Dopo il voto in Umbria ed Emilia-Romagna

La carica degli under 40. Il Pd post vittoria pensa al dopo

Marianna Rizzini

Dal sindaco di Vicenza a quello di Cesena, dallo stesso neo governatore dell’Emilia ai consiglieri regionali e comunali ventenni milanesi. La segreteria Schlein e il ricambio generazionale. Sindaci, consiglieri, deputati, storie da un’ascesa

Roma. La vittoria “emozionante e commovente”, il “dato straordinario che si profila per il Pd, perno dell’alternativa alle destre”: la segretaria dem Elly Schlein festeggia la vittoria con frasi che guardano all’oggi (il Pd sopra il 40 per cento in Emilia-Romagna e sopra al 30 per cento in Umbria) e al domani. Alla Costituente a Cinque Stelle del prossimo weekend, con Giuseppe Conte in parte piegato (ma non domo) dall’implosione dei consensi e, sul lungo termine, alle consultazioni che verranno. C’è tempo, c’è soddisfazione, ma c’è anche la necessità di ripassare i contorni della mappa di quella che potrebbe essere la squadra delle future battaglie. Il Pd che vince in Umbria e Toscana è infatti un Pd relativamente giovane, a partire dalla segretaria stessa e dal neo governatore emiliano Michele de Pascale, entrambi trentanovenni. E il ricambio rispetto alla vecchia guardia è sempre stato un punto (di fatto) all’ordine del giorno della segreteria schleiniana. Abbiamo provato a comporre un piccolo, arbitrario atlante di esponenti (o emergenti) dem under 40, senza pretesa di completezza, ma con un occhio al potenziale politico. 

Tommaso Bori, 38 anni, segretario del Pd umbro, il Pd che ha preso circa dieci punti in più rispetto alle precedenti regionali e ha lavorato paese per paese per portare alla vittoria la neogovernatrice Stefania Proietti. Medico con specializzazione oncologica, già consigliere regionale e faticatore locale della campagna per la vittoria di Vittoria Ferdinandi a Perugia, Tommaso Bori, già sostenitore di Stefano Bonaccini all’ultimo congresso pd, è stato consigliere comunale a Perugia per dieci anni, fino al 2019. Membro dell’Assemblea nazionale dem, è co-fondatore del coordinamento Giovani dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri. “Siamo tornati a essere ampiamente la prima forza politica regionale, grazie a un lavoro che ci ha visti impegnati in termini di rinnovamento del gruppo dirigente e radicamento nei territori, e di cambiamento della proposta politica”, ha detto Bori dopo la vittoria di Proietti. Le sue parole guardano oltre: “Quello che siamo stati capaci di fare in Umbria è un modello che può essere replicato ed esportato, a partire dal progetto costruito dal basso e nei territori, e dal programma partecipato e condiviso. Un modus operandi che può segnare un punto di svolta nella modalità con cui il Pd è chiamato a fare non solo l’opposizione, ma a costruire l’alternativa”. 
Enzo Lattuca, 36 anni, per la seconda volta sindaco di Cesena ed ex giovanissimo parlamentare in area Bonaccini. Rieletto in città alla testa di un campo largo ma non larghissimo, e fautore del dialogo con i centristi, è stato uno dei deus ex machina locali della campagna per l’elezione di De Pascale alla Regione. 

Giacomo Possamai, 34 anni, sindaco di Vicenza. Avvistato già diciannovenne a bordo della Panda di sua nonna per i volantinaggi in tutta la provincia, Possamai tiene a mente, come massima, la frase dello scrittore Jules Renard: “Non mi occupo di politica è come dire non mi occupo della vita”. Già sostenitore di Stefano Bonaccini al congresso che ha portato Schlein alla vittoria, Possamai si è fatto portatore di una linea pragmatica di ascolto del territorio (territorio del nordest che un tempo votava in massa Lega). Anche detto “giovane vecchio” o “democristiano” per lo stile ecumenico e riformista, già volontario negli Usa per Barack Obama nel 2012, figlio di Paolo, ex direttore del Piccolo di Trieste e del Mattino di Padova, Possamai è uno dei giovani sindaci di centrosinistra del nord che puntano sui temi sicurezza e ceti produttivi. 

Marco Sarracino, 35 anni, deputato, già responsabile metropolitano del Pd Napoli, oggi responsabile dem per la Coesione, il Sud e le aree interne, è uno degli acerrimi nemici, lato Schlein, dell’Autonomia voluta dalla destra. “Legge morta”, l’ha definita, aggiungendo: “Dalla Corte Costituzionale arriva la garanzia che questo paese non può essere spaccato, nonostante Giorgia Meloni e nonostante il ministro Calderoli – che dovrebbe dimettersi immediatamente”. 
Andrea Giorgio, 38 anni, assessore a Firenze nella giunta Funaro, con Deleghe a Mobilità e Viabilità, Tramvia, Transizione ecologica, Sicurezza urbana e Polizia municipale, e coordinatore della segreteria regionale pd. Schleiniano, uomo-chiave nell’assetto locale post Nardella, Giorgio è l’uomo su cui al Nazareno si punta per le competenze in tema di cambiamenti climatici, tema caro alla segretaria. Il suo motto è: per salvare la Terra, riprogettiamo le città e il modo in cui consumiamo e viviamo, e costruiamo un percorso di cambiamento “con le persone e per le persone”.

