(foto EPA)

Il colloquio

Lo storico dell'antisemitismo Luzzatto Voghera: “I fatti di Amsterdam ci sono anche da noi. La sinistra minimizza per ideologia”

Luca Roberto

Parla il direttore della Fondazione centro di documentazione ebraica contemporanea: "Episodi come quello di Amsterdam ci dicono che il confine tra parole e azioni si è fatto sempre più labile. Certi giornali alimentano l'odio verso gli ebrei"

“Davanti alle immagini provenienti da Amsterdam la prima sensazione è il fallimento, perché il lavoro che abbiamo fatto negli ultimi decenni per contrastare l’antisemitismo evidentemente non ha funzionato come avremmo voluto”. Lo dice Gadi Luzzatto Voghera, direttore della Fondazione centro di documentazione ebraica contemporanea, che da anni tiene un osservatorio sull’antisemitismo, citando dati che si è scambiato con i colleghi europei e che raccontano un fenomeno sempre più preoccupante. “In Olanda dal 7 ottobre i casi di odio verso gli ebrei sono cresciuti dell’800 per cento. Da noi della metà, ma la caccia all’ebreo compiuta da giovani delle comunità arabe l’abbiamo vista anche in Italia, per esempio lo scorso 25 aprile a Milano”. Colloquiando col Foglio, Luzzatto Voghera spiega che “da parte di certi media la caccia all’ebreo è come se non esistesse. Parlano di scontri con gli hooligan del Maccabi. E’ evidente che hanno un pregiudizio di natura ideologica”. Un po’ quel che sembra avere la sinistra. “Certo, e a proposito di distorsioni della realtà, lo dico io che sono stato iscritto per anni al Partito comunista”, riconosce lo storico.

 

Il j’accuse di Luzzzatto Voghera parte da un assunto le cui ricadute sono preoccupanti: “Episodi come quello di Amsterdam ci dicono che il confine tra parole e azioni si è fatto sempre più labile. Quando si diffonde la paura e si trova qualcuno disponibile a esercitare la violenza in massa ci troviamo molto vicini alle caratteristiche che hanno dato adito alla nascita dei fascismi in Europa”, dice al Foglio. Anche perché, nota ancora il direttore della Fondazione centro ebraico di documentazione contemporanea (Cdec), “anche a causa dell’emarginazione e del simmetrico antislamismo, in Europa ci sono sempre più gruppi di origine araba che sono disponibili a usare violenza contro qualsiasi simbolo ebraico”. E’ un po’ quello che è accaduto dopo la partita di Europa League fra Ajax e Maccabi Tel Aviv. “Io credo che in questo caso le domande siano due. Ma questi gruppi chi li organizza? Perché è evidente che anche ad Amsterdam ci fosse un coordinamento preventivo per colpire l’ebreo. L’altra è: come si riesce a influenzarli dal punto di vista educativo?”. Fatto sta che, ancora ieri, a rendere ancor più plastica la diffusione sotterranea dell’antisemitismo, alcuni giornali online sono riusciti a raccontare l’aggressione nei confronti degli ebrei come una semplice contesa fra tifosi. “A parte che tutti sanno come i tifosi dell’Ajax siano tra i più filoisraeliani in Europa”, dice Luzzatto Voghera. “Mi spiace accusare dei vostri colleghi, ma ho letto un articolo del Fattoquotidiano.it. Faceva per due terzi esclusivamente riferimento agli hooligan del Maccabi, che sono senz’altro un problema. Ma se non vediamo la cornice, il fenomeno più ampio vuol dire che cediamo a una rappresentazione ideologizzata della realtà. Accadeva anche a me quando ero un militante del Partito comunista”.

 

Succede ancora, forse troppo spesso, alla sinistra quando minimizza o accanto alle doverose condanne continua ad accostare continue ambiguità. “Io ci ho scritto anche un saggio su, L’antisemitismo a sinistra, in cui ricostruisco delle radici lontane più di un secolo. Direi che quello che succede oggi a sinistra è un appiattimento sulla considerazione di Israele: gli israeliani sono visti come coloro che fanno violenza, mentre si tace completamente su quelli che la subiscono. Non solo nelle piazze europee, ma anche rispetto a quello che è successo il 7 ottobre, a quello che succede quotidianamente in Israele. Ci sono sempre, e direi giustamente, reazioni commosse rispetto a quello che subisce la popolazione civile palestinese, che sta vivendo un dramma. Mentre mancano completamente quando si tratta di civili israeliani. Eppure noi che viviamo in una parte di mondo fortunata perché pacificata dovremmo poter elaborare delle proposte che vadano oltre la semplice propaganda. Smettendola di utilizzare questo clima di tensione a fini esclusivamente politici ed ideologici. Perché diciamocelo chiaramente: a molti di quelli che scendono in piazza a manifestare, del destino dei palestinesi importa davvero poco”. Anche per questo rinfocolamento delle tensioni è importante il lavoro portato avanti dall’osservatorio del Cdec, che lavora in stretto accordo con altre organizzazioni internazionali che si occupano di lotta all’antisemitismo come il Cst di Londra o l’Anti-Defamation League statunitense.

Attualmente il Cdec sta raccogliendo tutta una serie di dati che saranno elaborati e confluiranno in un rapporto che uscirà il prossimo gennaio. “Dobbiamo capire che il riesplodere di episodi di antisemitismo mette a repentaglio la nostra convivenza pacifica. Per questo è importante aggiornare anche il lessico, capire che non ha senso descrivere i fatti di Amsterdam come un pogrom o una nuova ‘Notte dei cristalli’. Sono fenomeni che meritano di essere descritti con una nuova terminologia. Anche per questo scopo il nostro lavoro è importante”, ribadisce ancora Luzzatto Voghera. Che invita a non considerare le immagini provenienti dall’Olanda come un qualcosa di distante che non ci riguarda. Tutt’altro. “La recrudescenza dell’antisemitismo a partire dal 7 ottobre ci dice che i modelli educativi e le strategie adottate negli ultimi decenni non stanno funzionando. Correggiamo la rotta prima che sia troppo tardi”.

  • Luca Roberto
  • Pugliese, ha iniziato facendo vari stage in radio (prima a Controradio Firenze, poi a Radio Rai). Dopo aver studiato alla scuola di giornalismo della Luiss è arrivato al Foglio nel 2019. Si occupa di politica. Scrive anche di tennis, quando capita.