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L'appello

Caro Pd, non puoi più regalare la sicurezza alla destra

Alessandro Onorato

Un tema cruciale, su cui i progressisti hanno abdicato, nonostante i disastri della destra e l'aumento vertiginoso della percezione di insicurezza tra la gente dopo due anni di governo. Cosa manca alla sinistra e da dove ripartire

Perché una questione centrale come la sicurezza sembra essere un tabù per il nostro Pd? E’ un tema troppo importante per lasciarlo alla destra che non se ne occupa mai veramente, ma sembra utilizzarlo strumentalmente soltanto per alimentare l’odio sociale in una sorta di costante campagna elettorale. Eppure proprio su questo campo le destre dimostrano una clamorosa distanza tra promesse e fatti concreti.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il vicepremier Matteo Salvini hanno fondato la loro fortuna politica proprio su proclami populisti e talvolta razzisti che alla prova dei fatti non producono nulla ma che continuano a echeggiare nelle persone. Infatti dopo due anni di governo, i dati ci dicono che i reati crescono in molte città e aumenta vertiginosamente la percezione di insicurezza tra la gente. E senza sicurezza, si sa, non c’è libertà.

E’ un inalienabile diritto primario e sarebbe un tragico errore lasciare che venga pensato soltanto come un problema dei “ricchi”, di chi ha qualcosa da perdere o da difendere. Nella società di oggi la domanda di sicurezza proviene, prevalentemente, dai ceti medi e bassi. Sono loro che si rivolgono allo stato poiché, a differenza delle classi agiate, non dispongono di mezzi propri per tutelarsi. Anche su questo dovrebbe aprirsi una seria riflessione politica a sinistra.


Senza sicurezza, infatti, a pagare il prezzo più alto sono i più fragili e soprattutto le donne e gli anziani, o i lavoratori più esposti, come gli addetti al controllo dei biglietti di treni e mezzi pubblici, sistematicamente oggetto di aggressioni nell’esercizio delle loro funzioni. Penso anche ai medici e agli infermieri di pronto soccorso, sempre più spesso impegnati a difendersi da violenze e minacce piuttosto che salvare vite umane.

 

                        


Forse non ci rendiamo conto di quante ragazze sono costrette la sera a prendere un autobus notturno dopo aver terminato di lavorare in un ristorante, in un bar, in un hotel e a vivere quel rientro con la paura di essere molestate, derubate o aggredite. Quante donne dopo una cena con le amiche raggiungono l’auto restando al telefono con un familiare in cerca di conforto? Metropolitane e treni regionali del nostro paese sono terra di conquista di borseggiatori, aggressori e molestatori tanto che i vari influencer, ormai star, provano a sostituirsi alle istituzioni. Si sa bene quali siano i problemi, ma il governo Meloni non interviene. Cosa dire a un genitore che si preoccupa per un figlio che esce da solo in un quartiere popolare, dove un tempo si viveva di solidarietà e buon vicinato e dove oggi trovano spazio violenza, minacce e spaccio di droga?


Non basta più la rete sociale per garantire l’ordine pubblico, ma serve una forza pubblica che controlli e presidi il territorio e servono pene certe che rappresentino un vero deterrente. Per tutto questo, occorrono indirizzi e risorse che possono arrivare solo dal governo nazionale e non dai comuni come la destra prova a far credere, scaricando la responsabilità sui sindaci. Dove sono gli investimenti nelle forze dell’ordine? Non bastano commissariati di facciata con 30 km di territorio da presidiare e solo due volanti. Non servono stazioni di carabinieri con personale appena utile a raccogliere le denunce. Eppure nell’immaginario collettivo la destra è quella parte politica a essere considerata in grado di garantire meglio la sicurezza? Cosa manca alla sinistra su questo fronte?  


Noi del Pd siamo i più bravi a spiegare che la povertà, la mancata istruzione, un contesto di violenza siano territorio fertile per generare criminalità, emarginazione. Quanto sia prezioso recuperare i detenuti ma non riusciamo a far capire chiaramente agli italiani che il Pd sta sempre dalla parte di chi un reato lo subisce. Non può passare il messaggio che giustifichiamo uno scippatore solo perché ha avuto in sorte una storia disgraziata, e tantomeno che troviamo attenuanti per chi brucia rifiuti in un campo rom, perché il fumo tossico di quei roghi finisce direttamente nella finestra di una casa che sarà sicuramente in periferia e non nel centro delle città italiane. E in quella casa è probabile che viva una coppia, e magari uno dei due è disoccupato, e l’altro guadagna poco più di 1.200 euro al mese con i quali viene pagato un mutuo o un affitto per un affaccio su una distesa di roulotte invece che su un parco verde.

Questo è il mondo reale, e quella coppia che per estrazione sociale magari voterebbe volentieri a sinistra, sentendosi totalmente abbandonata, forse non avrà lo slancio neppure di andare a votare o nel peggiore dei casi, potrebbe abbandonarsi agli slogan razzisti e inconcludenti del Vannacci di turno. Dobbiamo forse pensare che la destra, in fin dei conti, speri che il paese rimanga insicuro per guadagnare voti? Perché loro sono la “non soluzione” che appare però più credibile di chi non vuole occuparsene. E’ possibile dare una risposta democratica e progressista a un problema così grande? Sicuramente, sì ma 5.500 battute non bastano.


Alessandro Onorato, assemblea nazionale Pd, assessore Roma

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