L'intervista

La preside del Virgilio: "Dire no alle occupazioni non è di destra"

Ginevra Leganza

Isabella Palagi, preside del liceo romano occupato, non si ispira a Meloni, ma a don Milani

“Io, preside di destra? Come modello educativo scelgo Don Milani”. Quindi è una preside di sinistra. “Sono una moderata, vicina all’idea di mondo di Giorgio La Pira”. Ed è perciò prossima al cristianesimo sociale, la preside del liceo Virgilio di Roma, Isabella Palagi. Lei che dagli studenti e dai genitori è stata pittata quale fervente meloniana. Amica del ministro dell’Istruzione (e del Merito) Giuseppe Valditara. Aspirante alla carriera politica, addirittura, nelle file di FdI. E invece.  


Palagi smentisce tutto. E ripete: “Io sono legata a Don Milani, e cioè all’idea della cura, dell’ascolto, dell’educazione esigente ma aperta”. 
La preside del Virgilio – moderata, pacata, si potrebbe dire pacifista fin nei modi – vive giornate dense e senza tregua. Soprattutto perché, dice al Foglio, gli studenti in via Giulia, accampati oramai da una settimana, non addivengono a più miti consigli. Anzi. “Viviamo un momento di grande difficoltà”, spiega l’ex insegnante di scienze, già ricercatrice del Cnr, che adesso si trova nella sede succursale della scuola. “Viviamo un momento difficile perché siamo costretti a svolgere le attività su un solo piano in corso Vittorio Emanuele, a Palazzo Sora, e a condividere perciò gli spazi. La vicepresidenza non ha più un ufficio e non sappiamo, nonostante gli accorati appelli ai ragazzi, quando potremo rientrare nella sede in via Giulia”. Ma, preside, a parte i ragazzi, a fomentare l’occupazione perenne pare ci siano anche i genitori. Alcuni erano con lei in piazza Santi Apostoli, lunedì scorso, per contromanifestare. E tuttavia molti altri sono con gli occupanti. Letteralmente. Molte mamme e molti papà partecipano alle assemblee, ai corsi autogestiti, si danno persino il cambio coi figli per i turni delle pulizie. Lo sapeva? “Lo sapevo. E penso che ci sia un serio problema di confusione dei ruoli”. Un problema di genitori che si sentono adolescenti? “Gli adolescenti dovrebbero stare tra adolescenti. Dovrebbero avere spazi propri. Anche e soprattutto quando sbagliano. Perché va bene la vicinanza dei genitori, ma poi…”. Poi? “Un conto è essere vicini ai giovani, altra cosa è sostituirvisi. Io credo, da madre di figli ormai adulti, che il genitore si debba saper fare da parte”.

Invece queste madri e questi padri l’accusano, anche in gruppi WhatsApp, di essere repressiva. “I ragazzi occupanti sono gli stessi che spesso accolgo nella mia stanza. E poi, se posso, aggiungerei una cosa…” Prego. “Nell’ultimo consiglio d’istituto, due giorni prima dell’occupazione, avevo già destinato agli studenti un’aula per l’autogestione. Con i colleghi avevamo dato il via libera al giornale scolastico e al cineforum. Sempre collegialmente, perché le decisioni sono collegiali, volevamo riattivare lo sportello psicologico. Sa cosa si è fatto di tutto questo?”. Cosa? “Niente. Con l’occupazione tutte le attività sono state bloccate”. Ma lei crede davvero nel valore di queste attività? “Io sono convinta, come ho scritto in una lettera al sindaco Gualtieri, che i ragazzi siano il nostro futuro. Che abbiano bisogno di discutere la politica e l’attualità. Poi, certo, penso anche che il futuro, come il carattere, si costruisca con i ‘no’ più che con i ‘sì’”. 


Preside Palagi, lei ha mai occupato? “Ho frequentato un liceo scientifico a Pisa, la mia città, appena dopo il periodo caldo, negli anni Ottanta. L’occupazione, come fenomeno, era scemato salvo che in poche realtà  e in pochi centri… Come adesso, del resto”. Lei ha dei figli adulti. Se fossero ragazzi, oggi, li iscriverebbe al Virgilio? “Io sono al sesto anno della mia dirigenza e credo molto in questa scuola come credo nella possibilità del dialogo che si esercita tornando in classe”. Lei non è, o non sembra proprio, una preside di destra. Eppure tra gli studenti in via Giulia la si accusa di intelligenza con il nemico. In particolare con il ministro Valditara, che le ha telefonato. “Ho incontrato il ministro sempre e solo per attività legate alla scuola. La sua telefonata è stata un riconoscimento a fronte di un atto senza precedenti”. Il sit-in? “Il sit-in a seguito del quale ho ricevuto il sostegno di altri genitori e dei docenti”. 
Don Milani, La Pira… Quali sono gli altri riferimenti culturali e politici della preside resistente? “Leggo e amo i romanzi storici. L’analisi della storia è essenziale per affrontare compiutamente il presente. E credo che questo di me dica tutto”.

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