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Schlein segue il Pse e schiera il Pd contro Fitto: “La maggioranza non c'è”
"Colpire Fitto per difendere la tradizionale maggioranza pro-europea? Non ti preoccupare, il mio Pd è con te,” ha detto la segretaria dem alla capogruppo socialista Garcia Perez. D'accordo anche gli eurodeputati riformisti
Bruxelles. Elly Schlein sceglie la linea del Pse e porta il Pd allo scontro su Fitto. Dopo che mercoledì a Bruxelles i Popolari hanno aperto il fuoco contro la commissaria socialista spagnola Teresa Ribera, esplode lo scontro politico sulla nuova Commissione, e la nomina di Fitto diventa ostaggio delle trattative. Socialisti, liberali e verdi si schierano contro l’idea che Ecr, la famiglia europea di Meloni, possa ottenere un ruolo preminente nella Commissione. E il ruolo preminente da bloccare è proprio la vicepresidenza esecutiva di Raffaele Fitto.
In casa Pd, tra i clamori della battaglia, si affievoliscono all’improvviso le voci dei mediatori dem, inizialmente guidati dal capo delegazione Nicola Zingaretti. Chi spingeva per una linea più morbida verso la vicepresidenza Ue per il ministro di Maglie si trova in minoranza. Tutti i contatti diretti tra Schlein e la capogruppo socialista, la spagnola Iratxe Garcia Perez, si concentrano invece su un’azione decisa contro la vicepresidenza per il candidato italiano. “Colpire Fitto per difendere la tradizionale maggioranza pro-europea? Non ti preoccupare, il mio Pd è con te,” rassicura Schlein.
Mercoledì sera, mentre a Bruxelles Ppe e S&d si scagliano anche contro l’argenteria, i socialisti ritrovano compattezza, e anche gli eurodeputati dem si allineano con la linea del gruppo europeo. E anche chi fino a ieri richiamava alla lungimiranza per una coalizione europea futura, come i tradizionali mediatori Antonio Decaro e Pina Picierno, riconoscono che le accuse del Ppe hanno superato ogni limite accettabile, accodandosi ai socialisti europei sulla linea dello scontro diretto.
A sfidare il Pd, che ha scelto di dissotterrare l’ascia di guerra, è il capo delegazione di FdI, Carlo Fidanza: “La posizione del Pd sulla vicepresidenza di Fitto è vergognosa e dovrebbe suscitare l’indignazione di chiunque, nelle istituzioni e nelle redazioni, abbia a cuore l’interesse nazionale” afferma l’eurodeputato meloniano. “Chi rema contro la vicepresidenza italiana rema contro l’Italia”.
A respingere le accuse di tradimento all’interesse nazionale è Dario Nardella: “Se c’è qualcuno che oggi ha difeso l’interesse nazionale, quello è Sergio Mattarella, che ha risposto agli attacchi degli ‘amichetti’ di Meloni,” commenta l’ex sindaco di Firenze al Foglio, riferendosi agli affondi di Elon Musk. “In gioco c’è l’anima pro-europea della coalizione in carica a Bruxelles, e non possiamo tornare indietro. Non abbiamo nulla contro Fitto, che ha dimostrato anche le sue capacità, ma von der Leyen deve dare un segnale chiaro: la componente politica che Fitto rappresenta non può sedere al tavolo della coalizione” prosegue Nardella.
“Meloni la smetta con le favolette: nel 2019 era contro la nomina di Gentiloni a commissario europeo e organizzò addirittura una protesta davanti a Palazzo Chigi. Oggi ci dice che bisogna votare per Fitto, ci vuole una certa faccia tosta,” conclude il dem toscano.
Una posizione ribadita anche da Alessandra Moretti: “Il problema per il Pd non è certo Fitto come commissario, ma lo spostamento a destra della prossima Commissione europea. I Popolari hanno rotto il patto siglato a luglio tra tutte le forze europeiste e liberali, preferendo stare con l’estrema destra. Non accettiamo né ricatti né bugie. Una maggioranza comune non è possibile: non c’è nulla che ci unisca,” spiega la deputata veneta.
Il primo tra i dem ad accorgersi che il vento socialista si stava trasformando in tempesta è stato però Brando Benifei. L’ex capodelegazione già martedì ha scelto i social per bypassare la prudenza del Pd e dichiarare che “permane un problema politico: Fitto non può fare il vicepresidente esecutivo della Commissione europea, ed è questa la linea del gruppo dei Socialisti europei.” Giocata d’anticipo dell’ex capodelegazione che riporta il Pd il linea con la sua famiglia europea.