Il racconto
La Rai-a-Lago di Salvini: fa campagna contro il canone, ma chiede altre direzioni. Marano e Sergio i veri ad Rai
Esige Rai Pubblicità per Pionati e il Day Time per il direttore che ha fatto sanzionare la Rai da Agcom. Ha più direzioni di Forza Italia e comanda grazie al presidente a interim e il dg Sergio (in quota Lega)
La nuova impostura di Salvini è la Rai, Rai-a-Lago, la sua Trump tower. Al posto di Elon Musk c’è Giletti. Va a dire, a Mediaset, tagliamo il canone, ma chiagne e sbafa. Ripete: abbassiamo la tassa Rai, ma usa la Rai come villino per mezze calze. Sta per mandare a dirigere il Day Time uno che si chiama Di Liberatore, che in Rai viene salutato così: Dio ce ne liberi. E’ quota Salvini il dg, Roberto Sergio, il direttore alla seconda: è dg a Mazzini e dg a Rai San Marino, così come Paola Marchesini, la sua capostaff, che è anche direttrice iniziative strategiche. Salvini? Ha prenotato per la Lega Rai Pubblicità, Tgr, Cultura ... Resta ormai solo la direzione della mensa. Mangia Rai da mattina a sera e fa il Salvini tirchio: “Rai, non vi pago”.
Il ministro dell’Economia, Giorgetti, anziché dire “ah, la Rai, so io cosa andrebbe fatto”, dovrebbe chiedere a Salvini: ma i nostri, in Rai, cosa stanno facendo? Hanno disarmato l’ad Giampaolo Rossi e gli tolgono una libbra, una direzione al giorno. E’ passato un mese dal suo insediamento e la Lega, da amministratore, lo ha ridotto a servo, come nel film di Losey. Antonio Marano, il presidente Rai facente funzioni, leghista comanda insieme a Sergio, mentre il sottosegretario leghista, Alessandro Morelli, lo sgherro di Salvini, impagina il palinsesto e litiga con Marano che è tornato a prenderci gusto. Si vede alla guida della Confindustria Radio Televisione e ha ragione ad ambire. Il suo predecessore, sempre Lega, De Biasio, cumulava tre incarichi: perché Marano solo due? E’ distaccato a Roma ma sarebbe direttore della Fondazione Milano-Cortina (chi lavora a Milano-Cortina?). Marano, indicato da Morelli, ora tratta direttamente con Salvini, e Morelli si occupa degli affari correnti di Rai-a-Lago. Chiede la promozione di “er catena”, Giovanni Alibrandi, vicedirettore approfondimento, il numero due di Paolo Corsini, “l’Herr Sti cazzi” di FdI. Sono i due sceneggiatori, i responsabili del caso Scurati, un capolavoro che ha avuto altri sequel: la chiusura del programma di Monteleone e il fiasco Giletti, che sta costando alla Rai quanto il Superbonus allo stato. Si deve procedere con le nomine delle direzioni e Rossi vuole affidare il coordinamento dei generi a Stefano Coletta, che sarebbe “quello bravo”. Prima di Marano e Morelli, l’uomo Rai di Salvini era Ciannamea, attuale direttore Prime Time. E’ la direzione più importante della Rai e Rossi intende indicare Angelo Mellone, direttore day time, l’artista, il romanziere, drammaturgo, poeta, e almeno altri tre incarichi sparsi tra la Lucania e l’Abruzzo. Riceve, sui giornali, più recensioni di Dario Franceschini e anche il cda Rai riceve ultimamente analisi sul suo inesauribile talento, le sue passioni. Ciannamea si sposta ai palinsesti ma la carica di Mellone la reclama la Lega per Williams Di Liberatore. Si è fatto notare, e lo ho scritto Affaritaliani nel luglio 2023 (un giornale che la Lega non può chiamare nemico) come dirigente “che si è occupato della pubblicità di Sanremo, per cui la Rai è stata sanzionata dall’Agcom per 170 mila euro”. Era il caso Ferragni. Fa multare la Rai e lo promuovono anche. Oltre a Di Liberatore la Lega ha chiesto la Cultura per Fabrizio Zappi, che dirige Rai documentari, che è passato da prodiano a leghista. E’ un caso di cui dovrebbe occuparsi il Mulino di Bologna. E non gli basta. Salvini, al posto di Maurizio Fattaccio, presidente di Rai pubblicità, esige che si nomini Francesco Pionati, direttore del Gr e prossimo alla pensione. L’altro quasi pensionato, Casarin, direttore del Tgr, un galantuomo, stanno cercando in tutti i modi di mandarlo via dopo avergli promesso che lo avrebbero eletto in cda (dove è andato Marano). FdI solo ora dice: “La Lega in Rai ha più direzioni che voti. Il Tgr tocca a noi”. E’ il partito che si tiene Paolo Petrecca direttore Rai news, la collina Oppio di FdI (tra i collaboratori del sito è arrivato Filippo Mosticone, militante di FdI che a Sora si era picchiato con un consigliere di FdI. Fratelli de che?) e che sta barattando con Giuseppe Conte la direzione del Tg3 per cinque voti del M5s in Vigilanza. Sono i voti che servono a eleggere presidente Rai, una carica vuota, Simona Agnes, di Forza Italia, La Lega, furba, ha Francesco Giorgino direttore ufficio studi, Angela Mariella, direttore relazioni istituzionali, Marco Cunsolo produzione tv, Giletti che ha sequestrato il lunedì sera di Rai 3, e il dg è Sergio, l’unico che davvero si diverte. Dovrebbe spiegare, al suo azionista, come è mai possibile noleggiare auto, con conducente, dal 2 settembre 2024 al 14 giugno 2025, e spendere ben 207 mila euro. Potevano acquistare una Tesla. Al volante della Rai, la sua Rai-a-Lago, c’è invece Salvini, il vitellone di Trump. Con l’accolita sorseggia direzioni e la sera, invitato da Mediaset, fa le pernacchie alla Rai: “Canone Rai? …”.