bruxelles

Patto di ferro tra Ursula e Meloni: Fitto non è mai stato in discussione

Pietro Guastamacchia

Von der Leyen avrebbe più volte ribadito il suo accordo con Meloni, parlando di una “responsabilità” assunta in un momento in cui la leader italiana era stata “isolata e umiliata” in modo tale da rendere impossibile trovare un bilanciamento politico senza riportare Roma in gioco

Usrula blinda Fitto e la vicepresidenza a Raffaele Fitto non è mai stata in discussione. A mettere in cassaforte il ruolo del ministro meloniano sarebbe  stata la stessa von der Leyen, che a più riprese lo ha difeso dalle richieste di socialisti e liberali di stracciare l’accordo preso con Giorgia Meloni. Lo scenario che emerge nei dettagli della trattativa che ha portato a un patto tra socialisti, liberali e popolari a Bruxelles è quello di un “patto di ferro” tra von der Leyen e la premier italiana, nato proprio a luglio, quando le sinistre europee brindavano alla vittoria per aver isolato Giorgia Meloni a Bruxelles. Stando a fonti interne alla trattativa, von der Leyen avrebbe più volte ribadito il suo accordo con Meloni, parlando di una “responsabilità” assunta in un momento in cui la leader italiana era stata “isolata e umiliata” in modo tale da rendere impossibile trovare un bilanciamento politico senza riportare Roma in gioco.

Si apprende inoltre che avrebbe influito il fatto che “si sia trattato di un patto stretto tra due donne, in un ambiente dominato da leadership maschili”. Le stesse fonti sottolineano che l’intervento della presidente della Commissione europea per bloccare sul nascere qualsiasi trattativa volta a modificare il ruolo di Raffaele Fitto è stato determinante per garantire la sua vicepresidenza esecutiva.

Dal patto fra i tre gruppi della tradizionale maggioranza europeista, siglato mercoledì notte, emerge che verso l’Ecr è rimasta una piccola porta socchiusa. Al punto uno dello stringato accordo di coalizione, lungo una pagina e mezzo, si parla infatti di una coalizione aperta a collaborare con chi sia pro-Ue, pro-stato di diritto e pro-Ucraina, proprio la stessa formulazione usata da Weber per aprire alla collaborazione con l’Ecr. Da socialisti e liberali si affrettano a far sapere che, per loro, queste tre qualità non includono il governo italiano, ma dalla strenua difesa del ruolo di Fitto appare evidente che la presidente della Commissione non la pensi così.