, che pur come il resto del partito sta chiedendo a De Luca di non candidarsi, dice: “Tenendo conto dell'ottimo lavoro che la giunta De Luca ha fatto io penso che a tempo debito ci si siederà tutti insieme per individuare la persona migliore”. Insomma, adesso anche a voi 5 stelle toccherà scegliere il candidato insieme a De Luca. Sempre che lui non si candidi lo stesso. “Guardi anche noi, con la lite tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte abbiamo i nostri problemi, ma ognuno deve lavarsi i panni sporchi in casa propria: noi ci chiariremo nella costituente, mentre sta a Schlein evitare che una candidatura in solitaria di De Luca favorisca il centrodestra nella prima regione del Mezzogiorno d’Italia. Vedremo come andrà”. Dunque, ammesso e non concesso che De Luca possa non candidarsi, anche a voi toccherà mediare con lui per la scelta del candidato in Campania? Risponde Costa: “Noi, questa è la mia opinione, con De Luca non parliamo, le decisioni sui candidati nelle regione, e nel 2025 saranno cinque ad andare al voto, le devono prendere i vertici nazionali accordandosi tra loro”. Devono decidere Conte e Schlein dunque? “Esatto”. Voi sperate che il candidato in Campania sia uno dei vostri? “Bisognerà decidere sulle cinque regioni che andranno al voto a livello nazionale, valutando per ogni regione quali chance ci sono e qual è il candidato più performante e più inclusivo a prescindere dall’appartenenza. Faccio un esempio concreto: Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli, può incarnare un profilo del genere in Campania. Ovviamente questa persona deve poter interpretare un programma condiviso, ma la scelta va fatta così, non in base ai valori dei sondaggi, altrimenti stiamo al manuale Cencelli e non attraiamo gli elettori”.
Intanto il governo potrebbe impugnare la legge campana davanti alla Corte costituzionale. Ieri il viceministro degli Esteri e possibile candidato del centrodestra in Campania Edmondo Cirielli diceva alle agenzie: “Penso che giuridicamente la norma non abbia un valido fondamento e credo che il governo la impugnerà”. “E però – dice Costa – bisognerà capire se faranno altrettanto con le analoghe leggi regionali che hanno approvato Zaia in Veneto e Cirio in Piemonte. Noi auspichiamo il ricorso, ma deve valere per tutti. D’altronde se vogliono impugnarla per bene, con il Consiglio dei ministri che porta la questione davanti alla Corte costituzionale per un giudizio di costituzionalità, devono farlo per tutte queste leggi. Vediamo che succederà nei prossimi 60 giorni”.