l'intervista
“Amsterdam come Berlino del 1938. L'antisemitismo minaccia la democrazia”. Parla Picierno (Pd)
"Clima preoccupante anche in Italia. Non possiamo girarci dall'altra parte, serve reagire. L'antisemitismo interroga anche la sinistra", dice la vicepresidente del Parlamento Ue
“Quello che è accaduto ad Amsterdam, la caccia agli ebrei dell’altra notte, è un orrore che mina la tenuta della democrazia. E’ l’ennesimo punto di non ritorno. Ma la condanna da sola non basta più, adesso bisogna reagire”. Pina Picierno usa parole forti: “Necessarie dopo un episodio del genere, le immagini degli agguati sono sotto gli occhi di tutti”. La vicepresidente del Parlamento europeo, eletta con il Pd, parla delle aggressioni subite dai tifosi israeliani in Olanda. “Mi hanno colpito moltissimo le scene di quel ragazzo, un rifugiato ucraino, a cui è stato chiesta la carta d’identità per dimostrare di non essere israeliano. O di un altro che urlava, supplicando gli aggressori: ‘io non sono ebreo’. Sono immagini eloquenti, che parlano da sole. Sembrava la Berlino del 1938 e invece, purtroppo, è l’Europa del 2024. Tutto questo fa paura”. Onorevole, come siamo arrivati fin qui? “La continua negazione dell’antisemitismo, che invece esiste ed è evidente, ha prodotto questo clima in cui qualcuno crede si possano assaltare gli ebrei impunemente. Non possiamo più girarci dall’altra parte. Lo dico con molta determinazione e spero che tutti siano pronti a fare la loro parte in questa battaglia”.
Pina Picierno fa una premessa. “Voglio dirlo con molta chiarezza”. Prego. “Il diritto alla difesa di Israele non è in discussione, ma le politiche di Netanyahu sono quanto di più distante dalla mia visione politica e la sproporzione della reazione militare dopo il 7 ottobre è una ferita del nostro tempo, ma questo non può giustificare nessun tipo di pogrom, razzia o violazione degli ebrei come è successo ad Amsterdam”. Alcuni video mostrano i tifosi del Maccabi Tel Aviv provocare e strappare bandiere della Palestina in giro per le vie di Amsterdam. Per qualcuno questa sarebbe la ragione delle aggressioni. “Usare queste motivazioni vuol dire non avere alcuna consapevolezza di quello che sta succedendo in Europa. Potevano anche esserci tifosi violenti, ma questo determina una reazione verso i violenti, non può certamente giustificare un pogrom. La verità – dice la vicepresidente – è che Israele è il solo paese per il quale le politiche del governo determinano l’odio verso i suoi cittadini”.
Anche per far fronte a queste derive Picierno, che al Parlamento europeo ha la delega alla lotta all'antisemitismo, ha chiesto di istituire una task force per combattere i fenomeni di odio e violenza contro gli ebrei. “E’ stata una delle mie prime proposte, condivisa da tutte le famiglie politiche europee. Quello che abbiamo davanti – ammette l’eurodeputata dem – è un lavoro molto difficile, ma assolutamente fondamentale”. Come si realizza? “Bisogna lavorare sull’educazione e sul livello culturale, produrre un cambiamento in termini di consapevolezza. Perché, lo ripeto, la condanna non basta, serve reagire e combattere un fenomeno così drammatico e in crescita negli ultimi mesi”. Tra gli esempi citati da Picierno c’è quello del Labour inglese, che sotto la guida di Corbyn ha avuto un periodo travagliato. “Proprio due giorni fa ho avuto un confronto con David Evans, già segretario generale dei labouristi inglesi, a cui il premier Keir Starmer ha affidato il compito di affrontare il problema dell’antisemitismo all’interno del partito. Hanno lavorato molto sul cosiddetto shift culturale e adesso il Labour è in prima linea proprio contro l’antisemitismo. Il loro esperimento riuscito può essere un modello”.
I problemi legati all’antisemitismo in politica tuttavia non riguardano solo il partito britannico. In Italia alcune forze politiche, in particolare a sinistra, hanno mostrato un po’ di timidezza quando si tratta di Israele e Palestina. Come mai? “Certamente il tema interroga la sinistra, questo non mi sfugge. E non a caso – ribadisce Picierno – ho parlato del Labour. Ma credo che il problema riguardi soprattutto le forze più estremiste e ideologiche. Tutto questo vale ancor di più per quella destra che inneggia a Hitler e Mussolini. Abbiamo visto reportage che raccontano un antisemitismo galoppante tra i giovani da quella parte. Il punto è, ancora una volta, che dietro la critica politica si nascondono altre finalità”. E’ una considerazione che vale anche per la stampa italiana, c’è antisemitismo anche in questo campo? “Non vedo esempi di questo tipo per fortuna, almeno in Italia. Dopodiché è necessario per chi fa informazione avere la conoscenza e la consapevolezza di quel che accade. Bisogna chiamare le cose per nome. Se c’è un episodio antisemita occorre denunciarlo e condannarlo, senza esitazioni. Questo è quello che mi aspetto. Ma è un discorso che vale anche per gli intellettuali e per la classe dirigente”, dice ancora l’eurodeputata. “C’è bisogno del contributo di tutti. La politica da sola non può farcela”. Solo in questo modo insomma si può evitare che le drammatiche scene di Amsterdam si ripetano da noi. “Gli episodi di antisemitismo sono in crescita ovunque. Anche in Italia. Nelle università hanno impedito a David Parenzo e Maurizio Molinari di parlare.Tanti ebrei hanno smesso di indossare la kippah per paura di essere aggrediti. E’ evidente che c’è un clima preoccupante. Non riconoscerlo – conclude Picierno – è la precondizione per realizzare una totale bancarotta etica. E non possiamo permetterlo”.