Rachele Scarpa, 27 anni. Deputata dem, eletta nel 2022 a Treviso, già in politica ai tempi del liceo e dell’Università, Scarpa ha ricevuto da Elly Schlein la delega per i Giovani e la Salute, tema a lei a caro anche per esperienza personale (si è trovata in fin di vita per un’ischemia cerebrale dovuta a una mutazione genetica sconosciuta, qualche anno fa). Inserita nelle liste per le Politiche da Enrico Letta, pur non essendo una presenza fissa tra i lettiani, Scarpa si occupa di salute mentale, scuola ed educazione. 

Brando Benifei, 38 anni, europutato dem rieletto a Strasburgo, già capodelegazione in Europa nella scorsa legislatura e già animatore della convention “Coraggio Pd”, quella con cui, nel 2022, centinaia di giovani militanti ed eletti pd si sono dati appuntamento a Roma per scongiurare, a monte dell’avvento di Schlein, “la ripropoposizione eterna della classe dirigente” interna. Non schleiniano al congresso del 2023, lunedì sera, dopo la vittoria del Pd in Umbria, Benifei ha sottolineato la propria visione aperturista delle alleanze, con un commento su X in favore della  “concretezza” e della “capacità di parlare oltre i confini partitici”. 

Caterina Cerroni, 33 anni, al vertice dei Giovani Democratici. Molisana di Agnone, è stata, nel 2019, lapiù giovane tra i candidati dem alle Europee, raccogliendo quasi 40 mila preferenze.  Candidata alle Politiche del 2022, fa politica da quando ha 19 anni. Internal auditor di professione, femminista ed ecologista, si occupa nel partito di diritti umani e giustizia sociale.

Raffaele Marras, 34 anni, già co-protagonista di una querelle (con Cerroni) sulla guida dei Giovani democratici, sardo di origine e fiorentino di adozione, già segretario regionale del Pd toscano, è stato tra gli animatori, lato dem, della campagna per l’elezione della m5s Alessandra Todde a presidente della Regione Sardegna, per cui è consulente in tema Giovani, Sviluppo e Innovazione.

Francesco Paolicelli, 40 anni, consigliere regionale in Puglia, ex vice capo di Gabinetto di Antonio Decaro al Comune di Bari, recordman di preferenze, è considerato uomo-ponte tra segreteria Schlein e territorio, per un Pd “capace di interpretare i bisogni dei cittadini e di proporsi come una forza di governo competente e responsabile”. 

Paolo Pappaterra, 33 anni, sindaco di Mormanno (Cosenza). Nel partito locale ha le deleghe in tema di Pnrr e Fondi comunitari e si impegna, in sinergia con la segretaria dem, contro lo spopolamento dei piccoli comuni. “Invertire la rotta”, è il suo motto sull’argomento. 


Gaia Romani, 28 anni. Assessora al Decentramento nella giunta Sala a Milano, schleiniana della prima ora, ha co-fondato Onde Rosa, un collettivo di giovani under 30 che combatte le disuguaglianze tra i sessi. Si è candidata nel 2021 alle amministrative con il programma “Generazione Milano”, scritto da 500 ragazze e ragazzi, ed è risultata la terza donna più votata in città. Ha animato il “Forum della partecipazione” per “contrastare la narrazione negativa di una Milano che esclude”, per una rete cittadina di solidarietà. 

Paolo Romano, 28 anni. Consigliere regionale in Lombardia, nato a Roma e trapiantato a Milano da piccolo, si è avvicinato alla politica alle superiori. Già segretario di circolo dem, già segretario del Pd milanese, già assessore di municipio. E’ stato animatore della campagna “lo stage non è lavoro” contro lo sfruttamento e a favore del potenziamento dei contratti di apprendistato, portata poi in Parlamento dalla deputata dem Chiara Gribaudo. Candidato nel 2022 in un collegio a perdere (Lombardia 01 – U03), è risultato in quel caso non eletto, ma al termine di una campagna elettorale di successo, fatta di volontari, banchetti e impegno (localissimo) tra stazioni di treni, bus, scuole, mercati, pub e parcheggi di ospedali. Nel 2023, invece, Romano diventa consigliere regionale, primo degli eletti con 9.266 preferenze. Schleiniano di ferro, pensa che la segretaria abbia eliminato la cesura tra “partito dei grandi” e “partito dei giovani”.  

Federico Lobuono, 24 anni, fondatore dell’associazione “La giovane Roma”, membro della direzione dem locale e del gabinetto del Sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Lobuono da tempo organizza eventi di dialogo tra giovani pd e giovani di altri partiti, e tra giovani e “vecchi” politici di ogni schieramento, sui temi sviluppo, tecnologia, territorio, istruzione. 

Paky Tiani, 28 anni, segretario dei Giovani democratici bolognesi, eletto nella città di Schlein, anche se non schleiniano ai tempi del congresso. “Orgogliosamente fuorisede”, esperto di start-up, Tiani si è avvicinato alla politica durante gli studi di Scienze Politiche. Eletto consigliere di municipio, impegnato nella campagna per il sindaco dem Matteo Lepore, si è presentato al congresso bolognese “con una mozione larga”, per “non rinchiudersi in schemi prestabiliti”, non temendo “la complessità” .

Alessia De Santis, 28 anni, ha guidato da Taranto il congresso locale dem, area Schlein. Si occupa di sicurezza nei posti di lavoro e fa parte dell’assemblea nazionale del partito. 
 

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.