La Situa
Giorgia Meloni alla prova dell'X-Factor sovranista
Elon Musk ha mandato in cortocircuito la politica del nostro paese. Di fronte al capo di X il sovranismo buono della destra italiana si è andato a far benedire
Il primo effetto tangibile delle conseguenze del trumpismo in Italia si è manifestato tra martedì e mercoledì scorso quando un cinguettio di Elon Musk ha mandato in cortocircuito la politica del nostro paese. Musk, capo di Tesla, capo di X, uomo più ricco del mondo, ha suggerito ai giudici del nostro paese che hanno eretto un muro contro il governo sull’immigrazione di andarsene a quel paese – “quei giudici devono andare via”, ha detto – e intorno a quelle cinque parole ne è nato un caso politico, che ha messo di fronte al centrodestra un problema mica da poco: come declinare il proprio sovranismo nella stagione del sovranismo trumpista?
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In altri tempi, di fronte a un intervento a gamba tesa nella politica italiana di un imprenditore globalista impegnato in politica, la destra populista avrebbe gridato allo scandalo, avrebbe denunciato gravi ingerenze, avrebbe rivendicato la necessità dei soggetti legati a stati stranieri di non mettere becco nella politica di un altro paese. Di fronte al capo di X il sovranismo buono della destra italiana si è andato a far benedire. E ad aggiungere un cortocircuito ulteriore, è stato Sergio Mattarella che, andando a pescare nel lessico sovranista, ha scelto di rispondere a Musk con durezza – “l’Italia sa badare a se stessa” – indicando un tema che va al di là di Musk: i sovranisti italiani saranno in grado di fare politica senza fare influenzare da potenze straniere oppure ora che la musica in America è cambiata l’Italia si farà dettare l’agenda da un paese straniero su temi cruciali come per esempio la politica estera? Cercasi nuovo X Factor della politica sovranista.