La scelta liberale che manca in politica
Tutto questo fervore al centro sembra essere origininato dal convincimento che il Pd, smaltita in parte l'ubriacatura Cinque stelle,alle urne da solo con Bonelli e Fratoianni non ce la possa fare a vincere
Beppe Sala, Ernesto Maria Ruffini, Franco Gabrielli, Matteo Renzi che dà consigli, Dario Nardella che dice “venite con noi”, e via con raffiche dl dichiarazioni in serie, tra chi è nostalgico della Margherita e chi ricorda che Pier Ferdinando Casini non ha mai avuto imbarazzi a farsi eleggere senatore coi voti della sinistra a Bologna. Esplosi i Cinque stelle, nasce ora la “corsa al centro”.
Ma c’è un piccolo dettaglio che va chiarito, prima di iniziare a immaginare federatori e condottieri. Fin qui almeno, ciò che appare è che tutto il fervore origini da un solo convincimento. Quello che il Pd, smaltita in parte la lunga ubriacatura Cinque stelle, comunque alle urne da solo con Bonelli e Fratoianni non ce la possa fare a vincere. Ergo il nuovo centro sarebbe invece decisivo al voto, per poter poi influenzare la sinistra.
Occhio a due caveat alti come grattacieli.
Il primo. Questa funzione verso il Pd non è riuscita in tutte le successive denominazioni che il vecchio Pci ha assunto negli anni, non è riuscita alla Margherita come formazione esterna indissolubilmente legata alla sinistra, e non è riuscita né ai cattolici che accettarono di entrare nel Pd né ai riformisti con venature liberaldemocratiche tipo Libertà Eguale. Tentare il bis di ciò che è fallito non è un’idea folgorante.
Secondo caveat: se nasci esplicitamente come ruota di scorta della sinistra, gli elettori non li freghi. La crescente astensione alle urne da una parte è composta da masse di indifferenti, ma una vastissima componente è di chi consapevolmente rifiuta sia questa destra sia questa sinistra. Che hanno entrambe impresso le loro impronte digitali in venticinque anni di deficit, debito e bassa crescita. Ergo nascere per stare con questa sinistra non cambia il giudizio dell’elettorato. Quel che manca è una scelta liberale fuori da entrambi gli schieramenti attuali. Certo, all’inizio sarebbe una traversata del deserto da compiere, senza seggi garantiti comunque dal Pd. Ma quella sì, sarebbe un’alternativa e non una brutta copia del passato già fallito.