bluff atomico
Il partito di Meloni sconfessa i piani sul nucleare del governo Meloni
Rampelli contrario ai mini reattori, Procaccini parla di energia delle stelle: posizioni che piacciono al verde Bonelli e sono inconciliabili con i piani dei ministri Urso e Pichetto Fratin. Ora Lega e Forza Italia hanno un argomento in più per incalzare la premier
Alla fine il tappo è saltato. Dopo aver evitato per mesi di esprimersi con chiarezza sul ritorno dell’energia nucleare in Italia, il partito più scettico della maggioranza, quello della premier Meloni, è uscito allo scoperto con una posizione riassumibile così: rilanciamo il nucleare, ma solo quello che non esiste. Le parole più chiare sono quelle del decano di FdI Fabio Rampelli. “Sono contrario, è la nostra posizione storica”, ha detto il vicepresidente della Camera al quotidiano specializzato Staffetta Quotidiana, riferendosi ai mini reattori di cui parlano i ministri di Meloni. “Sarà difficile collocarli sul territorio – ha aggiunto, demolendo il piano del governo – perché non sono assolutamente graditi”.
La linea del partito, emersa nella due giorni degli Stati generali dell’ambiente e dell’energia, è quella di concentrarsi sulla fusione, come ha sottolineato anche il responsabile Energia di FdI, l’europarlamentare Nicola Procaccini. Così, dal lungomare Pontino di Sabaudia, i meloniani hanno lanciato “una nuova ecologia dei conservatori italiani ed europei, possibile e pragmatica, ma che non impedisce di sognare l’energia delle stelle, quella nucleare da fusione”. Peccato che allo stato attuale sia impossibile prevedere quanto tempo ci vorrà affinché la ricerca sulla fusione si trasformi in una tecnologia capace di produrre energia, ma di certo si parla di decenni.
Tradotto: impossibile raggiungere i target fissati dal ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, che prevedono una quota di nucleare nel mix energetico italiano già dal 2035. Con buona pace di Confindustria e del ministro delle Imprese Adolfo Urso, pure lui meloniano, che da mesi prospetta la possibilità di avere piccoli reattori modulari nei distretti industriali, in linea con il piano portato avanti da Pichetto Fratin.
Il dibattito politico è destinato ad accendersi quando il governo presenterà in Parlamento la legge delega sul nucleare, prevista entro fine anno. E si preannuncia scoppiettante, visto che le dichiarazioni di Rampelli hanno incassato il plauso del verde Angelo Bonelli. Di certo l’uscita dei meloniani crea una frattura nella maggioranza e indebolisce le promesse, già ambiziose, del governo. Lega e Forza Italia da oggi hanno un argomento in più per incalzare la premier.