Meloni porta nella capitale il "giubileo" della moda

Ginevra Leganza

Il prossimo aprile, dopo la fashion week di Milano, per la prima volta il mondo della moda si trasferisce a Roma. Un tavolo di lavoro, una nuova politica industriale, una strategia per la rinascita 

Lassù a Milano la chiamano fashion-week. Nella Città Eterna, invece, sarà il giubileo della moda. Non una cena di gala ma un tavolo tecnico. Non (solo) una festa ma un consesso politico-industriale che da quanto risulta al Foglio coinvolgerà l’anno prossimo, su impulso di Confartigianato Moda, gli stakeholder del settore. Vale a dire, in primo luogo, i dicasteri. Dal Made in Italy al Lavoro, dagli Esteri all’Ambiente, dalle Imprese al Turismo. E poi Cassa Depositi e Prestiti, la Camera nazionale della Moda, la Camera show-room Milano, l’Associazione per il Disegno Industriale. E ancora tutto il mondo delle fiere (da Pitti a White). Un tavolo che nessuno s’aspettava, a dire il vero, fosse allestito a Roma. Ma che pure non trova collocazione migliore giacché non prelude a passerelle e mannequin. Ma alla stesura di un “memorandum per delineare la politica industriale del comparto”.  Poco inglese, poco francese, e molto politichese.

Sicché la notizia: non è l’Alta Italia che ispira Roma quanto Parigi. Non è il lusso fine a sé stesso – spiegano da Confartigianato – quanto l’ambizione di costruire “una politica industriale come in Francia: obiettivo rispetto al quale il titolare del Mimit, Adolfo Urso, è molto sensibile”.

Stabilito il dove, e venendo ora al quando, la data della due giorni è “strategica” (per attingere al vocabolario della premier Meloni), e nondimeno simbolica. Ed è intorno al 15 aprile 2025, giornata nazionale del Made in Italy, che se per un verso svicola rispetto al febbraio della settimana della moda milanese, d’altro canto s’avvicina – per caso o per astuzia della ragione – al Natale di Roma il 21 aprile. Come a rimarcare l’auspicio d’una rinascita della moda italiana che nei primi sei mesi del 2024 ha registrato un calo del 5,3 per cento delle esportazioni. Ovvero una perdita di 1,8 miliardi di valore. E che da tempo chiedeva un’attenzione della politica industriale su vari aspetti tecnici, a cominciare dalla sburocratizzazione.

Tra gli attori coinvolti al tavolo pare ci sia persino Trenitalia. L’indiscrezione è quella di un treno che durante la settimana della moda dovrebbe collegare Milano a Firenze. E la cui tratta si vorrebbe estendere, neanche a dirlo, a Roma. Nella capitale d’Italia, della bellezza e di tutto – meno che del buon gusto – che in concomitanza del Giubileo si ritaglia però un proprio spazio nel Pianeta Moda. Quello che da noi, almeno sino ad adesso, si era proiettato intuitivamente a Milano. La città di Prada e del prêt-à-porter. La capitale della leggerezza, della concretezza e dell’ironia problematica. La città dei grattacieli, degli influencer e dei boschi verticali che, per l’anno che verrà, passa la mano a Roma. Dove il bosco, orizzontale, è quello dei dicasteri. Dove ministri e amministratori delegati s’incontrano con un proposito “poco romantico”, spiegano, e cioè quello di risanare il lusso languente. Nella città più bella al mondo, e anch’essa languente.