(foto LaPresse)

Il colloquio

Picierno (Pd): “Non siamo contrari alla vicepresidenza Fitto”

Pietro Guastamacchia

La vicepresidente dem del Parlamento europeo: "Chi gli mette i bastoni tra le ruote è Meloni, non noi. Nessuna pregiudiziale dai socialisti"

Bruxelles. “Chi mette i bastoni tra le ruote a Fitto non siamo noi, ma Giorgia Meloni”. A rispedire al mittente le accuse di non lavorare nell’interesse del Paese è la vicepresidente dell’Eurocamera ed eurodeputata del Pd, Pina Picierno, che parlando al Foglio sottolinea “che i socialisti non hanno nessuna pregiudiziale contro la vicepresidenza all’italiano e che è la premier invece che finora ha dimostrato di avere a cuore solo l’interesse elettorale del suo partito”. Gli attacchi via social e in televisione di Meloni contro il Pd sono “sconcertanti, puro infantilismo” continua Picierno, aggiungendo che “pare che Meloni abbia dimenticato di essere la Presidente del Consiglio e che l’Italia si trovi in una partita complessa, dove si intrecciano interessi e dinamiche diverse, che andrebbe affrontata con altri toni e più responsabilità”. A riportare la giusta moderazione, secondo la vicepresidente dell’Eurocamera, ci ha pensato infatti il Quirinale “il Presidente della Repubblica, come sempre, ci richiama alla responsabilità necessaria in passaggi così delicati, una responsabilità che forse è un po' mancata negli ultimi tempi, da più parti”, sottolinea Picierno indirizzando l’appello velatamente anche a qualcuno dei suoi. Sull’eventuale sostegno dei socialisti a Raffaele Fitto, Picierno però vuole fare chiarezza dopo il clamore dello scontro politico dei giorni scorsi a Bruxelles: “I socialisti e democratici non intendono in nessun caso avallare l’idea che ci possa essere una maggioranza diversa da quella delle forze europeiste. Le destre sovraniste cercano di imporre temi e agende diverse e, per questo, c’è bisogno della nostra fermezza. Detto ciò, non abbiamo mai sostenuto di essere contrari a una vicepresidenza esecutiva all'Italia in quanto Paese fondatore”.

 

Secondo la vicepresidente inoltre in questi giorni è mancata un’altra voce autorevole: quella di Ursula von der Leyen. “La presidente von der Leyen doveva essere protagonista di questi negoziati. A luglio ha ottenuto la fiducia con numeri considerevoli sulla base di un programma preciso, che riprendeva molte delle proposte avanzate da Draghi e Letta, oltre a diverse battaglie dei socialisti. Penso si debba ripartire da quel programma”. E invece, secondo Picierno, “von der Leyen ha scelto la strada del silenzio, facendo mancare una voce che avrebbe potuto ricompattare le parti”. Questo è sicuramente un grave vulnus. Nonostante i silenzi della commissione dietro le quinte a Bruxelles qualcosa sembra già muoversi: “Vedo un lavoro intenso da parte di persone e forze responsabili che comprendono quanto sia fondamentale dare all'Europa un governo politico in questa fase complicata, aggravata dall’elezione di Trump”. 

 

Tra gli appelli alla calma e alla moderazione infatti c’è stato anche quello della presidente dell’Eurocamera, Roberta Metsola, che Picierno condivide "vigorosamente": “Metsola ci richiama alla responsabilità e ci ricorda che dobbiamo arrivare alla chiusura di questo negoziato. Se non si dovesse votare la Commissione, si creerebbe una situazione inaccettabile, soprattutto considerando che Trump minaccia dazi sull’Europa e instabilità globale”.  Un richiamo alla responsabilità “che deve prevalere su quanti, e sono molti, in questi giorni hanno anteposto alla stabilità dell’Europa i loro interessi elettorali nazionali o regionali”, spiega l’eurodeputata dem. Quello della settimana passata insomma è stato un clima pesante ha influenzato gli sviluppi delle trattative determinando un pericoloso inasprimento dei toni. “Ora più che mai è necessario avere cura del progetto europeo, consapevoli che potrebbe anche regredire e purtroppo, negli ultimi giorni abbiamo assistito a una pagina non esattamente positiva per l’Europa”, conclude Picierno.

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