Le regionali

Al centrodestra in Umbria non basta Bandecchi. E lui: “Io i voti li ho portati. Con me in campo avremmo vinto”

Gianluca De Rosa

Il sindaco di Terni rivendica il successo della sua lista nonostante la sconfitta della coalizione. Poi attacca la neo presidente Proietti: "Mi dà dello sputatore ma con me candidato la mandavamo a lavare i piatti"

"Io i miei voti li ho portati, purtroppo però non è bastato. Il centrodestra dovrebbe fare un’esame di coscienza: Tesei ha fatto bene ma non lo ha saputo comunicare, con me in campo invece avremmo vinto”. Stefano Bandecchi l’uomo che doveva essere decisivo per la vittoria del centrodestra in Umbria è un fiume in piena. La regione intanto è tornata rossa. Il “Trump italiano” o il capo del partito che rappresenta “la sinistra della destra”, scegliete voi tra le autodefinizioni del sindaco di Terni quella che preferite, non ha salvato il centrodestra. Stefania Proietti, prima cittadina di Assisi e candidata del campo largo, batte la governatrice uscente, Donatella Tesei, la leghista che cinque anni fa aveva fermato un ciclo ininterrotto, iniziato nel 1970 con l’istituzione delle regioni, di governi regionali del centrosinistra.

 

Per vincere il centrodestra aveva caricato tra le sue fila anche Bandecchi, l’istrionico primo cittadino di Terni che nel maggio 2023, al ballottaggio del comune umbro, aveva sconfitto proprio il candidato del centrodestra, Orlando Masselli. Lo avevano portato tra i leader alla chiusura della campagna elettorale a Terni. Accanto a Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi c’era anche lui. Un po’ in disparte, con le braccia dietro alla schiena e il mento all’insù. Uomo estremo nell’agire – è noto alle cronache per le risse in consiglio comunale, gli sputi e le frasi non proprio politicamente corrette, roba del tipo: “I voti non li elemosino di certo, al massimo li compro o li prendo di prepotenza” – ma, a dispetto dell’aspetto ducesco, moderato nel posizionamento politico: “Siamo la sinistra della destra, potrei andare col Pd domattina se non corresse dietro agli scalmanati”. Proprietario dell’università privata con sede a Roma Niccolo Cusano (da dove ieri ha seguito lo scrutinio) e già patron della Ternana calcio, da tempo si è messo in testa di fare politica. Il suo risultato alle europee, 23.738 voti (lo 0,5 per cento), con concentrazione nella provincia di Terni, doveva aveva preso quasi il 6 per cento ( 5 mila preferenze) aveva convinto il centrodestra a puntarci per tenere la regione. Lui si sognava il Claudio Scajola dell’Umbria. Voleva insomma fare quello che è riuscito al sindaco di Imperia ed ex ministro berlusconiano in Liguria: portare in dote un bottino di voti piccolo, ma determinante per la vittoria in un’elezione che si preannunciava un testa a testa. Come raccontato da questo giornale in caso di successo Bandecchi era già pronto a battere all’incasso: mettere il presidente della sua Alternativa popolare, l’assai meno folkloristico Paolo Alli, come sottosegretario agli Esteri, al posto di Giorgio Silli, che ricopre quel ruolo per Noi moderati di Maurizio Lupi. E non è detto che la richiesta non sarà comunque presentata.

 

Come spiega al Foglio: “Noi il nostro lo abbiamo fatto. Abbiamo raccolto circa gli stessi voti che avevamo preso alle Europee, purtroppo gli altri partiti non hanno retto”. E a guardare i dati del Viminale non si può dire che l’analisi elettorale del sindaco di Terni, livornese di nascita e parlata, ma ternano di adozione, sia poi così sbagliata. Quando mancano al termine dello scrutinio 328 sezioni su mille (il 32,8 per cento), il centrodestra è fermo al 46,5 per cento. Bandecchi con la sua Alternativa popolare ha preso il 2,5 per cento (oltre l’11 a Terni città), 4.726 voti che, seguendo questo trend, in proporzione dovrebbero essere circa 7 mila al termine dello scrutinio. Praticamente gli stessi voti raccolti cinque mesi fa alle Europee da Alternativa popolare. A crollare in Umbria rispetto ad allora è invece Fratelli d’Italia. Il partito di Giorgia Meloni, sempre con circa un terzo delle sezioni ancora da scrutinare, si ferma al 19,5 per cento, oltre dieci punti sotto il Pd, ma soprattutto molto lontano dal 32 per cento raggiunto alle Europee. Va meglio Forza Italia: che cresce dall’8,4 delle europee al 9,1 di queste regionali. E lo stesso fa la Lega che prende il 7,7, quasi un punto in più rispetto al 6,8 delle europee. Alle 20 Bandecchi ci richiama. Dopo le dichiarazioni della Proietti – “Abbiamo vinto sugli sputatorii” – perde l’aplomb: “Avevo detto che rispettavo l’esito democratico, e invece no, questa se correvo io la mandavamo a lavare i piatti”.