Il caso

Gualtieri aumenta lo stipendio del direttore generale del Comune (marito dell'assessora)

Simone Canettieri

Il manager passa da 170 a 204 mila euro più i premi obiettivo. "Parametri in linea con Milano, Napoli e Torino". Finisce l'era del pauperismo grillino anti casta

Bonus Giubileo al Comune di Roma. A beneficiarne però sarà solo una persona: Paolo Aielli,  già amministratore delegato della Zecca dello stato, e dal dicembre del 2021 direttore generale del Campidoglio. Con la delibera  468 lo scorso 28 novembre la giunta di Roberto Gualtieri, alle 17.15, ha deciso “l’incremento del 20 per cento del trattamento economico fisso” riconosciuto al manager “determinandolo per l’effetto nell’importo annuo lordo di euro 204.000 oltre ad una retribuzione di risultato pari a € 20.000 da riconoscere al raggiungimento di obiettivi determinati”. Aielli guadagnava 170 mila euro più 10 mila di bonus. Il via libera è avvenuto all’unanimità. La moglie del diggì, l’assessore Monica Lucarelli, per opportunità “ha abbandonato la seduta” al momento del voto.  


Gualtieri è succeduto a Virginia Raggi, la grillina che ha governato la Capitale facendo del pauperismo e della lotta alla casta, anche quella comunale, la specialità della casa. Quando nel 2017 nominò Franco Giampaoletti direttore generale del Comune decise di dargli 170 mila euro lordi più altri diecimila di integrativo. Una scelta che le costò gli strali di Fratelli d’Italia e costrinse il M5s a una difesa d’ufficio di questo tenore: “E’ uno stipendio è ben al di sotto del corrispettivo del Comune di Milano, città complessa ma mai paragonabile a Roma”. Nel 2021 il “sindaco con la chitarra” appena insediatosi a Palazzo Senatorio decise di nominare Aielli al posto di Giampaoletti a saldo invariato. Troppe erano forse le scorie ancora presenti della stagione grillina, anche se ormai alle spalle. Nel leggere la delibera che motiva “l’urgenza” dell’aumento viene ribaltato totalmente il punto di vista. Roma è Roma con i suoi 23 mila dipendenti pubblici, le società municipalizzate (che funzionano così così, certo), quindici municipi, un territorio vastissimo e complesso. Sicché, si legge nel documento, dati conoscitivi specifici, ricavati da un’analisi di benchmarking incentrata sul trattamento economico lordo riconosciuto nell’anno 2023 al direttore generale di comuni italiani di grandi dimensioni evidenziano che al comune di Milano l’omologo di Aielli prende 225 mila euro, a Torino 205 mila, a Napoli 205 mila e rotti. Per motivare questa decisione Gualtieri mette in fila anche il lavoro extra sostenuto dal suo braccio destro come la gestione dei fondi del Pnrr e soprattutto la pratica Giubileo, che tra poco – il 29 dicembre – aprirà i battenti della porta santa. La delibera ricorda anche tutti i successi amministrativi raggiunti dal super manager così importante per il sindaco, evidentemente, da trattenerlo al lavoro nonostante l’età maturata per andare in pensione. Infatti sempre con un atto, firmato lo scorso 13 febbraio, è stato deciso “in ragione dell’urgenza e della particolare criticità degli interventi funzionali alla celebrazione del Giubileo della Chiesa Cattolica 2025 nonché del Pnrr allo stesso collegato” di farlo lavorare fino a dicembre del prossimo anno. 


Gualtieri si gioca la ricandidatura sulla buona riuniscita di questo evento globale per il quale sono attesi a Roma nei prossimi dodici mesi circa 30 milioni di pellegrini. Dopo i cantieri eterni, e i disagi cronici, questo mese si è dato alle inaugurazioni delle opere: più di una giorno fino a quella forse più importante. E cioè la nuova piazza Pia, davanti al Vaticano, il cui taglio del nastro è stato spostato al 23 dicembre per permettere anche alla premier Giorgia Meloni di parteciparvi. Tutto deve funzionare come un orologio svizzero per il metodico sindaco di Roma che ha trovato la sua ragion d’essere nel tentare l’impresa eccezionale: provare a essere normale, governando una città più che complicata. Per farlo evidentemente ha bisogno di Aielli, che ha deciso di tenere ancora al suo fianco e poi di premiare in busta paga. Chissà cosa diranno le opposizioni, chissà se Fratelli d’Italia polemizzerà come fece a suo tempo con Raggi. Anche se FdI con Gualtieri appare abbastanza anestetizzata, l’ex ministro ha buoni rapporti a Palazzo Chigi, in particolare con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, ed è anche uno dei rari  ospiti dem delle festa meloniana di Atreju in corso al Circo Massimo. Lo scorso giugno le performance del direttore generale sono state macchiate da un dettaglio, rivelato da questo giornale, che sembrava un apologo su Roma molto alla Flaiano. Durante il caos elettorale che ha colpito lo spoglio per le europee, per colpa di un bug informatico, si era scoperto che il responsabile della macchina amministrativa si era messo in ferie insieme alla moglie-assessora per una viaggio sulla Via Francigena. Dettagli.
 

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.