Il sindaco di Milano Giuseppe Sala con Matteo Renzi al teatro franco Parenti di Milano, 6 Settembre 2022 (foto Ansa)

La scelta liberale che manca in politica

Oscar Giannino

Tutto questo fervore al centro sembra essere origininato dal convincimento che il Pd, smaltita in parte l'ubriacatura Cinque stelle,alle urne da solo con Bonelli e Fratoianni non ce la possa fare a vincere

Beppe Sala, Ernesto Maria Ruffini, Franco Gabrielli, Matteo Renzi che dà consigli, Dario Nardella che dice “venite con noi”, e via con raffiche dl dichiarazioni in serie, tra chi è nostalgico della Margherita e chi ricorda che Pier Ferdinando Casini non ha mai avuto imbarazzi a farsi eleggere senatore coi voti della sinistra a Bologna. Esplosi i Cinque stelle, nasce ora la “corsa al centro”.

 

Ma c’è un piccolo dettaglio che va chiarito, prima di iniziare a immaginare federatori e condottieri. Fin qui almeno, ciò che appare è che tutto il fervore origini da un solo convincimento. Quello che il Pd, smaltita in parte la lunga ubriacatura Cinque stelle, comunque alle urne da solo con Bonelli e Fratoianni non ce la possa fare a vincere. Ergo il nuovo centro sarebbe invece decisivo al voto, per poter poi influenzare la sinistra.

 

Occhio a due caveat alti come grattacieli.

 

Il primo. Questa funzione verso il Pd non è riuscita in tutte le successive denominazioni che il vecchio Pci ha assunto negli anni, non è riuscita alla Margherita come formazione esterna indissolubilmente legata alla sinistra, e non è riuscita né ai cattolici che accettarono di entrare nel Pd né ai riformisti con venature liberaldemocratiche tipo Libertà Eguale. Tentare il bis di ciò che è fallito non è un’idea folgorante.

 

Secondo caveat: se nasci esplicitamente come ruota di scorta della sinistra, gli elettori non li freghi. La crescente astensione alle urne da una parte è composta da masse di indifferenti, ma una vastissima componente è di chi consapevolmente rifiuta sia questa destra sia questa sinistra. Che hanno entrambe impresso le loro impronte digitali in venticinque anni di deficit, debito e bassa crescita. Ergo nascere per stare con questa sinistra non cambia il giudizio dell’elettorato. Quel che manca è una scelta liberale fuori da entrambi gli schieramenti attuali. Certo, all’inizio sarebbe una traversata del deserto da compiere, senza seggi garantiti comunque dal Pd. Ma quella sì, sarebbe un’alternativa e non una brutta copia del passato già fallito. 

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