Il retroscena

Parenti d'Italia: Crosetto chiama il cugino della moglie nel gabinetto del ministero della Difesa

Simone Canettieri

È l'appuntato dei carabinieri Antonio Saponaro: passato  dal comando di Tor di Quinto allo staff del ministro a gennaio del 2023. Continua la tradizione familista nel partito di Meloni

Cugini d’Italia al ministero della Difesa. Si tratta di Antonio Saponaro, 40 anni di cui 20 di servizio, appuntato dei carabinieri, da gennaio del 2023 è entrato – in comando – a far parte dello staff di Guido Crosetto. 

Il militare è il cugino di primo grado – i padri sono fratelli – di Gaia Saponaro, seconda moglie del ministro e cofondatore di Fratelli d’Italia. 

E’ inquadrato nella segreteria del gabinetto. Si occupa di incarichi di stretta fiducia ma anche tecnici come l’organizzazione della sala stampa. Saponaro fino agli inizi del ‘23 lavorava al comando generale di Tor di Quinto con il grado di appuntato. A tre mesi dalla vittoria delle elezioni da parte del centrodestra, il marito della cugina, Crosetto appunto, lo ha chiamato al ministero. “Nessuno scandalo anche perché lo stipendio per questo nuovo incarico è suppergiù equiparato al precedente”, raccontano dalla Difesa dove invitano a guardare altrove. “Qui non si tratta di persone senza titoli piazzati nella segreteria a prendere chissà quanti soldi, ma di uno spostamento in base a una nomina fiduciaria”. 


Saponaro percepisce circa 400 euro netti al mese come indennità per il ruolo che svolge nel gabinetto, ma non usufruisce degli straordinari.  

 
La faccenda semmai rientra nella categoria degli epifenomeni. Di un partito, Fratelli d’Italia, che nel comporre gli staff, a tutti i livelli, nel dubbio si muove molto su logiche legate alla famiglia: sorelle, mariti, cognati, mogli. E anche Crosetto non sembra esserne immune. All’ultima festa del Fatto a proposito della moglie Gaia Saponaro, che tentò di entrare nell’Aise, il ministro della Difesa disse: “Quando smetto di fare il ministro facciamo un libro sulle mogli e i figli di politici che lavorano nei servizi segreti”. E a questo punto anche sui cugini.
 

Di più su questi argomenti:
  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.