Il retroscena

Gualtieri alla sindaca di Amsterdam: "Tra i biancocelesti le posizioni antisemite sono una minoranza"

Simone Canettieri

Il sindaco di Roma telefona all'omologa dopo lo stop alla trasferta dei tifosi della Lazio: "Il club di Lotito in campo per emarginare le frange estremiste"

Il no alla trasferta dei tifosi della Lazio ad Amsterdam per seguire il match contro l'Ajax del 12 dicembre è un caso politico e diplomatico tra Italia e Olanda.  Il ministro dello sport Andrea Abodi ha parlato di "vicenda sconvolgente".

Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri invece ha telefonato all'omologa di Amsterdam, Femke Halsema, per protestare in maniera garbata contro questa decisione.

Da quanto risulta al Foglio, il primo cittadino della Capitale (che per inciso è un grande tifoso della Roma) le ha fatto un ragionamento di questo tipo: "Pur comprendendo i timori seguiti alle recenti violenze e al clima creatosi ad Amsterdam dopo la partita dello scorso 7 novembre,  a stragrande maggioranza dei tifosi laziali non ha alcun legame con posizioni antisemite, razziste e violente e che le azioni di una piccola minoranza di tifosi non può consentire alcuna generalizzazione".

 

Tutto nasce da un'altra partita quella dello scorso 8 novembre, sempre in Olanda, fra gli israeliani del Maccabi e l'Ajax finita con la caccia all'ebreo.

Gualtieri ha anche specificato alla sindaca che la società guidata dal presidente Lotito è "una società sana ed è da sempre fortemente impegnata ad emarginare queste frange estremiste che danneggiano l'immagine della squadra e della città, un fenomeno purtroppo presente in tante tifoserie calcistiche".

Il sindaco  - pur rispettando la decisione di Halsema, fa sapere - si è comunque detto "disponibile a qualunque forma di collaborazione qualora potessero emergere disponibilità a rivedere la decisione presa anche per tutelare le migliaia di tifosi della Lazio che hanno speso soldi per prenotare la trasferta". 

 

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.