Il racconto

Meloni Christmas, una letterina di Natale inviata da Patrizia Scurti (e ritirata) manda in panne Chigi

Carmelo Caruso

L'ufficio della segretaria della premier manda una mail con strafalcioni ma la mail scompare dopo poco e sostituita con la bozza corretta. I dipendenti: "Ma ci spiano?". Un errore piccolo piccolo racconta il clima fra governo e dipendenti

Una storiella di Natale, A Christmas Meloni Carol. Morale: Errare è umano, sorridere è preferibile. Una mail sbagliata manda in panne lo staff della premier. E’ il 3 dicembre e la segretaria particolare di Meloni, Patrizia Scurti, da tradizione, invita i dipendenti di Palazzo Chigi per lo scambio di auguri.  La mail viene spedita dagli uffici di  Scurti, “la segretaria  di stato”, ma il testo è scritto come si scrive la lista della spesa: “Anche quest’anno il Presidente Giorgia tutti coloro che, quotidianamente, lavorano Meloni desidera rinnovare la tradizione dello scambio di auguri”. Saltano verbi, si perde il “con”. Accade. La sorpresa è un’altra. La mail improvvisamente sparisce dalle caselle. Abracadabra. Arriva la seconda mail, questa rigorosa, corretta. I dipendenti si chiedono: “Come hanno fatto? Sono entrati nella nostra casella?”. Errori di stompa e Meloni cancella. Giorgia ctrl+c, Giorgia ctrl+z.


 Non riuscite a digitare sul telefono un messaggio di senso compiuto (è il caso di chi sta scrivendo questo articolo), intendevate esordire con “cordiali saluti” e appare “cordiali slauti”? Il ministro Pichetto Fratin si è appena trasformato in “Pichetto Gratin” e Salvini in “Slavini”? Non disperate. Capita anche a Meloni, al suo staff, a Patrizia Scurti, la segretaria particolare del presidente del Consiglio,  la Kissinger di Meloni. Le è stata consegnata la stanza solenne del Palazzo, quella che è sempre stata destinata al capo di gabinetto dei premier, ha il privilegio unico di ascoltare le conversazioni di Meloni con Xi Jinping, Trump, e prima di lui, Biden. E’ stata Meloni, nella sua biografia, a raccontarci che “Patrizia è la sua padrona” e che “ringrazia Dio e Gianfranco Fini, per aver messo Patrizia al mio fianco. E’ il mio rifugio, la mia protezione”. Il rapporto è così importante, la fiducia tale, che a firmare il rogito della sua nuova casa è stata Scurti. La nipote di Scurti lavora con il sottosegretario Fazzolari e il compagno di Scurti è componente di scorta della premier. Andrea Stroppa, l’uomo di Musk in Italia, ha raccontato al Foglio che l’incontro Meloni-Musk è stato organizzato da Scurti, “e il numero di Patrizia me lo ha dato Nicola Porro”. Gli ambasciatori non lo dicono, ma non amano il protagonismo della segretaria particolare, tanto più dopo lo scherzo dei comici russi (il consigliere diplomatico Talò si dimise) che si spacciarono per un leader africano. L’errore? Sarebbe stato generato da una richiesta immediata di Scurti al corpo diplomatico. Tutto questo solo per spiegare, ricordare, il grado, il campo d’azione della segretaria particolare (ritenuta  anche trasversalmente “l’infaticabile Scurti”, “la segretaria di stato”).

 

I dipendenti di Palazzo Chigi soffrono l’influenza di Scurti: tu fai le pulci a noi? Noi le facciamo a te. Il 3 dicembre alle ore 18.15, la storia si capovolge. Dall’ufficio di Scurti parte una mail di convocazione per lo scambio di auguri con Meloni, per giovedì 12 dicembre alle ore 13,30. La mail è scritta di fretta, non è rivista (sia sempre lodato il correttore di bozze). Oltre alla parte citata a inizio dell’articolo, si legge ancora: “E’ una bella occasione per ringraziare al servizio dell’Italia con impegno e competenza”. Ringraziare chi? I dipendenti, invitati, si accorgono immediatamente che è scritta con la modalità copia e incolla. I più veloci la fotografano. Dopo pochi minuti, sorpresa, la mail scompare e ne viene recapitata un’altra. Viene chiaramente avvisato lo staff di Meloni ma anziché spedire un’altra mail con un semplice “errata-corrige”, la prima versione viene ritirata, cancellata dal server. Sarebbe bastato sorriderci. E invece no. Chi l’ha fotografata comincia a inoltrarla e chiedersi: “Ma si può far scomparire una mail? Ma non è che ci spiano? Come hanno fatto a cancellarla?”. La mail è firmata in calce “la Segreteria particolare del Presidente”. Scurti si fa carico dell’errore e l’errore è il classico errore di sciatteria, solo che Meloni non sopporta questi errori. Cancellarla e rispedirla è poi il miglior modo per attirare l’attenzione e il contrappasso. Da mesi  si scrive che Meloni non si fida del personale di Chigi. Dopo la mail cancellata i dipendenti si domandano: “E noi ci possiamo fidare di loro?”. Una precisazione: cancellare una mail spedita è possibile e non servono gli ingegneri di Elon Musk mentre non guasterebbe avere, anche a Chigi, i correttori di bozze, protagonisti del racconto “La donna elefante” di Guareschi (Henry Beyle).  Per lo scrittore di “Don Camillo”,  i correttori di bozze, lasciata la terra,  diventano angeli e quando vedono un errore, sapete cosa fanno? Strappano una penna dalle loro ali, la intingono nell’azzurro del cielo e correggono l’errore.  Scurti è l’angelo di Meloni e una delle passioni di Meloni è collezionare angeli. Il 13 dicembre con Meloni solo sorrisi, angeli e un correttore di cozze. Scusate, volevamo dire di bozze! Un brindisi, auguri. Meloni Christmas.

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio