l'intervista
“Landini? Io ho un altro linguaggio. Bene l'incontro Draghi-Schlein”. Parla Furlan (Pd)
L’ex segretaria Cisl: "Se vogliamo mettere al centro il lavoro, dobbiamo mettere al centro anche gli investimenti sulla produzione. Senza l’industria c’è solo una decrescita infelice e molto dolorosa. Trump? Leggo di facili entusiasmi nella maggioranza. Ma se torna la politica dei dazi è un problema grave per l'Italia"
La rivolta sociale di Maurizio Landini? “Ognuno ha il suo linguaggio, forse il mio è diverso”, risponde Annamaria Furlan. “Ma sono certa che il leader della Cgil inviti alla mobilitazione sociale, attraverso gli strumenti democratici propri del sindacato. Non ci sono interpretazioni diverse”. La senatrice del Pd il mondo sindacale lo conosce bene: è stata segretaria della Cisl tra il 2014 e il 2021. Forse anche per questo vuole evitare ogni polemica. “Mi sembra – dice in questo colloquio con il Foglio – che ci sia stata anche un po’ di speculazione sulle parole di Landini”. Piuttosto Furlan preferisce soffermarsi sulle sfide che attendono l’Italia. “Una manovra che rischia di peggiorare una situazione già complicata, la ricaduta economica del ritorno di Trump e poi l’attenzione che manca al mondo produttivo. Perché senza l’industria c’è solo una decrescita infelice e molto dolorosa”.
Andiamo con ordine, allora. Senatrice, cosa non sta funzionando nel nostro paese? “Partiamo dai dati. Nel 2024 la crescita dell’un per cento è assolutamente irraggiungibile e da mesi assistiamo a un calo della capacità industriale. Penso all’automotive soprattutto, ma anche alla meccanica e al tessile. E ovviamente all’Ilva e a tutto il comparto della siderurgia. Sui tavoli del ministero ci sono vertenze per circa 70 mila lavoratori mentre altri 120 mila sono a rischio. Rileviamo – attacca Furlan – un’assoluta mancanza di politica industriale”. In questo scenario la legge di Bilancio è arrivata in commissione, presto sarà in Aula.
Dal punto di vista dell’industria, che finanziaria sarà? “Il governo ha stanziato poco o nulla per la crescita. Tagliano 4-5 miliardi sull’automotive e questo dimostra che non hanno capito nulla. Manca inoltre un piano energetico che ci permetta di essere competitivi, da noi l’energia costa molto più che in Francia o in Germania, nostri diretti concorrenti. E guardi che queste critiche arrivano anche da Confindustria”, sottolinea l’ex sindacalista. “Nella manovra – aggiunge – c’è una drammatica mancanza di investimenti per l’industria, che rischiamo di pagare caro”. Tanto più adesso che gli scenari internazionali si fanno più foschi. “Leggo dichiarazioni di facile entusiasmo, non giustificato, per la vittoria di Trump. Ma se l’America tornerà al protezionismo e ai dazi, per noi saranno problemi molto seri. Già oggi registriamo un meno 7 per cento sulle esportazioni. A questo si aggiunge la crisi tedesca, che sta picchiando duro”.
L’obiezione che muoviamo allora alla senatrice è che spesso anche il Pd è sembrato poco attento al tema industriale, nascondesi dietro gli slogan ed evitando di affrontare la vere criticità del Green deal. “Credo occorra una mossa diversa da parte dell’Europa, un fondo che per accompagnare le imprese. La transizione non può comportare la chiusura delle fabbriche e la perdita di milioni di posti di lavoro. Non si può vivere di solo turismo e di terziario, ne siamo consapevoli”. Lo è anche Elly Schlein? “Mi pare che la segretaria abbia ben presente l’importanza del sistema produttivo, come dimostrano i suoi interventi e la sua agenda”.
A fine settembre la Schlein ha incontrato a Milano il mondo della finanza e dell’impresa, due giorni fa ha visto l’ex premier Mario Draghi. E’ la strada giusta? “Credo siano incontri molto importanti, che la segretaria fa bene a portare avanti. Se vogliamo mettere al centro il lavoro, dobbiamo mettere al centro anche gli investimenti sulla produzione”, ribadisce Furlan spiegando che proprio su questo crinale il Pd si muoverà per emendare e migliorare la manovra. Siete fiduciosi? “Ho dei dubbi, considerando che il governo sta ascoltando molto poco le opposizioni. Ma l’impegno da parte nostro è assicurato”. Oltre alle politiche industriali quali saranno le altre priorità del Pd? “Il dato sulla sanità è allarmante, dopo tante strombazzate hanno stanziato solo 900 milioni. Abbiamo bisogno di 100 mila tra medici e infermieri, ne potremmo assumere al massimo due mila. Mentre le liste d’attesa continuano a essere interminabili e la gente smette di curarsi. Accanto a questo –conclude Furlan – ci batteremo contro i tagli agli enti locali, che significano meno servizi sociali, e contro quelli a università e ricerca”.