Max&Elly
Il ritorno di D'Alema. L'ex premier al corteo della Cgil con Schlein: “Tienimi da conto Conte”
Alla manifestazione romana dei sindacati la vera sorpresa alla segretaria del Pd: "Il clima sta cambiando", dice. "Schlein fa bene a essere qui, ma ora occorre dare forma a questo fermento, aiutando i 5 stelle"
“Ragazzi, ragazzi ma quello è proprio D’Alema?”, chiede con frenesia una scioperante della Cgil. Tra gli spezzoni del corteo si diffonde come un’onda una certa elettrizzante curiosità. “Ma sì, è proprio lui!”, esclama un’altra signora, avvolta nella bandiera della Uil. “Presidente, ci concede un selfie?”. Coperto in un cappotto grigio, Hogan nere ai piedi e mani in tasca, nascosto in mezzo alla folla sindacale c’è proprio lui, D’Alema. Ma cosa ci fa qui? E’ il ritorno del lider Maximo? Proviamo a chiedere all’ex presidente del Consiglio. “Macché, sono solo un vecchio militante che ogni tanto viene preso dalla nostalgia, ma non me ne sono mica mai andato, eh.”, si schermisce. “Io ho già dato, ora tocca a quei ragazzi lì davanti”, dice indicando in testa al corteo l’altra beniamina di questo popolo Cgiellino, la segretaria del Pd Elly Schlein, e la folta delegazione del Pd che l’accompagna. “A loro e a Giuseppe Conte”.
La cassa suona a tutto volume un grande classico manifestarolo: Contessa versione Modena City Rambles. Quando Schlein è arrivata, marcata stretta da telecamere e taccuini, lei e D’Alema non si sono salutati. Forse solo un impercettibile cenno del capo. A lei in questo giorno di sciopero generale spetta l’inedito ruolo di leader sindacale: i segretari di Cgil e Uil, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, sono al corteo principale a Bologna. Schlein che due giorni fa ha finito tardi la direzione del Pd, per ironia della sorte non è riuscita ad andare proprio a causa dello sciopero. E così per un giorno è lei che i manifestanti vogliono al centro in cima al corteo a cantare Bella Ciao, stretta tra Francesca Re David, della segreteria nazionale della Cgil, e i due segretari regionali di Cgil e Uil, Natale Di Cola e Alberto Civica. Solo qualche fila più dietro D’Alema è ancora pronto a elargire buoni consigli. “Sono venuto un po’ per annusare l’aria e ascoltare la gente”, ci spiega. “Non mi sbagliavo, il clima nel paese sta cambiando. La destra non è la maggioranza, i dati economici sono in peggioramento e Meloni e i suoi non stanno dando le risposte che servono al disagio sociale, e però…”. E però? “Però occorre dare una forma politica a tutto questo fermento, Schlein fa bene a essere qui oggi, ha lo spirito giusto, ma non basta”. Il Pd alle europee e alle recenti regionali però è andato molto bene. “Non c’è dubbio”, riconosce D’Alema. “Ma per costruire un’alternativa non basta. Serve dare una mano per costruire, diciamo, anche il resto del campo”. Come fecero i Ds nel ‘96 con l’Ulivo? “Esatto, noi all’epoca ci riuscimmo. E il risultato sono stati, dati alla mano, i cinque anni di miglior governo della storia repubblicana. Ora sta a loro”. Va coinvolto Giuseppe Conte che ha appena scippato il Movimento 5 stelle dalle mani dell’ex padrone Beppe Grillo? Ha seguito la costituente 5 stelle? “Certo che ho seguito, seguo tutto, ma non do consigli a Conte. Quello che sta facendo però bisogna dirlo è davvero un lavoro utile per tutti, anche per il Pd che dovrebbe dargli certamente una mano”.
In attesa di coinvolgere Conte intanto il Pd ha iniziato a somigliare sempre di più alla Cgil di Landini. “Noi siamo in piazza tra la gente, mentre Meloni ormai è chiusa nei palazzi, non ha più il polso della realtà”, ripete anche questa volta la segretaria. Dopo tanto tempo con la Cgil è un amore ricambiato. Per Schlein è tutto un abbraccio, un selfie, una stretta di mano. Una signora vuole persino fare una foto alla segretaria chiedendole di spingere il passeggino con suo figlio a bordo. Ci manca poco che le dica: “Se la prossima nasce femmina la chiamo Elly”. La corposa delegazione del Pd – composta dal segretario romano Enzo Foschi, dai deputati Cecilia D’Elia, Matteo Orfini e Arturo Scotto, dal consigliere regionale Massimiliano Valeriani, da quella capitolina Nella Converti e pure dall’ex portavoce del Pd di Zingaretti Marco Miccoli – la segue raggiante. Tale è l’entusiasmo che quando il corteo, partito da piazza dell’Esquilino, arriva finalmente sotto il Campidoglio, su via dei Fori imperiali, il sindaco Roberto Gualtieri decide di scegliere per abbracciare la segretaria. Uno scioperante è commosso. Chiede al deputato Arturo Scotto: “Compagno Scotto, ma compagno si può ancora dire?”. Quello sorride e poi con orgoglio militante: “Ma certo che si può, compagno!”. A proposito, c’è anche il compagno Max, Scotto lo sapeva? “Ah, devo assolutamente salutare Massimo”. Era tanto che non si vedeva a un corteo? “No, no era già venuto qualche mese fa alla manifestazione per la Palestina, nei momenti importanti Massimo c’è sempre”.