Il racconto
Confalonieri plus: "Pier Silvio? Dove va? Il governo? Taglia il canone dopo il Superbonus..."
Al Senato, in nome di Gasparri, si salda l'alleanza tra editori contro Meloni e Salvini. Cairo, Confalonieri, Gedi, e Fieg chiedono leggi e risorse, pubblicità. E' il nuovo fronte popolare contro il governo. Le ricompense di FI, Bergamini per Fitto?
Roma. Meloni, ce l’hanno con te: sono i miliziani Bim Bum Bam, la piattaforma Confalonieri Plus. Fidel Confalonieri Chopin suona il Notturno: “Cazzo, tagliano 20 euro alla Rai dopo che hanno buttato i soldi del Superbonus. Pier Silvio in politica? Ma dove va! Schlein? I comunisti sono sempre la nostra garanzia”. Il Faraone Urbano Cairo chiede la pubblicità della Rai, Francesco Dini, di Gedi, bacia FI, “esempio da seguire”, e l’ad Rai, Rossi, ama Cairo. Sono tornati gli anni Novanta, Kiss me, kiss me, legge Gasparri. Te capì?
E’ scoppiata la guerra di vent’anni, vent’anni dopo la legge di Garcia Lorca Gasparri. Convoca, a Roma, al Senato, alle quattro de la tarde, i generali dell’editoria, con il pretesto del suo compleanno, “Riflessioni a 20 della legge Gasparri”, e rivela al Foglio, alle 11 della mañana, come si svolgerà la manovra del Fruente Popular anti Meloni-Salvini, detto “paraculetto”: “Cairo chiederà più pubblicità, la Fieg, con Riffeser e il vice Dini, bastonerà il governo, mentre Confalonieri dirà che io sono il più bravo di tutti”. E va così: Gasparri propone di spennare Amazon, le multinazionali che non pagano le tasse in Italia, di fare come in America, dove “si ragiona se smembrare Google”; Confalonieri suona il piano dei ricordi: “Craxi ci salvò e ci fece trasmettere. Le lotte politiche sono sempre state cruente” (hai capito Meloni?). Cairo vuole gareggiare, “ma la concorrenza non può essere squilibrata”. Riffeser avvisa: “Tutti i governi ci hanno sostenuto”. Questo che fa? Cara Evita Melon, Forza Cologno, la Confalonieri plus, esiste e marcia da Milano a Roma. Si è unito anche Jaki Elkann che fa dire al suo Dini, sentite, il consigliere di Gedi, editore di Repubblica e Stampa: “Con la bellissima eccezione di FI, ci sono soggetti che lottano contro i giornali che sono la linfa vitale del pluralismo”. Hasta edicola siempre! Si sono coalizzati, come in Spagna, e a dire il vero, con loro, ci sta anche l’ad Rai Rossi, il profeta di Meloni, che cita Konrad Lorenz, l’etologo, e che spiega: “I neuroni sono a volte più lenti della tecnica”. Sala Koch, al Senato, è la nuova Guadalajara. Claudio Lotito si butta nella calca per salutare Cairo, come il miliziano della foto di Capa. Il più atteso, Confalonieri è accompagnato da Gina Nieri, nostra signora Mediaset, e ci dice che lui, “non sente, non vede”, ma appena arriva una signora che lo adula, il vecchio Fidel, marpione, vede tutto, e come se vede, e lascia pure l’invito: “Mi venga a trovare al Nazareno, noi di Mediaset siamo di fronte al Pd”. Sottovoce, a chi lo chiama presidente: “Ma presidente di che! A Mediaset mi tengono solo per venire a queste conferenze. Te capì?”. In prima fila, seduta, malinconica, c’è Simona Agnes, la figlia del grande Biagio, che da due mesi viene umiliata dal governo, da Meloni, che gli aveva promesso di farla presidente Rai, ma che non riesce a eleggere. Fidel Chopin la accarezza, da vecchio nonno, e le garantisce: “Vedrai, ce la faremo, non è finita”. Avete compreso perché FI dice di Salvini che è un “paraculetto” (i diritti sono di Nevi, portavoce di FI). Stanno lottando per Forza Cologno, ma anche per ripristinare l’onore di nonno Biagio, e della figlia. Hasta! Non è finita. Vero. Forza Italia pugna, chiede compensazioni, a partire dal ministero di Fitto, che Tajani potrebbe dare a Deborah Bergamini, tutta cuore di Marina B. Alle 16.07, il solito Fidel Chopin (non visto, dicono, sarebbe salito a parlare con Ignazio La Russa) si mostra leggermente infastidito per il ritardo (sono solo sette minuti) e prende sotto braccio il faraone Cairo, tonico e smagliante con la caramella in bocca, da bomber . Fidel Chopin chiama i giornalisti miliziani per far sapere che “io e Urbano la pensiamo allo stesso modo. Facciamo una direzione congiunta, sei d’accordo Urbano?”. I generaloni, Fidel-Faraone, raccontano, che “sul canone il governo è andato sotto e non è stata una bella figura”. Chiediamo: comandante Chopin, ma lei lo vuole il canone? “Ma non dobbiamo difendere il pluralismo? E allora! Te capì”. E lei Faraone Cairo: “E’ una non discussione, una partita di giro. Togli da una parte metti dall’altra. Il vero problema è la pubblicità che ha la Rai, il 24 per cento, con il canone”. Con il Faraone c’è il Ghigliani, ad di La7, Andrea Salerno, direttore de La7, e David Parenzo in gessato. Manca solo Corrado Formigli. E’ il battaglione Meloni Pulita. A Fidel gli si domanda, ancora, “ma Pier Silvio si candida?”, gli si suggerisce: ma lo sa che Evita Melon è ossessionata da Pier? E lui: “Ma che ossessionata, Meloni se ne frega di Pier Silvio”. Negli stessi minuti, alla Camera, Forza Italia con il fante Begnini, insieme a Casu, del Pd, attacca Salvini sugli Ncc (li obbliga a sostare 20 minuti, a non lavorare. Te capì?) e dice: “Inaccettabile. Salvini, rimedi”. Stavano per andare sotto. Ancora. Daranno la colpa, anche questa volta, alla povera sottosegretaria Mef, di FdI, Albano? Palazzo Chigi l’ha fatta passare per sprovveduta (è lei che per conto del governo ha dato parere favorevole all’emendamento Lega) e i giornali ci sono cascati. Hanno scritto che avrebbe sbagliato “a schiacciare il bottone”, ma è una patacca perché il parere si dà a voce. Te capì? Non è vero che è uno scontro da nulla. La destra di Tajani oggi sta meglio con il Pd e l’ad di destra, Rossi, viaggia in auto con Agnes, di FI. Confalonieri, chiediamo sempre a lui, è vero che vi piace Schlein, che siete comunisti, siete passati a sinistra? “Ma noi siamo sempre stati pieni di comunisti. Sono la nostra garanzia. Te capì?”. Confalonieri plus. Meloni, ti vuoi abbonare?
Carmelo Caruso
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